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Nucleare o non-nucleare?

Spesso sento dire che il fotovoltaico non è la soluzione, le rinnovabili non riusciranno mai a sopperire la nostra fame energetica e che abbiamo un dannato e disperato bisogno di centrali nucleari. Queste sono solo balle propagandistiche di chi vuole spingere verso la realizzazione di centrali nucleari per puro interesse

economico.

Le centrali nucleari sono costose, inquinanti e pericolose e non sono assolutamente la soluzione ai nostri problemi; mi sento di equipararle a un medico negligente che anziché curare il malato facendo una diagnosi accurata per capire cosa ha e per intervenire sulle cause, prescrive medicine per attenuare i sintomi senza curare il male alla radice.
 
COSTOSE: il costo in conto capitale di una centrale da 1000 MWe elettrico è di circa 3 miliardi di Euro. Il costo dell’EPR da 1600 MW elettrico (il reattore europeo di III Generazione fornito dalla franco-tedesca Areva) viene valutato attualmente, nei paesi occidentali, da 4 a 4,5 miliardi di euro. Non introduco di proposito il costo dello smaltimento dei rifiuti radioattivi poiché è un costo variabile che deve tenere conto anche di eventuali danni ambientali causati da fuoriuscite di materiale radioattivo.
 
INQUINANTI: per l’isolamento dei rifiuti radioattivi sono necessarie diverse centinaia di migliaia di anni e al momento non esistono siti che garantiscano la sicurezza per tempi così lunghi.
 
PERICOLOSE: basti ricordare Chernobyl e il disastro che avvenne in Russia il 26 aprile 1986 per errori umani (forse aggravati da errori di progettazione ma sicuramente errori degli operatori). I morti furono 65 immediati e circa 4000 presunti per tumori e leucemie nell’arco degli 80 anni successivi oltre a bambini nati deformi; il gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo arrivò a fare una ricerca di presunte morti per leucemie e tumori nei paesi europei che erano stati contaminati dalla nube radioattiva, riscontrando almeno 30.000-60.000 morti causate dalla radioattività.
 
Ora parliamo invece della controparte:
 
Le energie rinnovabili sono svariate e vengono ottenute da forze presenti in natura, forze inesauribili e non inquinanti. La più importante ed efficace sicuramente è il Sole: la quantità complessiva di energia solare che in un anno raggiunge la superficie terrestre è circa 10.000 volte il consumo energetico mondiale.
 
In meno di 6 ore la superficie dei deserti riceve tanta energia quanta è la domanda energetica mondiale in un anno; solo il deserto del Sahara riceve ogni anno un’energia pari a 10 volte il fabbisogno energetico mondiale.

 
Il potenziale energetico fotovoltaico italiano è stimato in circa 47.000 miliardi di KWh/anno mentre il fabbisogno di elettricità è "solamente" 270 miliardi di KWh/anno che si possono raggiungere attrezzando circa 1600 km quadrati di superficie con pannelli fotovoltaici. Basterebbe metterli sui tetti degli edifici industriali, in aree dismesse, discariche da recuperare ecc. (senza nemmeno occupare aree agricole).
 
Questo per ribadire che per cambiare veramente le cose ci vuole una vera e forte volontà politica nel promuovere le energie rinnovabili (probabilmente il fotovoltaico non basterà da solo) con leggi, con scelte che agevolino la ricerca, la produzione e la messa in opera di energie rinnovabili perché:
 
1) sono più convenienti
2) sono pulite
3) creano posti di lavoro
4) ci rendono indipendenti
5) non ipotecano il futuro dei nostri nipoti e pronipoti producendo rifiuti pericolosi
6) sono illimitate
 
Il pianeta è inquinato, sovraffollato e caratterizzato da un’economia basata sul petrolio che è sempre stato inquinante e limitato, vogliamo davvero puntare su un altra forma di energia con gli stessi problemi a cui aggiungo l’estrema pericolosità? Perché non dormire sonni tranquilli utilizzando il solare/fotovoltaico, l’eolico, il geotermico, le biomasse, l’idroelettrico, l’idrogeno e tutto quello che la natura ci mette a disposizione? In questa direzione deve andare la politica, la ricerca, l’industria, noi tutti per creare un futuro sostenibile e non lasciare a chi viene dopo di noi un pianeta depredato.
 
 

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 19 luglio 2010 20:11
    Renzo Riva

    e altro

     

    Resoconto di una serata del 8 Luglio 2010 sulla riunione svoltasi nella sala di un consiglio comunale in provincia di Udine, Reana del Rojale, dedicata al fotovoltaico con la massiccia presenza di operatori bancari del CrediFriuli.

    L’assemblea contava circa 100 partecipanti e fu aperta dal sindaco del PdL.

    Il mio intervento alla fine ha gelato tutti, chi per un verso chi per l’altro.

    Ho semplicemente ricordato come criminale la spesa di 20 miliardi di Euri del conto energia dal 2008 al 2027 grazie ai proventi della tariffa A3 delle rinnovabili e assimilate.

     

    Dati dell’AEEG (autorità energia elettrica e del gas): dal 2008 al 2027 le tariffe A3 origineranno una cassa di 100 miliardi di Euri così suddivisi:

     

    20 MLD al parco fotovoltaico di 1’200 MWp;

    € 70 MLD alle assimilite dei petrolieri per bruciare/termovalorizzare i rifiuti petroliferi;

    € 10 MLD alla centrale termodinamica di Priolo

    (progetto Rubbia).

     

    Ricordo che 1’200 MWp del fotovoltaico corrispondono ad una centrale tradizionale di 200 MW di potenza che lavora 8760 ore all’anno.

    Una centrale a carbone di 1’100 MW costa € 1 MLD, una CGCC (gas a ciclo combinato) costa € 2 MLD, una centrale con reattore elettronucleare AP 1000 costa € 3,5 MLD.

    Il lettore faccia i suoi conti poi capirà perché abbiamo le bollette più care d’Europa e siamo dipendenti dal nucleare importato per il 13% dei nostri consumi e per 85% dagli idrocarburi esteri.

    http://3.bp.blogspot.com/_agtF-qaio1s/TDg2DHFUuMI/AAAAAAAAAK4/8wbaBcA3KrE/s1600/Costi+Imprese+kWh.jpg

    http://1.bp.blogspot.com/_agtF-qaio1s/TDg14hnEmnI/AAAAAAAAAKw/8kvXSquLJzQ/s1600/Costi+Famiglie+kWh.jpg


    Dico che tutte le amministrazioni comunali che hanno promosso tali "incontri" ed in particolare quelle del PdL sono di una meschinità inaudita.

    Studi condotti in diversi Paesi convergono sul fatto che le rinnovabili sono un cancro economico che distrugge più posti di lavoro di quelli che creano ed esistono solo grazie alle generose regalie loro profuse.

    Si tratta di "posti di lavoro" parassiti, come i famosi lavoratori forestali di una certa Regione. Il Protocollo di Kyoto è stato stilato su un colossale abbaglio pseudoscientifico che assume come verità di fede una teoria del 1824.

    Se non vogliamo distruggere l’economia mondiale, esso va cancellato al più presto.

    Noi del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare siamo impegnati in una campagna di corretta informazione al riguardo, veniamo invitati al dibattito dalla parte avversa, ma la stampa nella sua generalità ci ignora (solo le lettere ci sono permesse), non comprendiamo bene se per talebane posizioni preconcette, per incapacità culturale della maggioranza dei giornalisti a trattare il problema o per reconditi condizionamenti o interessi.


    Ultima considerazione che può essere una massima, tratta dalla lettura dei libri del prof. Franco Battaglia:

    Non è la produzione d’energia che crea il lavoro

    bensì il suo consumo.

     

    Renzo Riva

    C.I.R.N. F-VG

    e

    P.L.I. F-VG

    Energia e Ambiente

    • Di maurizio (---.---.---.47) 28 agosto 2010 13:46

      Ero presente a quella riunione.
      Si poteva e si potrebbe criticare le molte inesattezze che sono state dette dai relatori, ma criticare il mondo delle FER mi sembra fuori luogo e fuori tempo.
      Siamo già nellanuova era delle rinnovabili.
      Non è tutto oro quello che luccica ma è la migliore soluzione attualmente alla portata di mano rispetto a qualsiasi altra.

  • Di Paolo Calabrò (---.---.---.134) 22 luglio 2010 17:39
    Paolo Calabrò

    Caro Deep,
    forse questo dato potrà essere di qualche interessee per te e i tuoi lettori:
    "Dalle rinnovabili 100 mila posti di lavoro nel 2020. Lo dice il Cnel"
    Un caro saluto.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 23 luglio 2010 19:14
    Renzo Riva

    Ripeto:
    Studi condotti in diversi Paesi convergono sul fatto che le rinnovabili sono un cancro economico che distrugge più posti di lavoro di quelli che creano ed esistono solo grazie alle generose regalie loro profuse.
    Si tratta di "posti di lavoro" parassiti, come i famosi lavoratori forestali di una certa Regione.


    Renzo Riva

  • Di Renzo Riva (---.---.---.247) 25 luglio 2010 00:34
    Renzo Riva

    Dal programma Superquark sulle SCORIE NUCLEARI

    Andate a 1h 39m dall’inizio.
    Sarà probabile che dobbiate scaricare il programma on-line per la visione.

    http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2010-07-22#day=2010-07-22&ch=1&v=24272&vd=2010-07-22&vc=1

    Deposito di scorie nucleari in Svezia

    La gara fra le due cittadine svedesi Oskarshamn e Östhammar è durata quasi sette anni. Una gara per aggiudicarsi un impianto, che almeno in Italia, ci guarderemmo bene dal definire desiderabile: il deposito definitivo delle scorie altamente radioattive dei 10 reattori nucleari svedesi. Naturalmente per noi, reduci dallo psicodramma del nucleare italiano, una competizione per avere nel proprio territorio il deposito definitivo è completamente incomprensibile. Superquark è andato a indagare.
    Sia Oskarshamn, circa 350 chilometri a sud della capitale Stoccolma, sia Östhammar 150 chilometri a Nord, ospitano già 2 delle tre grandi centrali che producono quasi il 50 % dell’energia elettrica svedese. Sono centrali enormi, ognuna con diversi reattori da circa 1000 megawatt. Quindi gli abitanti delle due cittadine sanno benissimo cosa sia l’energia nucleare perché ci convivono da più di 30 anni.
    Conoscono molto bene anche l’SKB, l’ente svedese che si occupa appunto di rifiuti radioattivi delle centrali, sia di quelli ad alta che a media e bassa attività. L’SKB è finanziato da una piccola imposta sul kwh (chilowattora) nucleare e gli azionisti sono le società private che gestiscono le centrali nucleari. Da oltre 30 anni l’SKB studia la migliore tecnologia per seppellire in modo sicuro i rifiuti radioattivi più pericolosi, quelli altamente radioattivi che come è noto costituiscono solo una piccola parte, circa il 5%, dei rifiuti di una centrale nucleare.
    Vicino ad Oskarshamn, su un’isoletta nel mar Baltico sono condotti gli studi sul deposito definitivo. Si chiama Hard Rock Aspo Laboratory. Laboratorio del Granito di Aspo. In questo laboratorio a 400 metri di profondità possiamo farci un’idea di come apparirà il deposito definitivo per il quale hanno gareggiato le due cittadine. Lunghi tunnel e ampie cavità dove sono in corso gli esperimenti per vedere come i contenitori metallici dei rifiuti reagiscono alla pressione, alla corrosione e come eventuali perdite potrebbero diffondersi nella roccia. Uno studio in corso da 15 anni ed i cui risultati sono pubblici e consultabili da chiunque sul sito internet dell’SKB.

    Nel settembre dello scorso anno l’SKB ha dichiarato il vincitore della singolare gara per aggiudicarsi il deposito definitivo. La scelta è caduta su Östhammar. Come ha detto il presidente dell’SKB nella conferenza stampa: “La roccia ha parlato”. Cioè le caratteristiche del granito del sito di Östhammar sono le migliori, perché ci sono meno infiltrazioni d’acqua.

    Ma cosa ha spinto i sindaci di queste due cittadine a lanciarsi in questa singolare gara?

    E qual è la soluzione svedese per conservare i pericolosi rifiuti radioattivi ad alta attività per periodi di tempo così lunghi da essere difficilmente immaginabili?

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