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Nelle Procure della Repubblica le prove dei veleni di Terzigno: dove sono finite?

 

Qui Terzigno.

Ieri sera c'è stato l'incontro tra i sindaci vesuviani e il presidente della provincia Cesaro. L'argomento da discutere non poteva che essere l'immediata modifica della legge che autorizza l'apertura della seconda cava all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Cesaro non può più opporsi all'apertura della discarica, dopo esser stato richiamato all'ordine da Bertolaso, i suoi scheletri nell'armadio lo obbligano ad ubbidire e quindi, i primi cittadini di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase da ieri sera occupano la sala consiliare della provincia. Questo mentre la popolazione vesuviana continua tra mille disagi e sacrifici a presidiare la discarica sul luogo.

Il presidente Luigi Cesaro replica: «Sono irresponsabili, non li ricevo più, le tensioni degli abitanti non vanno esasperate». Ad essere esasperati lo sono davvero, per ovvie ragioni. Stamani alle ore 7,30 tutta la cittadina di Boscoreale era pregna del puzzo nauseante che proviene dalla prima discarica quasi satura; cosa avverrebbe con l'avvento della seconda? Gli studenti, i pendolari, fuori la stazione della Circumvesuviana, camminavano turandosi il naso e la bocca con una mano, reggendo libri o valigette con l'altra. Questa è una popolazione esasperata, ma da uno Stato lontano dai bisogni primari della popolazione e ostile a qualunque discussione o confronto. Questo Stato immorale, che non fa altro che gettarsi in faccia insulti; escort fatte ministro, leghisti irrispettosi, razzisti ed omofobi, presunte case acquistate con i soldi dei contribuenti.

L’assessore all’Ambiente Giacomo Caliendo: «Vogliamo attuare la delibera - parla di quella promessa fatta a trovare alternative alla cava Vitiello, continua, - Come? Se si raggiunge l’obiettivo di portare minori rifiuti in discarica, l’apertura di cava Vitiello, secondo la Provincia, sarebbe inutile.» Nicola Dell’Acqua, uomo di Guido Bertolaso alla Protezione civile, ribadisce: «Tocca alle Province andare avanti, bisogna attuare la legge 90 del 2008». Vale a dire che la discarica di cava Vitiello si deve fare.

I vesuviani devono ora intensificare la protesta, non soltanto sul fronte della contestazione, ma anche raccogliendo prove che attesterebbero Terzigno, come la discarica dei veleni e delle bugie. Prove che da anni giacciono nell'indifferenza generale nelle Procure della Repubblica; perchè non saltano fuori queste prove?

Caldoro dichiara che entro un mese inizieranno i lavori per ben due inceneritori, uno a Napoli est, l'altro a Salerno. Dimenticandosi di citare il ciclo integrato dei rifiuti inesistente, per cosa sono stati utilizzati i milioni di euro stanziati alla regione Campania sul fronte gestione dei rifiuti?

Perché alla popolazione locale non vengono mostrati la valutazione impatto ambientale e la captazione del pergolato, documenti che tranquillizzerebbero i cittadini sulla sicurezza della discarica che vedono dalle proprie finestre? Perché le analisi svolte dal secondo policlinico di Napoli, quei documenti che mostrerebbero, come prove schiaccianti, l'alto tasso di diossina nel latte materno, non vengono resi noti alla stampa nazionale, perché la magistratura non compie il suo dovere?

Perché le discariche, cave pagate con i soldi dei cittadini e che gestiscono un bene pubblico, sono militarizzati non fuori, ma dentro le cave? Cosa si vuole nascondere? A nessuno è permesso entrare e girare liberamente, né ai giornalisti, impedendo il diritto di cronaca, né agli stessi sindaci o assessori che possono entrare solo con la guida.

Infine quel documento del 1° Maggio 2008, il Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) che allarga il campo d’applicazione del segreto di Stato, in nome della tutela della sicurezza nazionale, ad una lunga serie di infrastrutture critiche tra le quali “gli impianti civili per produzione di energia”. Questo significa che i futuri siti per il deposito delle scorie nucleari e i nuovi impianti civili per la produzione di energia, le centrali nucleari, i rigassificatori, gli inceneritori/termovalorizzatori sono coperti dal segreto di Stato. Segreto che si estende anche agli iter autorizzativi, di monitoraggio, di costruzione e della logistica di tutta la filiera quindi anche delle discariche.

Dpcm: “nei luoghi coperti dal segreto di Stato le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sono svolte da autonomi uffici di controllo collocati a livello centrale dalle amministrazioni interessate che li costituiscono con proprio provvedimento” e le amministrazioni “non sono tenute agli obblighi di comunicazione verso le aziende sanitarie locali e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco a cui hanno facoltà di rivolgersi per ausilio o consultazione”.

Ora, considerando la lunga lista di: condannati, indagati, salvati dalle prescrizioni, dalla immunità parlamentare, dalle mancate autorizzazioni ad usare intercettazioni, che vivono nel nostro Stato, secondo voi, italiani, i cittadini vesuviani sono legittimati a non fidarsi di quanto gli viene imposto?

Febbraio 2010:

Rifiuti radioattivi dagli ospedali napoletani direttamente nella discarica.

Due autocompattatori sequestrati dalla polizia all´ingresso della discarica di Chiaiano. Le apparecchiature in dotazione all´esercito, e poi quelle dei vigili del fuoco del Nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico), hanno confermato la presenza di Iodio 131, sostanza radioattiva usata per la cura delle neoplasie della tiroide. I due autisti degli Iveco bloccati, di proprietà della ditta di smaltimento Enerambiente spa, azienda di recentissima costituzione (2007), derivata per scissione societaria da SLIA S.p.A. che le ha conferito le attività di servizi ecologico – ambientali, raccolta rifiuti, pulizia delle città, progettazione, realizzazione e gestione impiantistica del trattamento, lavorazione, recupero e trasformazione dei rifiuti. Il company profile che segue è descrittivo delle attività e del know how di SLIA S.p.A., che ha travasato in ENERAMBIENTE S.p.A. sostanzialmente tutta la sua struttura operativa.

SLIA S.p.A. venne costituita con lo scopo di gestire appalti pubblici ed in particolare appalti di servizi di igiene urbana e di gestione dei rifiuti, operando in questo campo sin dal 1951. L’azienda, fondata a Roma da un gruppo di imprenditori locali (l’acronimo SLIA sta per Società Laziale Imprese ed Appalti) è stata poi rilevata da un gruppo industriale veneto. Il 3 novembre 2008, il giudice monocratico di Roma, Francesco Patrone, condannava Francesco Rando, braccio destro di Cerroni e responsabile della Giovi s.r.l ma detentore anche di una larga quota nell’allora SLIA S.p.a, per la gestione della discarica di Malagrotta, un anno di reclusione, 15 mila euro di ammenda nonché al risarcimento dei danni morali e patrimoniali da liquidarsi in sede civile a favore di alcune delle parti lese costituitesi al processo. Motivo della condanna, lo smaltimento «senza alcuna autorizzazione” di “rifiuti pericolosi derivanti dal trattamento chimico-fisico del percolato e dei fanghi conferiti dall´Acea nell´ottobre 2004», in violazione dei decreti legislativi 22/97 e 36/2003. Inoltre Rando è accusato di aver violato, nel maggio 2005, le procedure di ammissione in discarica «di rifiuti speciali senza che vi fosse la documentazione e senza alcuna verifica degli stessi rifiuti, di cui lo stesso sarebbe anche stato produttore». Oggi, la ditta Enerambiente Spa, autorizzava lo smaltimento di rifiuti radioattivi, di origine ospedaliera, nella discarica di Chiaiano.

Come si evince le stesse aziende ''beccate'' in affari poco puliti continuano a lavorare in Campania, difese dalla militarizzazione e trasversalmente dal Segreto di Stato imposto dal primo maggio 2008. Adesso che la magistratura si attivi.

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