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Notav, come non fare ordine pubblico. Nel video l’inizio degli scontri

Non ho un’idea precisa sull’utilità o meno della Tav. Non è stato un argomento che ha finora suscitato la mia curiosità, per cui non ho letto articoli, né ho cercato informazioni sul web. Quel poco che so, l’ho appreso dalla televisione, in particolare dai telegiornali. E lì quello che arriva, è davvero poco. E talvolta parziale, come dimostra l'episodio degli scontri avvenuti domenica alla stazione di Torino di Porta Susa. 

QUALE INFORMAZIONE - Come sempre i telegiornali sono concentrati sulla cronaca, che poco ci aiuta a capire realmente le cose. Fornendoci sempre i dettagli delle manifestazioni, degli scontri, del taglio o meno delle reti, insomma delle questioni di ordine di pubblico. Poco lo spazio dato alle ragioni o meno della protesta. La tv almeno quella pubblica, che da settimane ci sta assillando con il pagamento del canone, potrebbe fare uno sforzo in più e ogni tanto provare a informarci: a spiegarci anche le ragioni e le contro ragioni di questa alta velocità.

INCIDENTI IN STAZIONE - Quello che ho capito è che questa protesta è nata dagli abitanti della zona, con tanto di sindaci con fascia tricolore in prima fila. E non certo dai centri sociali, che si sono accodati solo successivamente. A fare risalire la tensione sono stati gli incidenti della stazione di Porta Susa a Torino, avvenuti domenica al termine di una manifestazione, salita agli onori della cronaca solo con gli scontri. Con l’informazione che si è fidata della versione della Polizia, per ricostruire l’accaduto.

AGENTE PROVOCATORE - Eppure quello che si vede in uno dei tanti video (CIicca qui per vedere) in circolazione su internet è altro. C’è un funzionario della Polizia in borghese, che parlotta con un collega in divisa. Poi si mette davanti al cordone di agenti, posti a difesa (?) dell’accesso al binario, si guarda intorno, sino a quando qualche manifestante non gli si avvicina per parlare inizialmente e poi contestare. Li allora ordina ai suoi: “Caricate”. E cosi iniziano i disordini, abilmente ripresi da una telecamera della Digos, che ha girato con prontezza le immagini ai telegiornali, che complice anche il poco tempo a disposizione, hanno riportato la versione ufficiale.

VIOLENZA INUTILE - 
Quello che ne esce fuori è la solita situazione confusa, che genera disordine e non ordine, con uso di fumogeni, addirittura dentro le carrozze dei treni. Una situazione che sino a quel momento si poteva tranquillamente gestire senza l’uso della violenza e che ha finito per colpire anche i viaggiatori del treno, che non arrivavano dalla manifestazione.

TRUPPE PER IL BIGLIETTO - Se il problema era il pagamento del biglietto del treno, ebbene sì, a quanto pare tutto è nato da li, bastava mettere due transenne e fare passare chi aveva regolarmente il biglietto. E gli altri lasciarli fuori. Lo sanno fare persino all’ingresso di una discoteca. 

LUCA ABBA', DALLA PROVOCAZIONE AL PRESSAPOCHISMO - Altro errore è stato quello del giorno dopo nei confronti di Luca Abbà. Se c’è un manifestante che si inerpica su un pilone, non andrebbe rincorso fin lassù, fosse anche solo per parlargli. E’ una cosa assurda, che denota poca professionalità e pressapochismo e che credo non venga insegnata in nessuna scuola di Polizia. Piuttosto è meglio stare li e aspettare gli eventi, senza mettere pressione inutile. 

UNA POLIZIA MODERNA - Lungi da me entrare nella dialettica, pro o contro la polizia, pro o contro i manifestanti. Quello che è certo è che le forze dell'ordine devono essere rimodernate, insieme a tutto il resto del paese, nell'azione e nei concetti. Il loro compito è quello di garantire l’ordine, di fare in modo che tutto proceda nel migliore dei modi, possibilmente senza incidenti. Come è successo, per esempio, al Social Forum di Firenze del 2002, gestito dall’allora prefetto Achille Serra. A dimostrazione di come spesso a fare la differenza sia la guida e il tipo di approccio agli eventi che si applicano. 

Serve una Polizia moderna. E responsabile. Con l'obiettivo anche di riconquistare un rapporto di fiducia con i cittadini, che si è interrotto drammaticamente con il G8 di Genova. Per fare in modo che tutti possano poter guardare con fiducia, e non diffidenza e timore, alle forze dell'ordine. Anche quando lasciano il loro divano per scendere in Piazza a protestare. 

LEGGI ANCHE: Le 150 ragioni dei No Tav (che PD, Il Giornale, Libero e La Stampa ignorano)

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.223) 29 febbraio 2012 11:04
    Damiano Mazzotti

    Ma secondo le perchè i capi della polizia guadagnano tanto bene? Per fare quello che vogliono i politici e gli interessi dei loro compagni di merende affaristi e non quello che vuole la legge per rispettari i diritti dei cittadini...

    Durante il G8 di Genova c’è stata infatti la piena democrazia all’italiana: hanno menato tutti i presenti: colpevoli e incolpevoli, giornalisti e professori, vecchi e ragazzini, lavoratori, studenti e disoccupati.

  • Di (---.---.---.101) 29 febbraio 2012 13:56

    Ma dove diavolo sarebbe questo "agente provocatore"? Ricordo all’autore dell’articolo che nel linguaggio giuridico con agente provocatore NON si intende "agente che provoca", e quella dell’agente provocatore è una figura dai contorni e dai compiti molto chiari e ben specificati. Quello è semplicemente un funzionario di P.S. in borghese a capo del reparto Celere. Sarà un bel giorno, in Italia, quando dopo qualsiasi scontro di piazza la si pianterà di vedere e rivedere ossessivamente al ralenti i video degli scontri alla ricerca di presunti infiltrati. E non voglio dire che gli infiltrati o gli agenti in borghese mischiati ai cortei NON ci siano. Solo che hanno altri compiti (identificazione, ascolto, raccolta di notizie e informazioni "dalla piazza"), e seppure avessero il compito di far succedere casini e rivolte di piazza (col curioso compito, poi, di esporre a rischi di ferimenti o addirittura di morte i suoi stessi colleghi...ricordate il finanziere con la mano sulla pistola negli scontri di Roma, sì?), semplicemente NON sarebbe così stupido da andarsene a parlare in bella vista sotto gli occhi di tutti coi suoi colleghi in divisa...

  • Di Vincenzo Arma (---.---.---.114) 29 febbraio 2012 14:22

    Agente provocatore è una semplificazione per il titolo, avrei potuto scrivere funzionario provocatore, ma il senso non sarebbe cambiato. E comunque nel testo è evidente che si parla di un funzionario. Non amo le dietrologie, ma mi attengo a quello che vedo. Ed è evidente che con il suo comportamento quel funzionario, pur non essendo in incognito tra i manifestanti, ha creato una situazione di tensione, da cui è partita la carica che lui stesso ha ordinato. Ha provocato, dando cosi inizio agli incidenti che hanno esasperato gli animi. Il tutto al termine di una manifestazione pacifica e alla vigilia dell’apertura dei lavori dei cantieri. Non ci vuole un genio a capire che quella situazione poteva essere gestita meglio. 

  • Di ELIANA SASSANO (---.---.---.14) 29 febbraio 2012 15:26
    ELIANA SASSANO

    La domanda se la fa’ ma si da una risposta senza verificare. Ci serve una polizia moderna è una bella affermazione, ma su che basi ,su che ragionamento, su che informazioni? Partiamo da qui; la devo informare che la polizia Italiana fa’ scuola negli altri paesi stranieri europei e non. La devo informare che quello su cui sta ragionando è figlio di una supposizione completamente errata. Molti agenti e ispettori di altri paesi vengono in Italia a seguire i corsi di aggiornamento sui metodi investigativi. Voglio suggerirle di vedere dov’è il vero punto dolente attraverso uno di quei servizi che evidentemente gli è sfuggito (come quelli sulla TAV fatti a Reporter, Matrix, La Sette...per non parlare delle inchieste sui canali satellitari..tutta roba che con un minimo di sforzo può trovare anche via internet) si chiama MALAROMA trasmesso dalla pubblicissima RAI 3. E’ solo un punto di partenza; mai pensare di essere arrivati al primo scalino che uno fa’.

  • Di Vincenzo Arma (---.---.---.78) 1 marzo 2012 00:37

    Il ragionamento mi sembra più che chiaro. Serve una polizia moderna perchè questa non è in grado di comportarsi in modo democratico e perde troppo spesso la testa. Forse dovresti studiarti un pò il G8 di Genova, con gente massacrata mentre dormiva in una scuola, con persone che hanno perso un rene, altre trascinate per le scale, comprese donne e 62 feriti su 90 presenti. Per non parlare delle persone torturate, in stile Iraq, nella prigione di Bolzaneto. Un evento negativo che ha provocato la reazione di numerosi paesi europei. Mi piacerebbe sapere da dove attingi le notizie tu. Può darsi che in altri settori la Polizia italiana sia all’avanguardia, anche se loro stessi si lamentano continuamente della mancanza di mezzi, persino della benzina, con il loro capo che guadagna oltre 600.000 euro. Ma nella gestione dell’ordine pubblico sono un disastro e hanno sempre il vizio di accanirsi contro le persone che cadono a terra. Non proprio degno di persone civili, tanto più se rappresentano lo stato. 

  • Di (---.---.---.197) 21 maggio 2012 12:08

    Lei al G8 di Genova c’era? Perchè se utilizza questo episodio per giudicare la polizia utilizzo lo stesso episodio per giudicare i manifestanti . 

  • Di Vincenzo Arma (---.---.---.143) 23 maggio 2012 11:50

    Non c’ero al G8 di Genova, ma l’ho studiato accuratamente per la mia tesi di laurea. La differenza tra poliziotti e manifestanti è chiara: la Polizia rappresenta lo Stato e nel suo compito di gestione dell’ordine pubblico non può comportarsi come una qualsiasi banda di ultrà, che va a fare una rappresaglia in una scuola (La Diaz, ora è uscito anche il film), ma deve svolgere i suoi compiti, in linea di massima, nel rispetto delle regole. 


    I manifestanti sino a prova contraria sono dei cittadini che scendono in Piazza. Non dei malviventi. Lo diventano solo quando fanno qualcosa di sbagliato. La gestione dell’ordine pubblico di Genova (e sino a qualche tempo fa anche quella sulla Notav) ha voluto far passare 400.000 persone che manifestavano pacificamente, tra cui donne, bambini, associazioni cattoliche, per dei devastatori. Come si suol dire, si è voluto criminalizzare il dissenso. 

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