• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > No Tav: sicuri che Marco Bruno si paragoni a Peppino Impastato?

No Tav: sicuri che Marco Bruno si paragoni a Peppino Impastato?

Ieri sera nel programma di Santoro, Servizio Pubblico, Ruotolo ha intervistato, molto brevemente, Marco Bruno, l'ormai celebre manifestante che ha dato del "pecorella" all'ormai (altro) celebre carabiniere lodato a destra e "sinistra" per la sua mancata reazione, per non aver reagito, insomma, e aver fatto il proprio mestiere.

Dopo "la versione di Marco", tutti oggi riportano il video dell'intervento, prendiamo in considerazione solo i titoli dei due giornali (non sportivi) più letti in Italia:

"Io come Impastato" (Repubblica)

L'attivista: "Io come Impastato"
Il fratello: "Lui non l'avrebbe mai fatto"
(Corriere della Sera)

Tra le dieci tendenze di Twitter in Italia, i Trend Topic, per tutto il giorno si trovava Peppino Impastato; politico, attivista, poeta e quant'altro. Impastato fu testimone e martire della lotta alla mafia, le sue proteste, gridate dalle frequenze di radio Aut come per le strade di Cinisi erano contraddistinte da un tono scanzonato, ironico, beffardo.

L'accostamento Marco Bruno=Peppino Impastato, rimbalzata ed amplificata dal Mass Self Communication, è diventato l'equazione che si traduce in semplicistiche riduzioni e vere e proprie banalità:

Assimilare in modo acritico argomenti vomitati dalla rete (sempre dall'alto verso il basso, si diceva un tempo ed è bene ricordarlo) è pratica di una pericolosità enorme ed enormemente sottovalutata; è una forma di "autismo informatico", più semplicemente, accettare tali argomenti vuol dire accettare narrazioni manipolatrici. Esiste però una strategia per evitare tale vicolo cieco, l'ecdotica, ossia il controllo delle fonti (e tutta una serie di altre pratiche filologiche) finalizzate ad avvicinare un testo al suo originale, "sfrondandolo" di significati aggiunti, sovrainterpretazioni etc...

Fortunatamente nel caso di un'intervista di neanche 24 ore fa è infinitamente più facile compiere simile operazione rispetto a codici medievali ove gli originali sono andati perduti, e non costa neanche troppa fatica. E allora vediamo, un po' più nel dettaglio, cosa è stato detto da Marco Bruno.

Prima di tutto il ragazzo prende le distante da quanti sostengono che la situazione (leggasi la reazione dei No Tav) sia degenerata negli ultimi giorni, anzi rivendica una continuità nella lotta:

Sembra che le cose si siano tramutate in questa maniera dall'oggi al domani, noi qui ci viviamo da sempre e questa lotta la portiamo avanti da tanto tempo. Il mio gesto è un gesto che compio spesso, perché quando facciamo i blocchi, quando arrivano le trivelle, è da dieci anni che facciamo queste cose: è il mio modo di vincere la paura quando mi trovo di fronte a centinaia e centinaia di forze dell'ordine armate sino ai denti e noi in 10, 15, 50 anche 100, seduti con le mani in alto, cercando di ragionare con queste persone...

Dopo tale, ed a mio avviso fondamentale, premessa, arriva la parte incriminata, dove viene citato Peppino; Marco confessa le proprie leggittime ed umane paure che si hanno in quei momenti, quasi balbetta:

Per vincere la paura diciamo che mi viene questa cosa un po' spontanea, di diventare un po' una sorta di... mi immedesimo in quello che è il mio mito... che è Peppino Impastato... e quindi cerco di essere un po' più canzonatorio, provo... mi avvicino ai cordoni e provo ad interagire con le forze dell'ordine, certo che non è facile; soprattutto ieri ero molto arrabbiato, abbiamo un compagno in ospedale in fin di vita...

A questo punto, una volta che il sacro nome di Impastato è stato pronunciato, Ruotolo interviene tagliando la parola al ragazzo per la doverosa precisazione:

Però Peppino Impastato se la prendeva con la mafia, lei invece se l'è presa con un rappresentante dello stato, delle forze dell'ordine... è una cosa completamente diversa.

I No Tav sono anni che denunciano possibili infiltrazioni mafiose all'interno degli appalti e i prezzi gonfiati, tutto documentato da chilometrici documenti che hanno stilato, negli ultimi giorni anche altri hanno iniziato a parlarne (qui e soprattutto qui, ma segnalo anche l'inchiesta di Ferruccio Sansa sul Fatto Quotidiano). Aspetto che non sfugge a Marco Bruno:

Potrebbe anche essere essere diverso, però qui in Valle, e lo abbiamo visto anche in altre situazioni in Italia, le ditte lavorano in questi lavori non sono poi così pulite.

La precisazione di Ruotolo mi sembra fuori luogo anche per un altro motivo: immedesimarsi in Peppino qui vale fare proprie le sue pratiche di contropotere, fermo restando che sì le sue proteste miravano a denunciare i mafiosi di Cinisi, ma le forze dell'ordine non hanno mai collaborato con la sua personale battaglia, anzi.

Merita di essere riportata anche la conclusione del discorso di Marco Bruno, per capire com'è andato a finire quel minuto e mezzo ripreso dalla telecamera nei giorni scorsi:

Il mio gesto voleva essere una sorta di avvicinarsi in qualche modo a queste persone, io ho iniziato molto male con lui, ero arrabbiato e portavo sicuramente rancore nei suoi confronti, nella gente che c'era dietro di me, poi ho visto nei suoi occhi la giovinezza uguale alla mia, poi ho scoperto che il ragazzo ha in effetti 25 anni, io 28, ho un fratello della stessa età, man mano che parlavo con lui, io ho cercato di fargli capire le nostre ragioni e poi ho concluso con "vi vogliamo bene lo stesso, non odiamo nessuno, vorremo solo vivere in pace nella nostra Valle".

Insomma le cose, ancora una volta non si sono svolte nei termini in cui sono state recepite, ancora una volta il medium, che non è mai semplicemente il mezzo, uno strumento, poiché nel caso del web ha poteri diversi e maggiori, è una "struttura sociale con implicazioni proprie"; ancora una volta il contesto è stato scartato e la goffa manipolazione ha innervato con le sue fronde la comunicazione massificata trasformando un falso in trend topic.

LEGGI ANCHE: No Tav: il governo del pensiero unico contro 360 studiosi (noti black bloc)

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.109) 2 marzo 2012 19:10

    Le parole del video non si possono negare, erano spontane e rappresentavano la realtà di quel momento e forse di molti altri uguali; mentre l’intervista poteva benissimo essere studiata a tavolino per rimediare ad un evento che visto da tutti non ha certo attirato simpatie verso queste persone.
    Dalle sue parole risulta esplicitamente che le cosidette pratiche di "antipotere" messe in atto sono studiate e non frutto del caso.
    Inoltre nonostante qualcuno cerchi di mettere una pezza a quanto trasmesso dai telegiornali episodi di violenza provenienti da questi gruppi non sono cosa nuova.

  • Di (---.---.---.186) 3 marzo 2012 13:02

    se il fratello di Peppino ha fatto qeulla affermazione, non vedo come si possa smentirlo in qulsiasi modo...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares