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Napolitano inamovibile, Ruby una santa e Grillo uno statista

Basta accendere la televisioni e dare un’occhiata alle principali notizie che scorrono sui telegiornali per comprendere il reale sfacelo in cui versa il nostro paese. Tralasciando i dati economici, sulla crescita, sulla disoccupazione giovanile che fotografano una società in agonia ci si può concentrare sui personaggi che imperversano sulle reti televisive e tastare veramente il polso del disastro in atto.

Il primo attore perno di tutto quello che accade intorno è Giorgio Napolitano, Capo dello Stato esemplare e rispettato, figlio di una cultura politica antica e nobile è da mesi oggetto di stalking da parte dei principali partiti politici che lo vorrebbero eleggere per un secondo turno al Quirinale. Fino quindi alla veneranda età di 95 anni. Classe 1925 e prossimo agli 88 anni, il grande Re Giorgio dovrebbe essere condannato a dirimere per altri sette anni le lunari questioni politiche italiane, invece di godersi in santa pace l’ultimo scorcio della sua incredibile vita. Proposta figlia della congenita incapacità a cambiare e rinnovarsi, la prorogatio di Napolitano significherebbe il fallimento della politica italiana a cui sarebbe preclusa la possibilità di trovare un altro membro altrettanto autorevole e serio come l’ex comunista ed ex presidente della camera che oggi siede sul colle più alto.

Se però una stella rischia di spegnersi e vorrebbe essere tenuta in vita artificialmente un altro astro è appena nato nel firmamento della politica nostrana ed il suo nome corrisponde a Beppe Grillo. Comico di indubbio spessore il leader del Movimento 5 stelle rischia di passare alla storia come il più grande tattico che perse tutte le battaglie per cui era sceso in campo. Più passa il tempo, infatti, più appare chiaro che il duo Casaleggio Grillo con i 25 milioni di voti degli italiani non sa cosa farci. Oltre a tanti insulti e a proposte velleitarie ed antistoriche come lo stop alla Tav, e la decrescita felice, Beppe Grillo non ha fatto ancora nulla per risollevare le condizioni del nostro paese, capace principalmente di distruggere e non di costruire, il guru del M5s appare un rimedio infinitamente peggiore del male. Grillo ormai passa i suoi giorni ad intimare ai suoi deputati e sanatori cosa devono fare e dire, smentendo e manovrando i propri capogruppo, cancellando i commenti critici che sempre più spesso appaiono sul suo blog, e lanciandosi verso una deriva antieuropea ed un po’ fascistoide che può entusiasmare solo Marie Le Pen che infatti lo ha lodato pubblicamente.

Sui due personaggi sempre più alla ribalta, uno in ascesa, e l’altro sulla cresta dell’onda ancora per pochi giorni, si innesta il cancro berlusconiano. Ieri una delle sue metastasi Ruby Rubacuori si è presentata davanti al tribunale di Milano, accusando i giudici di essere stata usata per colpire il Cavaliere. Lo spettacolo della “Ruby” che di fronte ad una schiera infinita di fotografi e giornalisti dichiara di non essere una prostituta ma un misto tra una sprovveduta e una santa, è raccapricciante. L’eredità lasciata da Berlusconi dopo 20 anni di suo incontrastato potere è devastante: l’economia reale è in coma sempre più profondo, lo scontro tra politica e magistratura ha toccato punti mai visti e la morale pubblica è data per dispersa.

In questo quadro a tinte fosche quindi, oltre ad attendere una nuova legge elettorale e nuove elezioni che sappiano ripristinare un minimo di governabilità, si può solamente auspicare che dopo anni di onorata carriera Giorgio Napolitano vada in pensione, che Grillo lasci i suoi parlamentari liberi di scegliere e che Ruby Rubacuori ed il suo Cavaliere vengano ricordati come una delle pagine più tristi della nostra storia recente. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.176) 5 aprile 2013 19:19

    Manca un nome a questo "idilliaco quadretto", Bersani.

    Questi, dopo aver attraversato l’ultimo ventennio ben inserito nel gruppone degli oligarchi del PDS,DS,PD, corresponsabili di minoranza dello sfascio dell’Italia, si è reso responsabile di una clamorosa sconfitta elettorale pari a quella di Occhetto.

    Non contento e nel solco dei politici italiani che rifiutano ogni responsabiltà per le proprie azioni, invece di liberarci della sua ingombrante presenza insiste nel volere un incarico pieno per formare un governo scilipoti oppure per gestire lui l’ordinaria amministrazione come presidente del consiglio per potersi ripresentare alle nuove elezioni ancora una volta come leader della sinistra.

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