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Nucleare | Il giornale giapponese Akahata intervista gli attivisti ICAN

Gli attivisti ICAN chiedono al governo italiano di aderire al Trattato di Proibizione delle Armi Nucelari (TPAN) che è stato approvato alle Nazioni Unite il 7 Luglio 2017
 

L’Italia e’ un membro della NATO, l'alleanza militare, e sono sistemate sul suo territorio le bombe nucleari degi Stati Uniti. Ma ci sono tanti attivisti che chiedono al governo italiano di aderire al Trattato di Proibizione delle Armi Nucelari (TPAN) che è stato approvato alle Nazioni Unite l’anno scorso. Abbiamo intervistato alcuni attivisti italiani per approfondire di più. 

(da Milano, Minetaka Shimada per il Giornale Akahata - tiratura 1 milione di copie)

Disarmisti Esigenti, Sig. Alfonso Navarra, Dott.ssa Laura Tussi, Sig. Fabrizio Cracolici

La Camera dei Deputati l’anno scorso, ha approvato una mozione che chiede al governo italiano di considerare la possibilità di aderire al Trattato di proibizione degli armi nucleari. La mozione e’ stata abbastanza ambigua, ma possiamo dire che il fatto in sè che il Parlamento abbia discusso del trattato può essere valutato positivamente. Dobbiamo vedere se i parlamentari in realtà vanno a praticare il contenuto del testo approvato.

Durante il dibattito nel Parlamento, tantissime organizzazioni della pace hanno fatto una pressione ai deputati e senatori perchè loro approvassero la mozione, per esempio, abbiamo fatto la conferenza stampa o sit-in davanti al Ministero degli affari esteri. E’ un peccato che l’altra mozione che chiedeva al governo piu’ chiaramente la firma e la ratifica del trattato, sia stata bocciata.

Nelle elezioni politiche a marzo, abbiamo fatto una pressione su tutte le forze politiche incalzandole per la promozione del TPAN. Soprattutto il Signor Pietro Grasso, il responsabile di “Liberi e Uguali”, lo abbiamo potuto incontrare. Lui ci ha sottolineato che l’Italia ha una costituzione che ripudia la guerra, e ci ha risposto che accetta la nostra aspirazione per la pace. Inclusi “Liberi e Uguali”, tre forze politiche hanno messo nel loro programma il trattato di proibizione.

Allora, d’ora in poi, è estremamente importante fare una campagna per far mantenere loro la promessa di pace. A tutti gli eletti e anche i candidati non eletti. Noi andiamo a scrivere le cartoline ai nuovi parlamentari su questo tema e poi vorremmo realizzare una nuova mozione nel Parlamento Europeo per promuovere il trattato.

 

Le organizzazioni che appartengono ad ICAN, hanno fatto una campagna di Parliamentary Pledge (impegno parlamentare). Questo è una promessa fatta dai parlamentari di darsi da fare per la sottoscrizione e la ratifica del trattato. Per esempio, qui in Italia, anche se questo è un numero prima dello scioglimento del parlamento, più di 240 parlamentari hanno detto sì e firmato questo Pledge. Allora vediamo se vanno a mantenere le promesse, dobbiamo fare una pressione al nuovo parlamento (insediato dopo il 4 marzo).

Il trattato di proibizione delle armi nucleari è stato approvato con il sì di ben 122 paesi nel mondo, e questo fatto significa che l'umanità ha preso la direzione molto chiara per realizzare un mondo più giusto ed umano.

Adesso, quando esaminiamo il mondo, vediamo che ci sono tre crisi come il problema della Penisola Coreana, la crisi in Ucraina, e la crisi nel Medio Oriente. E’ vero che alcuni strumentalizzano queste crisi per ritardare la ratifica del trattato. Però, dobbiamo alzare la voce e sottolineare il fatto che questo trattato è nato basandosi sulla domanda della società civile nel mondo. Tantissime società civili (locali) che hanno fatto rete (globale). Nel maggio ci sarà una conferenza high-level delle Nazioni Unite sul disarmo nucleare. Questa conferenza sarà importante e vorremmo utilizzare questa occasione perchè aumenti il numero dei paesi che ratifica il trattato. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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