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Napoli, i guai di Luigi De Magistris con la legge

Guai per Luigi De Magistris, sindaco di Napoli per il Movimento Arancione. Dopo il sequestro Italsider e l'inchiesta aperta per omissione di atti d'ufficio, ora tocca all'America's Cup: l'accusa quella di turbativa d'asta e abuso d'ufficio. E da accusatore si trasforma in accusato, attaccando la "giustizia ad orologeria".

Tutto inizia con il sequestro dell'area Italsider di Bagnoli. De Magistris non è tra gli indagati, ma la questione è problematica: si tratterebbe infatti di colpire una delle zone d'interesse per l'America's Cup. Per la mancata bonifica di un'area infida, il reato ipotizzato sarebbe quello di disastro ambientale, considerato l'aggravarsi della situazione del luogo. Un'indagine ad ampio raggio, che vede coinvolti "presidenti e direttori generali della società di trasformazione urbana (Stu) Bagnolifutura Spa, i rappresentanti di tutti gli enti coinvolti nei procedimenti di bonifica del sito, compresi il direttore generale del ministero dell'Ambiente, i dirigenti dell'Arpac (Agenzia regionale dell'ambiente), il dirigente della Provincia, il coordinatore del dipartimento Ambiente del Comune di Napoli, e dei vari rappresentanti e i tecnici delle ditte esecutrici dei lavori".

L'indagine non può certo far piacere a De Magistris, dato che la situazione dell'area era ben nota al sindaco, ascoltato come testimone nel 2011, che aveva di conseguenza cassato l'ipotesi di localizzarvi i preliminari di America's Cup. Troppo pericoloso, con le indagini in corso. Se si considera poi che il protagonista nel caso Italsider è Bagnolifutura spa di Omero Ambrogi, uomo di De Magistris, diviene comprensibile lo sfogo che il sindaco stesso avrà tempo dopo: "Alcune intercettazioni risalgono al 2007, addirittura qualche atto è del 2003. Mi chiedo: perché si è aspettato tanto?". Anche perché a dirigere le indagini sarà il PM Stefania Buda, beccata alla festa di Raffaele Calabrò (Pdl), lo stesso che poi sarà posto a capo del filone "buche stradali".

L'accusa - diretta stavolta proprio verso De Magistris - è quella di omissione in atti d'ufficio e attentato alla sicurezza stradale. La risposta legittima del sindaco punta sulle condizioni di partenza del mandato: "Cosa avrei dovuto fare? Mi hanno consegnato un ente in dissesto finanziario". Il rischio ipotizzato è però più grave che in precedenza: "Tra le ipotesi formulate dagli investigatori, vi è anche quella di lavori eseguiti dalle ditte in maniera sommaria per poter indurre il Comune a disporre nuovi interventi per la messa in sicurezza." Fin qui nulla che riguardi direttamente De Magistris, ma non è tutto: l'omissione finisce per rientrare nelle responsabilità dell'autorità cittadina, quando la procura l'accusa di aver speso il denaro in grandi opere e non nella manutenzione minima della rete stradale.

È qui che De Magistris inizia ad assumere la strategia di difesa che tanto aveva avuto spazio proprio nelle indagini dell'ex-magistrato: è un processo politico, colpa dei PM. Certo, il principio che la modulazione della spesa pubblica possa essere soggetta a provvedimenti da parte della magistratura è al limite dei rapporti tra poteri, ma già il 6 giugno (meno di un mese dopo) la finanza irrompe nel comune di Napoli, uscendone con il computer di Attilio Auricchio e con i verbali di perquisizione degli uffici di Claudio De Magistris, rispettivamente stretto collaboratore e fratello del sindaco. L'accusa è grave: turbativa d'asta nell'ambito degli appalti per l'America's Cup. Quando il computer è dissequestrato per "assoluta carenza di motivazioni nel decreto", De Magistris si sfoga lamentando la mancanza di motivazioni, ma è troppo presto per farlo.

La procura non si fa pregare: conferma il sequestro, accusando di turbativa d'asta De Magistris, il governatore Caldoro e l'ex-presidente della provincia Luigi Cesaro. Oggetto dell'inchiesta sarebbe la gestione dell'ACN (America's Cup Napoli), la società creata per la manifestazione, la cui funzione si sarebbe poi trasformata con una modifica dello statuto in organizzazione di eventi in genere. Una metamorfosi sospetta, quando si tratta di grandi eventi, interesse primario delle distorsioni delle pratiche di appalto. È così che è iniziato il rapporto conflittuale di De Magistris con la magistratura, mentre le indagini continuano il proprio corso.


Foto: Santino Patanè/Flickr

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