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Napoli: è di nuovo guerra

Dopo alcuni mesi di tregua, si tornano a contare i morti ammazzati nella provincia di Napoli. A Castellammare di Stabia una folla commossa si è recata ai funerali di Gino Tommasino: consigliere comunale.

La notizia dell’omicidio camorristico di Gino Tommasino ha avuto grande risalto presso i maggiori quotidiani italiani, a cominciare da quelli on line. Le più grosse testate giornalistiche televisive hanno dimostrato una certa sensibilità verso le problematiche mafiose che attanagliano i paesi dell’arco vesuviano in questi giorni.

La morte drammatica di un consigliere comunale in pieno giorno, con accanto il figlio tredicenne rimasto miracolosamente illeso, ha suscitato non solo lo sdegno in tutta la comunità cittadina ma anche di quella politica ed istituzionale.
Il sindaco Salvatore Vozza è rimasto seriamente colpito da questa morte improvvisa e barbara nelle modalità nella quale è maturata. I sindaci dei comuni limitrofi, a cominciare da Portici con il suo gonfalone, hanno espresso piena solidarietà a tutto il consiglio comunale stabiese.

Il mondo politico per un giorno si è associato al dolore di questo paese ed i mezzi di informazione hanno dato risalto all’evento; non sono mancate le dichiarazione di uomini di partito come quelle di Walter Weltroni o di uomini delle istituzioni come quelle del Presidente del Senato Renato Schifani, ma si sono sentiti anche i silenzi di quei tanti, troppi parlamentari campani che occupano delle poltrone di primo piano nell’attuale esecutivo: a cominciare dai sottosegretari.

Per la verità non è che prima del tre febbraio non fossero stati ritrovati dei corpi esangui con un proiettile nella testa lungo le strade di Castellammare: solo non erano politici. Infatti i morti non sono mancati, ma sono stati derubricati a questioni di ’’regolamento dei conti’’ all’interno dei clan rimasti, dopo il duro colpo inferto ai D’alessandro con il processo Sigfrido.

Niente faceva pensare a quest’epilogo, la città sembrava tranquilla ma dietro la calma apparente il potere politico cittadino fremeva: in pericolo era proprio la giunta che rischiava di perdere la sua maggioranza. Gli stanziamenti ricevuti dalla regione campania per lo sviluppo dell’area stabiese fanno gola a troppe fauci per potere sperare in un vero piano di rinascita; con interventi per lo sviluppo urbano ed un restyling edilizio questa città potrebbe essere un faro per la vicina Torre Annunziata o Boscoreale, piuttosto che Portici o Ercolano.

Gli appalti fanno gola di questi tempi ai clan, e gli appalti nei comuni dove stanno per arrivare tanti, ma tanti soldi fanno acora più gola. I piani proposti dalla giunta comunale per il risanamento edilizio e culturale della città fanno leva su: 

  • progetto di quartiere: che prevede la ristrutturazione degli edifici di edilizia popolare;
  • porto turistico: opera in progettazione e in fase di realizzazione parziale ai confini con il comune di Torre Annunziata;
  • rivalutazione delle terme di Stabia;
  • riqualificazione del castello di Quisisana e degli Scavi di Stabia;

Senza contare il tunnel di Pozzano che deve collegare Castellammare con Seiano, cioè con la penisola sorrentina, piuttosto che il business della ’monnezza’ che non è mai fallito in campania: per quanta propaganda viene fatta dall’attuale Governo.
Non a caso è di ieri la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per Guido Bertolaso (secondo quanto riportato da fonti giornalistiche di valenza nazionale, ndr).



I collegamenti tra queste ipotesi potrebbero avere dei risvolti interessanti andando a guardare il bollettino degli appalti della città delle acque (così viene soprannominata la vecchia Stabiae, ndr).














 

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