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 Home page > Attualità > Media > Nebbie e nuvole basse sull’informazione italiana

Nebbie e nuvole basse sull’informazione italiana

 

Non ho mai visto un sondaggio in merito, ma credo che se Mannheimer o Piepoli chiedessero agli italiani la differenza tra una legge ed un disegno di legge, il risultato sarebbe che sono la stessa cosa. Il merito di ciò è indubbiamente dei giornalisti italiani, forse perché gran parte di loro sono ignoranti, nel senso che non hanno fatto studi di giurisprudenza ed a scuola non hanno avuto nemmeno le basi dell’educazione civica, da anni abolita di diritto e di fatto.

Il ddl, tecnicamente disegno di legge o più prosaicamente progetto di legge, è il testo che viene presentato ad uno dei due rami del Parlamento per diventare legge e, finché non ottiene l’approvazione di Camera e Senato e la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, non è legge dello Stato. I nostri eroi della carta stampata e dei tiggì hanno preso il vizietto di abbreviare tutto: il presunto colpevole diventa il colpevole e quindi anche il disegno di legge diventa legge. Entrano così nello scibile collettivo dei concetti che non sono tali, e che a volte mai lo diventano. Alberto Stasi era il colpevole fin dal giorno in cui gli inquirenti hanno cominciato a tenerlo d’occhio, senza aspettare nemmeno la sentenza di primo grado. Così la "legge" sulla caccia - in discussione in questi giorni - è già legge secondo i media, senza aspettare tutto l’iter legislativo obbligatorio e, soprattutto, senza aspettare tutte le modifiche che verranno apportare dal momento della sua presentazione alla promulgazione.

Dico questo perché in questo andazzo la gente comune (nella quale mi ci metto anch’io) scambia le pie intenzioni del legislatore in fatti compiuti. Mi è già capitato di rivolgermi a qualche ufficio per chiedere lumi su un provvedimento, e di sentirmi rispondere che non esiste nulla in merito, perché quello che dicevano i giornali tempo addietro era solo un ddl, mai diventato in legge. La cosa si complica ulteriormente se la legge prevede dei decreti di attuazione, cioè ulteriori leggi che diano la possibilità di rendere operabile la legge stessa. Il caso più clamoroso, perché attuale, è il federalismo fiscale che è una legge dello Stato, ma che non ha alcuna applicazione pratica (diciamolo pure: è lettera morta) finché non saranno emanate altre leggi che dicano espressamente come viene fatto ’sto federalismo. Non è che tutte le colpe siano dei giornalisti. Da almeno quindic’anni c’è il buon vizietto di presentare al Paese come leggi i buoni proponimenti scritti nel libro dei sogni dei governanti. L’esempio più eclatante è l’abolizione degli enti inutili, comprese le provincie. Tutti sono d’accordo, vengono strombazzate a destra e a manca in tutti i programmi elettorali, la gente crede che siano stati tutti aboliti - finalmente - salvo poi accorgersi che nulla è stato fatto.

Basta scorrere l’elenco per sapere che esiste una Fondazione figli degli italiani all’estero o l’Ente nazionale lavoratori rimpatriati e profughi (ENLRP) o l’Istituto nazionale gestione imposte di consumo (INGIC). Non parliamo poi delle Provincie: cavallo di battaglia della Lega, forse chissà può darsi che un giorno vengano abolite, ma solo quelle di sinistra (chi se la sente di sputare sul piatto in cui mangia?).

In questa babele terminologica ci sguazziamo tutti. Anche questo è un modo di governare, molto più produttivo per ottenere consensi elettorali che non dire come stanno effettivamente le cose.

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