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Non solo basilico sui balconi di Roma, anche marijuana. La battaglia della radicale Bernardini

C’è chi sul proprio terrazzo coltiva il basilico, chi il prezzemolo, chi il rosmarino, e chi come la deputata radicale Rita Bernardini, promotrice del disegno di legge numero 5380, dedicato alle “Norme per la legalizzazione e della coltivazione e del commercio dei derivati della cannabis”, ha piantato sul proprio balcone semi di canapa indica (marijuana).

La particolare coltivazione, inaugurata da una conferenza stampa a Montecitorio tenutasi lo scorso 18 giugno, prosegue e la parlamentare del PD pubblica periodicamente sul proprio profilo facebook le immagini delle tre piantine di marijuana, che crescono rigogliose sul proprio terrazzo. Pollice verde? No, meglio parlare di disobbedienza civile, portata avanti dall’esponente del partito radicale per sollevare il problema dell’uso terapeutico dei derivati della cannabis e chiedere che si aiutino i malati depenalizzando la coltivazione in casa.

Rappresenta questo un tema politico secondario? Forse sì per la maggioranza degli italiani, molto probabilmente no per tutti coloro che affetti da patologie gravi potrebbero trovare giovamento dall’assunzione dei derivati della Cannabis. Perché quindi non aprire in parlamento una discussione libera, scevra di tabù e preconcetti, abbandonando per una volta “l’approccio Giovanardi”, che sembra dominare la maggioranza dei componenti del parlamento italiano quando si parla di questi temi?

L'esperienza quotidiana a volte ci aiuta a capire. Non posso dimenticare infatti che pochi anni fa un medico di mia conoscenza mi chiese se potevo procuragli della marijuana da far assumere alla madre ottantenne affetta da una malattia neurodegenerativa, per sondare se l’assunzione di quella sostanza avrebbe potuto allievare i sintomi della patologia che aveva colpito la persona a lei più prossima. La dottoressa in questione si rivolse a me, non in quanto fossi un noto “drogato” , ma in quanto ventenne avrei potuto procurarmi con più facilità quel prodotto. E’ normale tutto ciò? E’ giusto che anche un medico sia costretto a cercare dei canali “non convenzionali” per alcuni medicamenti che può prescivere? Perché bisogna favorire l’illegalità, quando una legge dello stato potrebbe dar seguito ad un principio sancito dalla nostra costituzione come la libertà del malato (e del medico) di scegliere la propria cura? Il gruppo tradizionalista cattolico Lepanto ha organizzato veglie di preghiera per scongiurare l’approvazione del disegno di legge proposto dalla Bernardini: "Preghiamo tutti per salvare la nostra nazione dalle enormi conseguenze di questa legalizzazione che costituirebbe uno scandalo mondiale".

Considerando che lo stesso gruppo negli anni passati si è battuto contro la moschea di Roma, la legge sull’aborto e contro lo spettacolo “Sul concetto del volto del figlio di Dio” di Castellucci, l’iniziativa dei radicali appare ancor più meritoria. La disobbedienza civile si concluderà a Monteciorio con la cessione ad alcuni malati delle foglie di marijuana coltivate in diretta su Facebook, cosa farà a quel punto l’intero mondo politico? Molto probabilmente girerà lo sguardo da un’altra parte, come accade (troppo) spesso dinanzi a questi temi.

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