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Napoli: sparatoria tra Montesanto e i Quartieri Spagnoli

Un quattordicenne ferito ad una gamba da un colpo di pistola nei pressi della stazione della Cumana di Montesanto. I protagonisti della sparatoria si sono inseguiti in motocicletta per tutti i Quartieri Spagnoli, seminando il panico.

Sparatoria ai Quartieri Spagnoli, nel centro di Napoli. Gli inseguitori si sono affrontati per tutto il dedalo di vicoli di Via Toledo, ferendo nei pressi della Cumana di Montesanto un quattordicenne, dove poco dopo è stato anche ucciso a coltellate un Rom di 25 anni. Tuttavia, in seguito alla scoperta di un colpo di proiettile nell’ascella del giovane di etnia Rom, è probabile che si trattasse dell’obiettivo, giustiziato poi con una pugnalata. Ma la sparatoria è poi proseguita anche nei vicoli in direzione di Via Toledo.

Ero da pochi minuti entrato in casa e mi ero messo a leggere un libro, cercando così di dimenticare il calore e l’afa, piuttosto inusuale in questo periodo di Maggio. Leggo le prime pagine, ma dopo un po’ stacco e mi metto a pensare al più e al meno. Ad un tratto vengo interrotto da un forte rombo di motociclette. Sebbene abituato al rumore dei motorini sfreccianti, rimango colpito comunque dal frastuono e decido di affacciarmi fuori al balcone. Da dietro al vicolo spuntano improvvisamente due motociclette guidate da due o tre uomini senza casco e che sfiorano di striscio un gruppetto di donne: l’inseguitore mira e spara tre colpi di pistola che non centrano il bersaglio. E’ il panico, la gente comincia a fuggire. Un gruppo di giovani dello Sri Lanka, che erano usciti dall’abitazione per prendere una boccata d’aria, si rintana sbarrandosi nel loro "basso". Sono tante le persone presenti alle 7 di sera in strada. Chi è in casa apre il balcone e si affaccia, allarmato. Le "botte" delle armi da fuoco si riconoscono subito. Urla, pianti, fuggi fuggi generale di donne e bambini, per un minuto buono non si capisce più niente. Intanto nel vedere le scintille dei proiettili mi sono gettato anch’io in casa, aspettando che i killer della camorra se ne andassero. Dopo poco torno ad affacciarmi e subito noto l’arrivo di un ragazzo sui vent’anni che entra di corsa nel palazzo: il padre cerca di afferrarlo, gli urla contro. E’ terrorizzato, corre a destra e a sinistra, ha preso da casa un casco integrale azzurro, non si ferma ai richiami dei parenti. La gente lo guarda incredula, finchè non decide di tornare sulla motocicletta e fuggire. Forse era lui l’obiettivo dell’agguato. Dopo mezz’ora arriva una volante della polizia, seguita a sua volta da un gruppo di “falchi“. Si fermano davanti all’ingresso di un basso, la cui proprietaria ha pensato bene di tappezzarlo fin dentro la cucina di manifesti elettorali del Pdl e in particolare dell’Udeur, raffiguranti il volto sornione di Mastella. Dopo un po’ vengo a sapere della sparatoria alla Cumana di Montesanto, ad un chilometro di distanza dall’agguato sotto casa mia: hanno giocato al gatto e al topo per tutti i Quartieri Spagnoli, fregandosene della vita delle persone.


Il tutto si potrebbe inserire nelle nuove geografie criminali cittadine: nei vicoli di Via Toledo stanno tornando i vecchi padroni del quartiere in seguito alla scarcerazione di Marco Mariano, i Faiano, autori di sanguinose faide negli anni passati e sono intenzionati a riprendere il controllo delle piazze di spaccio. Hanno dinanzi i Sarno di Ponticelli, che nel frattempo hanno messo le mani su buona parte della città, indeboliti dall’arresto del loro boss, Giuseppe Sarno. Ma è presto per tirare le somme, lo diranno gli investigatori.

Gelsomina Verde, Annalisa Durante, Nicola Scarpa. Vittime innocenti della camorra, di questi sorci (solo così si possono definire) che escono dalle loro tane ammazzandosi per quattro soldi, protetti dal quartiere e, soprattutto, dal silenzio e dalla paura delle persone. Chi sarà il prossimo? A cosa servono gli appelli alle istituzioni, le denunce, le fiaccolate? Qui non si è mai vista una pattuglia. Le camionette delle forze dell’ordine ai Quartieri sono arrivate soltanto la settimana scorsa, quando si presentò per un comizio al Teatro Augusteo il candidato del Pdl alla Provincia, Luigi Cesaro, accusato da quattro pentiti di essere uno dei principali referenti del clan dei Casalesi, insieme ad un altro gentiluomo, Nicola Cosentino, sottosegretario all’ Economia, meglio conosciuto dalle sue parti come Nick ‘o ‘Americano, anch’egli accusato di essere uomo di fiducia dei Casalesi.

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