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 Home page > Tribuna Libera > Non è che stiamo aspettando un po’ troppo ’sto Godot?

Non è che stiamo aspettando un po’ troppo ’sto Godot?

Nell’attesa (forse vana come quella di Estragone e Vladimiro, i due vagabondi che nella famosa tragicommedia beckettiana si struggono nell’attesa di un certo signor Godot che non arriva mai per lenire la loro triste condizione?) di vedere quanto sia reale, sincera e disinteressata la cosiddetta svolta a sinistra o comunque la defezione dal Pdl di Gianfranco Fini e del suo partito Futuro e Libertà, è bene fare alcune considerazioni che probabilmente appariranno dietrologiche; ma vale ugualmente la pena farle, lanciarle e possibilmente dibatterle per meglio capire gli scenari politici attuali in casa nostra e anche fuori. Immaginando l’assurdo spesso si arriva a comprendere la realtà e magari a scoprire la verità. Albert Einstein, ad esempio, prima di elaborare la sua teoria della relatività immaginava che cosa poteva succedere nel cavalcare per assurdo un fotone.

Ora noi immaginiamo, ma per assurdo!, facendo un po’ di dietrologia spicciola, che Gianfranco Fini sia effettivamente un uomo degli americani, come si vocifera, per detronizzare Berlusconi - dato che l’opposizione si è rivelata in questi 16 anni incapace di farlo – avendo finalmente capito quale personaggio poco affidabile, quantomeno per i loro interessi, di scarsissimo spessore e pure risibile è piombato in Italia per ricoprire un ruolo delicato nello scacchiere politico internazionale, soprattutto quello dove le pedine sono mosse a garanzia degli interessi, prevalentemente di difesa, dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico o NATO. Anche se la Guerra Fredda è finita da un pezzo come pure da tempo è stato sciolto il Patto di Varsavia, ma nuovi nemici si teme che siano sempre dietro l’angolo pronti a colpire in questo mondo dove a volte creare ad arte il nemico serve a molte cose tra le quali giustificare le spese per gli armamenti delle nazioni o il giro di vite sulle libertà dei cittadini per meglio controllarli. Non che la virata di Berlusconi verso Putin e Gheddafi evochi minori o maggiori scenari di pace, ma in tal modo il ruolo degli americani viene ridimensionato e soltanto questo evidentemente li preoccupa.

Effettivamente, le recenti rivelazioni di Wikileaks mostrano questa scarsa stima degli americani nei confronti del nostro presidente del consiglio e quindi, sempre dietrologicamente, potrebbero accreditare nell’opinione pubblica il tentativo di “far fuori” Berlusconi tramite Fini che ne prenderebbe il posto. Rivelazioni che ad oggi non è che abbiano toccato o svelato chissà quali inconfessabili e destabilizzanti segreti! Che Berlusconi partecipi ai wild party, che è amico e portavoce di Putin e che sia o ambisca ad essere un maschio alfa, cioè dominante nel branco (di lupi forse?), o che Gheddafi fa ampio uso del botulino, che è un ipocondriaco e non si sposta senza la sua bionda infermiera, francamente oltre ad essere rivelazioni per gran parte risapute, non sembra compromettano granché la sicurezza e la diplomazia internazionale! Semmai renderanno più imbarazzanti le prossime visite di questi capi di Stato, o dittatori, nel sapere che i loro risaputi vizi o virtù, dipende dai punti di vista, vengono criticati piuttosto che lodati. A questo mi pare si riduca ad oggi la bomba Wikileaks. Quando invece questa pubblicherà i retroscena ad esempio sull’assassinio di Kennedy o sulla strage di Portella delle Ginestre, allora molti dovranno preoccuparsi seriamente.

Tornando alle considerazioni sulla sincerità o meno della svolta di Fini in senso più sinistrorso, magari per opportunismo essendosi accorto che andare contro la storia, che oggi è anche coppie di fatto, immigrazione ecc., è perdente, oppure, peggio, sta concedendo populisticamente qualcosa per accreditarsi un certo elettorato, acquisire potere e garantire poi sotterraneamente altri interessi, l’altro giorno la dichiarazione del deputato finiano Benedetto Della Vedova mi ha fatto pensare, pur conoscendo già le sue simpatie per il liberalismo della Scuola austriaca e il liberismo della scuola di Chicago. Diceva che per ridurre il debito pubblico è necessario cominciare a vendere il patrimonio pubblico. Ma stiamo scherzando? Come già detto in un altro articolo, in base ai risultati disastrosi ottenuti da chi in passato ha adottato simile rimedio, anche l’Italia stessa, questa non è una decisione né saggia perché cede beni collettivi in favore di ingordi privati a cui interesserà solo farli fruttare al massimo riducendo al minimo le tutele dei lavoranti in quel determinato bene, né risolutiva poiché riduce un tantino il debito [che cosa vorrà mai vendere altrimenti per azzerare un debito di oltre 1.850 miliardi, il Colosseo, i Fori Imperiali, l’area archeologica di Pompei (tanto sta cadendo a pezzi per incuria!), i Teatri Greci di Taormina e Siracusa, la Valle dei Templi di Agrigento e che altro?], ma poi risale inevitabilmente se la politica economica rimane quella dell’indebitamento, dato che questa è la tendenza planetaria i cui fini ultimi, sempre dietrologicamente, per carità!, sembrano non essere affatto così nobili.

E allora per capire tutto ciò non ci resta che attendere più o meno passivamente gli eventi? Oppure, come il titolo del film di Troisi e Benigni, addirittura non ci resta che piangere magari aspettando Godot? O meno fatalisticamente, perché non chiederci tutti com’è possibile che un pugno di potentissimi affaristi senza scrupoli possono tenere il mondo intero così sotto scacco? Non è che siamo diventati troppo rinunciatari, fatalisti e privi di autostima, e che per indolenza e/o poco coraggio deleghiamo le decisioni più importanti per il nostro futuro a chi crediamo, erroneamente, migliore di noi? La nostra indolenza è arrivata ad obnubilarci talmente tanto la mente, da non sapere più distinguere che cosa è bene o è male per noi? E ancora, non è che stiamo aspettando un po’ troppo questo fantomatico Godot?

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.126) 4 dicembre 2010 01:14

    Ciao Lo Verme 


    La dietrologia è una tecnica che sfrutta connessioni logiche per confondere, spesso e volentieri , i contenuti.
    E’ indubbio che agli occhi degli americani Berlusconi sia , nello scenario politico internazionale , una scheggia impazzita , un battitore libero a cavallo tra interessi personali e la ricerca di un ruolo di leadership nel dialogo con la Russia di Putin e la sponda africana di Gheddafi . In ballo ci sono interessi strategici come il gas russo ed il petrolio libico . D’altra parte lo stesso Berlusconi aveva già operato strappi con la diplomazia UE , quando si era accreditato come interlocutore privilegiato ( a parole) dell’amico Bush . 
    Poi come diceva Andreotti " a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca " , e tutto quindi ci può stare, anche l’ipotesi che tu sostieni..
    Tuttavia io ritengo che lo strappo di Fini con Berlusconi , personalismi a parte , sia conseguenza di una insofferenza profonda per il protagonismo borderline di un leader estemporaneo che avrebbe dovuto interpretare , oltre alle scelte economiche ,anche i valori culturali della destra storica italiana . Una triste parodia , in chiave godereccia, di quell’altro bassotto che trascinò l’Italia nella tragedia del fascismo .
    Godot , per questo paese , è il ritorno di una destra normale ed è il ritorno ad un paese normale , dove le forze politiche in campo si confrontino con gli schemi di una democrazia e non con gli appelli alle guerre sante , le festine a base di bunga bunga ,le telefonate da ras di quarto mondo e via cosi’ .
    Quindi tutti aspettiamo Godot , poi che si concretizzi con un trio del tipo Fini , Casini e Rutelli certo che può intristire sia chi è di destra che chi è di sinistra . Ma questa è la minestra che passa il convento e........ 

    paolo
  • Di Angelo Lo Verme (---.---.---.222) 4 dicembre 2010 23:04
    Angelo Lo Verme

    Ciao Paolo, speriamo invece di non essere messi per sempre nella passiva condizione di dovere aspettare un Godot che ci salvi, perché egli non arriverà mai per toglierci dai guai, come nella famosa piece di Beckett. Dobbiamo salvarci da soli, non attendere il messia, perché si dice: "Aiutati che Dio ti aiuta". Non dobbiamo accontentarci della solita minestra perché questa passa il convento. Dobbiamo ribellarci e pretendere dal "cuoco" e soprattutto dal priore che ci servano ben altri più succulenti alimenti che invece vogliono papparsi soltanto loro alla chetichella!

    Ormai la politica economica mondiale è impostata in questo modo: la torta la mangiano solo in pochi e le masse devono accontentarsi delle briciole, per restare nella metafora, per così dire, culinaria.
    Ribelliamoci, non con le armi bensì con l’educazione alla solidarietà e all’altruismo, diffondendo la cultura in generale ma soprattutto quella della legalità e denunciando questo sistema, ognuno coi propri mezzi e ruoli.

    Angelo Lo Verme

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