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Nepal: si perdono i pezzi

Grande fatica per confezionare il governo, i maoisti entrano ma vogliono di più. Tornano, straccioni, i migranti scacciati dalle rivoluzioni del Medio Oriente. Ci sarebbe bisogno di qualcuno che governasse le crisi (e non solo qui).

Sui ghat di Pashupatinath è stato cremato l’ultimo dei Grandi Vecchi della politica Nepalese: Krishna Prasad Bhattarai (KP). Insieme al Gran Manovratore Girija Prasad Koirala (GPK), defunto pochi mesi orsono e a Ganesh Man Singh (GM) furono i fondatori del Partito del Congresso e gli oppositori del regime dei Rana. Siamo alla fine degli anni ’50 e al primo esperimento, fallito, d’introdurre la democrazia in Nepal. Nel 1960, il sovrano fece un colpo di stato per bloccare la riforma agraria, gli altri due scesero in India mentre KP mise in piedi un movimento di guerriglia e si fece 14 anni di prigione.

Furono necessari quasi trent’anni per tentare un secondo esperimento democratico nel 1990 quando fu promulgata la nuova costituzione e libere elezioni. Il secondo esperimento fallì nelle beghe poltiche per spartirsi il paese e nell’instabilità continua con un nuovo colpo di stato del monarca (2005). Ma KP si era, ormai, allontanato dalla politica attiva, sconfitto dal suo rivale e grande corruttore Koirala. Di KB non si ricordano ruberie, intrallazzi, nepotismi ragioni valide per essere escluso dal potere e dal partito. Negli anni’90 in Nepal c’erano da spartirsi le ricchezze del boom economico derivanti dall’apertura del paese e dall’aumento degli aiuti internazionali. Era un tale ostacolo che il Congresso (Koirala) manovrò per non farlo eleggere a Kathmandu nelle elezioni parlamentari del 1993.

Era chiamato con affetto Kishsunji, e considerato quasi un santo nella politica nepalese. Viveva ritirato in un Ashram a Patan, non si era mai sposato, non si era arricchito come tanti suoi compagni di lotta, non aveva sistemato troppi parenti e amici, leggeva la Bhagavad-Gita, parlava di filosofia e aveva iniziato a rivalutare la monarchia costituzionale come forma di governo migliore per il suo paese (attirandosi maree di critiche). Un personaggio anomalo fra i politici e non solo in Nepal e ciò spiega la grande partecipazione di gente ai suoi funerali.

Gente sfiduciata non più speranzosa come nel 1990 quando i Grandi Vecchi fecero la I° Rivoluzione. La politica è sempre arenata in immense trattative per potere e ministeri che ritardano da oltre un mese la piena formazione del governo. Il nodo è il ministero degli interni voluto dai maoisti e dalla fazione più moderata delll’alleato di governo UML: Il povero primo ministro Khanal sta barcamendandosi. Ha messo dentro tre maoisti (Mahara is the Minister for Information and Communication, Pun is the Minister for Peace and Rehabilitation, Rayamajhi is the Minister for Physical Planning and Works and Bishwakarma is the Minister for Tourism and Civil Aviation), ha coinvolto qualche suo compagno di partito un po’ dissidente (Bishnu Paudel as the Minister for Defense and Gangaram Tuladhar as the Minister for Education, Adhikary Minister of Finance). La spartizione prevederebbe 11 posti al UCPN (Maoisti) e otto al CPN (UML), qualche posto (esteri) dovrebbe anche al Madhesi People´s Rights Forum, Nepal (MPRF-N). Tutto sembra instabile e l’impressione che l’instabilità si allungherà fino alle prossime elezioni politiche con le ovvie conseguenze.

Stanno tornando, portati dai cinesi, centinaia di migranti dispersi nelle rivoluzioni del Medio Oriente, stracciati e senza tante opportunità. Può esserci un collegamento con la notizia, apparsa sulla stampa indiana, che un contadino del Bihar, Hira Mishra 34 anni, stanco di faticare nelle risaie s’è inventato il mestiere di trafficante d’armi. Arrestato a Kathmandu con qualche pistola cinese e indiana e un po’ di munizioni ha raccontato che da anni faceva questo commercio (senza fini politici). Comprava le armi in India per circa Irs. 10.000 (euro 1500) e le rivendeva al doppio in Nepal.

Confini bucati tant’è che l’India ha ufficialmente urged Nepal to take concrete steps to check unauthorized trade between the two countries. Passa di tutto: esseri umani, merci rubate, e, appunto armi. Sorprende che il comunicato indiano risalti il traffico esentasse di noci di Betel nepalesi (usatissime nella perenne masticazione degli indiani e trasformate in sputo rosso) cresciuto a 4 miliardi di rupie nell’ultimo anno. Esentasse e mischiate a calce, cannella e altre spezie, avvolte in una foglia della stessa pianta, il Betel è più gustoso

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