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Nave Aquarius: le intercettazioni non confermano il dolo da parte di Medici Senza Frontiere

Torna sotto attacco la Onlus Medici senza Frontiere, che da qualche anno affronta operazioni di salvataggio in mare traendo in salvo migliaia di migranti.

La nave Aquarius, utilizzata per queste operazioni, è già stata oggetto di polemiche, scontri politici e un’inchiesta avviata lo scorso anno – e finita con un nulla di fatto – per presunta collusione con gli scafisti.

Ora, la nuova presunta accusa: si pensa che dalla nave Aquarius, i rifiuti venissero smaltiti senza operare lo smaltimento differenziato tra rifiuti normali e rifiuti speciali, rappresentati – per esempio – da materiale sanitario utilizzato a bordo per curare i migranti, o degli abiti dei migranti, materiali che devono seguire una procedura di smaltimento ben precisa, e la cui azienda appaltante è la Gespi di Augusta.

Si tratta di accuse presunte, ovviamente, nulla di confermato. Le indagini sono state appena avviate. Ma oggi basta un niente per scatenare le sentenze civili di condanna, attraverso ciò che la gente che abita in pianta stabile sui social network diffonde pur non avendo elementi validi per sentenziare.

A poche ore dalle prime notizie diffuse dai media, attraverso telegiornali e quotidiani nazionali, ecco il popolo del web accusare e condannare, senza se e senza ma, Medici Senza Frontiere. Ridicoli certi commenti sulla pagina ufficiale della ONG: alcuni urlano cose del tipo “Ora sversate anche rifiuti tossici in mare”! senza aver capito un fico secco di cosa si stia parlando.

Andiamo per ordine. Le intercettazioni telefoniche che molti utenti dei social sbandierano come “prova certa di colpevolezza” non sono affatto una conferma, ma – se lette o ascoltate – dandogli un senso, risuonano non tanto come un reato commesso dalla ONG quanto come un sistema di corruzione che alberga altrove, e viene quasi imposto all’organizzazione internazionale come metodo, una sorta di convenzione, di patto, tra chi opera nel porto e chi attracca col suo carico di problematiche umane di ogni sorta.

Ecco uno stralcio delle intercettazioni: «Per i vestiti l’abbiamo già fatto altre volte. Li classifichiamo come rifiuti speciali, come fossero stracci della sala macchine». È il 12 dicembre 2017, l’agente marittimo Francesco Gianino parla con uno dei responsabili di Medici senza Frontiere – Vincent Colin - e gli spiega il metodo che utilizzano, svelando - questa è l’accusa - lo smaltimento illecito dei rifiuti proveniente dalla nave. Scrive il giudice: «Gianino rimproverava Vincent Colin per aver contattato direttamente la Gespi di Augusta aggiudicataria del servizio di raccolta rifiuti presso il porto. Da questa conversazione emerge la consapevolezza da parte di Giannino della natura pericolosa dei rifiuti. Risulta inoltre che tale sistema è nato da circa tre anni».

Già a una prima lettura si comprende molto chiaramente come il responsabile della nave Aquarius abbia posto in essere il comportamento corretto, contattare la Gespi per lo smaltimento dei rifiuti, e il comportamento scorretto da parte dell’agente portuale Gianino.

Se Medici Senza Frontiere avesse davvero messo in essere un piano strategico per smaltire illegalmente i rifiuti speciali, pensate davvero che i responsabili della nave Aquarius, tutti, non ne fossero a conoscenza e avrebbero contattato invece l’azienda appaltante?

No, ovviamente no. A parte questo, in un periodo storico come quello in cui stiamo vivendo in Italia, con un sistema di governo che chiude i porti, va contro le normative nazionali e internazionali per ciò che riguarda i salvataggi in mare e i diritti umani, non ci vuole tanto a pensar male, che si farà pure peccato, però…

Prima di scaraventarsi contro Medici Senza Frontiere, direi che sarebbe molto più saggio attendere l’esito delle indagini, e semmai tirare le somme.

È evidente come il governo in carica, in special modo per ciò che riguarda l’alleata Lega, sia fortemente in contrasto con chiunque operi nel settore dei diritti umani e dei salvataggi in mare. È quindi evidente ancor di più, che in una tale situazione di totale chiusura nei confronti di migranti e salvataggi, sia necessario andare con cautela, fosse solo per non far pagare – ancora una volta –gli errori dei politici a persone cui viene imposto di avventurarsi in mare verso le nostre coste, e oggi questo metodo non è più un mistero: lo ha ben chiarito ultimamente Emma Bonino, e ancor più recentemente Valeria Fedeli, ex Ministro dell’Istruzione, che hanno dichiarato come, in special modo il governo Renzi, abbia letteralmente trattato con la UE l’approdo di tutti i migranti verso l’Italia, in cambio di un occhio chiuso sul pareggio di bilancio, per esempio.

La cosa che fa male, sapendo come sono andate le cose negli ultimi anni, è che invece che inveire contro chi ha stretto questi accordi – i precedenti governi – Salvini continui ad attaccare ancora esclusivamente i migranti, utilizzando frasi che aizzano sempre di più una parte di popolazione, come “La pacchia è finita” riferita a questa gente, che viene ormai sballottata a destra e manca, trattata peggio di immondizia da smaltire illecitamente.

Propongo, una volta di più, una grande moderazione in special modo in questo periodo di toni troppo accesi. La ragione non urla, mai. Si rifletta quindi, prima di condannare chi ancora non ha ricevuto condanne dal sistema giudiziario. Ce lo chiede la coerenza, ormai in disuso da troppo tempo.

Questa popolazione, o meglio una parte di essa, condanna immediatamente chi viene indicato loro da un sistema politico ormai troppo avvezzo a comandare. Poi, però, la stessa parte di popolazione, "dimentica" condanne realmente comminate a politici che, ancor oggi, dettano legge nel sistema politico nazionale. Come belve in cerca di prede, queste persone mordono i migranti, elementi troppi fragili per non esser gettati nel fuoco della rabbia popolare da chi ha perso del tutto il senso della politica.

Foto: Ministerio de Defensa/Flickr

 

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Un italiano (---.---.---.56) 22 novembre 2018 22:38

    La legge non è uguale per tutti, almeno secondo i giornali progressisti, gli stessi che hanno supportato ogni singola inchiesta, anche la più pretestuosa, anche la più ridicola, purché colpisse il nemico politico del momento. In questi giorni, la sinistra è scattata in difesa della nave Aquarius, accusata di aver scaricato, oltre ai migranti, tonnellate di rifiuti tossici. Il presunto smaltimento avrebbe fatto risparmiare 460mila euro alla Ong Medici senza frontiere proprietaria della Aquarius. Roberto Saviano, Gad Lerner e Cécile Kyenge si indignano per la vile aggressione a chi porta solidarietà. Niente di strano. Era già successo col sindaco di Riace, Mimmo Lucano, accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina. Sciocchezze, tempo sprecato. Lucano è un angelo e stop. Ovviamente tutti sono innocenti fino a prova contraria. Valeva ieri, vale oggi e soprattutto vale per tutti. La sinistra però non la pensa così. Quando c’è di mezzo l’immigrazione, le sentenze di assoluzione sono emesse direttamente dai quotidiani schierati. Si va oltre il garantismo: si pretende un lasciapassare che consenta di agire nella illegalità. Lo Stato di diritto non rientra nelle loro corde ma in fondo già lo sapevamo. Un esempio. Titolo di prima pagina di Repubblica: «Rifiuti illeciti, l’ultima accusa per fermare le Ong. Così il muro dei cavilli discrimina i migranti». All’interno, veniamo a sapere che il procuratore di Catania, Antonio Zuccaro, è ossessionato dalle Ong e vuole dimostrare a tutti i costi che favoriscono il traffico dei migranti. Per questo, innalza un muro di «cavilli» inutili alla vera giustizia ma utili per screditare chi vuole salvare i migranti. In questo caso, i «cavilli» sarebbero 24 tonnellate di rifiuti consistenti in vestiti dei migranti, garze sporche, mascherine usate. Una potenziale fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni, secondo la procura. Bazzecole, secondo la sinistra pro-immigrazione. Anzi. L’inchiesta sarebbe un «colpo di piccone» all’Italia tollerante e solidale che affronta un clima di «razzismo strisciante». Siamo ai confini della realtà. Quando si parla di immigrazione ormai la sinistra (e non solo, purtroppo) mette da parte il buonsenso e si tuffa in un’orgia di retorica che fa male a tutti. Fa male a noi, perché ci impedisce di affrontare lucidamente la questione. Fa male agli immigrati e ai Paesi da cui partono. Gli immigrati si illudono di trovare la cuccagna in Europa ma finiscono a fornire manodopera alla criminalità o ai caporali che li fanno sgobbare nei campi per un tozzo di pane. Spesso i clienti degli scafisti non sono disperati in fuga dalla guerra. Sono invece i rappresentanti di una nuova, piccola borghesia che sarebbe preziosa proprio nei Paesi d’origine. Sull’argomento, studiosi come il laburista Paul Collier hanno scritto interi saggi. Il traffico di uomini è nuova forma di schiavismo e va stroncata.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.241) 22 novembre 2018 22:43

    Salve È evidente come lei non abbia letto altro se non il titolo del mio articolo

    E sui migranti: magari fossero loro a voler venire in Italia...

    Saluti

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