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Nobel a Robert Edwards; il Vaticano prepara roghi mediatici

Chi ha superato il primo esame di Storia delle religioni, sa che un concetto fondamentale che si deve apprendere per comprendere la nascita e lo sviluppo delle religioni, di tutte le religioni, è quello di “funzionalità”. Che significa? Significa che ogni religione è funzionale alla società che la produce. Come dire che in qualche modo le religioni sono il lubrificante che fa scorrere senza frizioni il vivere comune nelle società; e dato che sono funzionali alla società, esse si modificano, molto lentamente, man mano che i costumi, la cultura, la ricerca scientifica della società, mutano la loro etica. In effetti, guardando bene tra le pieghe della verità, si vede che, in realtà, le religioni sono funzionali solo al potere che le utilizza a propri scopi politici.

La parola etica, èthos, in prima istanza, significa costume, norma civile, usanza; c’è un’etica cristiana che appartiene ai cristiani; un’etica comunista che appartiene ai comunisti, c’era, e c’è, un’etica nazista e così via. Max Weber su questo tema ha scritto un famoso libro, “L’Etica protestante e lo spirito del Capitalismo” dove voleva dimostrare che il capitalismo ha la sua genesi nei costumi, nelle usanze, nella cultura e nella religiosità protestante.
 
Dalla sviluppo delle prime polis questi “gruppi etici” danno vita a comunità sincretiche, dove però l’etica più forte e/o del più violento domina le altre etiche a volte eliminandole culturalmente e fisicamente.
 
Costumi e usanze, ovvero l’etica viene interiorizzata culturalmente dai vari gruppi sociali, i quali, troppo spesso, cristallizzano il pensiero sviluppatosi in quel contesto tribale, facendolo diventare un credo dogmatico. Un esempio: Esodo (20,17): «Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa appartenente al tuo prossimo». Secondo questi precetti “etici” una donna è paragonata al bue e all’asino essendo anch’essa di proprietà del marito. Questa legge nasceva dalle usanza e quindi dall’etica delle tribù ebraiche. Costumi e usanze di un popolo si sono trasformate in leggi divine che hanno valicato la storia di millenni per giungere a noi inalterate. Certamente noi, spero, leggiamo questo passo dell’Esodo criticamente e ne ricaviamo una denuncia verso la violenza patriarcale storica, che ha ridotto le donne per millenni al rango di oggetto appartenente al maschio della specie; nello stesso momento, alla lettura del passo biblico, in una società che si definisce civile e umana, dovremmo provare un moto di sufficienza perché, ormai, spero, un precetto simile è totalmente incongruo alla società in cui viviamo.
 
La storia non procede a salti, l’ha detto qualche storico famoso del quale mi sfugge il nome. Forse ha ragione; però la nostra società civile, che assimila in pochissimo tempo le scoperte scientifiche adeguando i propri costumi, le proprie norme civili e quindi la propria etica e il proprio pensiero al divenire epistemologico, non si ferma certo di fronte a emblemi religiosi e ad anatemi apocalittici.
 
Ci vuole ben altro, che i pessimi titoli e sottotitoli dell’Avvenire per annullare il divenire della scienza creata per il benessere degli esseri umani, tutti : “Le mani sulla vita – E ti danno pure il Nobel”? Sottotitolo ancora più rancoroso: “Il premio al padre di una tecnica inventata per gli animali”. In poche parole questi “scienziati” in abito talare si oppongono a che le donne, che non possiedono doti naturali per avere un figlio desiderato, lo possano avere con il metodo scientifico messo a punto da Robert Edwards, il quale, per questo suo lavoro, ha vinto giorni fa il Nobel per la medicina.
Scriveva Marco Politi su Il Fatto del 6 ottobre: "Ma il vertice dell’astruseria parateologica si raggiunge quando il documento del 2008 indica l’unico metodo di fecondazione artificiale accettato dal Vaticano. Il preservativo bucato. Lo so, è ridicolo e incredibile. Ma è così. Si chiama Semen Collector Device. E l’elucubrazione si basa sul fatto che la fecondazione è lecita solo se c’è il “rapporto unitivo” tra i due sposi. Dunque i due partner, già stremati da ripetuti insuccessi, dovrebbero mimare il rapporto... il buco nel preservativo lascia “in linea di principio” la possibilità che uno spermatozoo arrivi a destinazione…”

Che dire? Potremmo dire che tutta questa fibrillazione dei vertici vaticani è dovuta alla difesa dell’etica, della loro etica, funzionale al loro potere, ormai staccatasi dalla realtà sociale, ma non politica purtroppo.
 
E i credenti? Coloro che formano il corpus di quest’etica, che ormai fa acqua da tutte le parti, che dicono? Che pensano? Continuano a credere acriticamente ad ogni cosa che dice il “Santo Padre”, senza accorgersi che in questo modo si identificano con un pseudo pensiero culturalmente incongruo perché scisso dalla realtà?
 
Un bambino di 5-6 anni che crede a Babbo Natale ha un pensiero congruo, quindi sano; se ci crede un vent’enne questi non ha più un pensiero congruo: è fuori dal mondo.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.37) 7 ottobre 2010 12:33

    Fecondazione eterologa e ricorso alla Corte Costituzionale. Motivazioni infondate e speciose a sostegno di una presunta discriminazione (v. sentenza Corte Giustizia). I Giudici di Strasburgo partono dalla presa d’atto di norme (vigenti in vari Stati) che regolano alcuni rapporti di coppia "inusuali" e non conciliabili con il nostro diritto di famiglia. La fecondazione "eterologa" si differenzia da quella "omologa" non tanto per le diverse tecniche mediche impiegate, ma perchè presuppone un rapporto di scambio (gameti) con soggetti esterni ed estranei alla vita di coppia. Lo stesso risultato (procreazione) potrebbe essere ottenuto da un soggetto singolo, prescindendo dall’esistenza di una coppia. Salterebbe così il principio di distinzione (art.30) tra membri della famiglia legittima e figli nati al di fuori del matrimonio. La fecondazione "eterologa" non è neppure il diritto alla salute conseguibile mediante trapianto d’organi. Con certo "buonismo" si rischia solo di scivolare verso una nuova specie umana Genere Eugenoma ...

  • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.115) 7 ottobre 2010 18:59
    Gian Carlo Zanon

    Sig pv21, qualche tempo fa, 7-8 anni, si cominciò a usare questo termine: "buonismo".
    "Buonisti" erano coloro che inorridivano di fronte alla violenza contro gli immigrati; "buonisti" erano coloro che si schieravano dalla parte dei meno violenti, ecc. .
    I "buonisti" erano considerati dei "coglioni", ricordiamoci questo epiteto sulle labbra del Cavaliere, il quale diceva che coloro che non lo votavano erano, appunto, dei c... .
    Poi capii che il termine "buonista" e "buonismo" era riferito a coloro che avevano conservato un’irrazionale umanità, che prescindeva dalla ragione, prescindeva da tutte le ragioni delle persone razionali le quali, avevano gettato l’umanità alle ortiche chiamandola "buonismo".
    E allora, mi dissi, se "buonismo " è umanità il suo contrario è disumanità.
    Ora lei mette sul tavolo le sue belle carte ordinate e razionali appellandosi alla sacralità del genoma umano senza fare nessuna differenza tra Robert Edwards e Mengele; è vero anche Menghele tentava di trattare il genoma umano, ma con altri fini, " una razza perfetta e razionale non "buonista".
    Io, il "buonista", con indifferenza, sposto queste carte, e apparecchio la tavola per la cena dei ... come li chiama lei quelli come me? A già, i "buonisti"

    Cordiali Saluti

  • Di pv21 (---.---.---.108) 7 ottobre 2010 20:04

    Sig. GC Zanon, ecco un fatto recente. In Agosto a Boston è nata una bimba "confezionata" da una coppia di gay. Il padre biologico è arrivato da una banca del seme e l’ovulo da una donatrice. Fecondato in vitro l’ovulo è stato impiantato nell’utero di un’altra donna fino al parto. Come racconterebbe alla bimba le sue origini? A rischio è la dignità dell’essere umano e non le sue doti "umanitarie" (essere sociale e civile) che non sono il cosiddetto "buonismo". 

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.138) 8 ottobre 2010 09:40
      Gian Carlo Zanon

      Sig pv21, forse sarebbe ora di sfatare il discorso delle "origini" che darebbero una "dignità umana". L’identità umana ha inizio alla nascita, e alla nascita è sana ed integra. Questa identità, ed uguaglianza, vale per tutti gli esseri umani nati. Questa identità umana che si affaccia alla luce e al mondo sa che il senso della vita sta nel rapporto con un essere umano che può confermare o deludere questa sua sapienza. E’ dal momento della nascita e nei primi mesi di vita che questa identità si incontra/scontra con l’altro da sè.
      Quindi questa bimba, che come dice lei è stata "confezionata", se uscirà indenne, vale a dire avrà mantenuto una sua identità sana ed integra, perchè i rapporti con il mondo umano, nei primi mesi di vita, non sono stati deludenti, non avrà bisogno di cercare un’origine biologica per confermare la propria identità; non ne avrà bisogno perchè l’identità umana non si fonda su un fatto biologico, come affermano i positivisti e i razzisti.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.138) 8 ottobre 2010 09:52
      Gian Carlo Zanon

      Sig. pv21, ancora due cose:

      Il discorso delle "origini" biologiche nasce quando 12 tribù si riunirono e decisero di essere la razza eletta da Dio. Questa favola delle origini, che perdura tuttora in chi non crede nell’identità umana ma in quella di appartenenza, è l’origine della negazione culturale, che porta al razzismo, contro chi ha, secondo loro, una nascita diversa. I nazisti erano convinti di avere una nascita eletta, tutti biondo occhi chiari ecc., e sterminarono cinquecentomila malati di mente, sei miliono di ebrei ecc., perchè non avevano avuto, secondo loro, la stessa nascita. Si deve stare attenti a ciò che si scrive, non si può condannare a priori una bambina alla non identità umana solo perchè, credendo che abbia avuto una nascita diversa, poi si crede che sia un mostro; in questo modo si altera il senso dell’uguaglianza umana, data dalla nascita uguale per tutti, anche per quelli nati in provetta.

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