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Napoli. Ritorna lo spettro dell’emergenza rifiuti

Napoli. Ritorna lo spettro dell'emergenza rifiuti

Dopo 16 anni di vergognosa, indecorosa, umiliante e ingiusta crisi rifiuti in Campania, dopo ben 11 Commissari Straordinari, dopo le richieste di rinvio a giudizio per gran parte degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’emergenza rifiuti, per reati quali, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, falso ed abuso d’ufficio a carico di 28 imputati, per non parlare dei fiumi di denaro scomparsi. Dopo i processi deviati, le prove cancellate, le polemiche, le assoluzioni, le interrogazioni parlamentari, le denunce alla Corte Europea, l’aumento della tassa sullo smaltimento dei rifiuti, le aperture delle discariche dentro il Parco Nazionale del Vesuvio, e a Chiaiano, nel centro abitato, dopo le accertate analisi scientifiche che confermano gli aumenti di tumori, leucemie, malformazioni nelle zone abitate a ridosso delle discariche rese legali dal Governo, dopo tutto questo e altro ancora, Napoli, è nuovamente sul piede di guerra.

Da ieri, martedì 15 giugno 2010, gli operatori addetti alla raccolta dei rifiuti hanno incrociato le braccia fermando la raccolta su strada.

Le motivazioni che hanno fatto scendere in strada i lavoratori, il fallimento del tavolo istituito da Comune e Provincia e così Cgil, Cisl e Uil e gli aderenti alla Fiadel hanno proclamato lo sciopero. Le quattro sigle non hanno gradito le nuove misure volute dal Comune sull’Asia, l’Agenzia Servizi Igiene Ambientale. Praticamente il Comune di Napoli aprirà una nuova società Asia2, a cui delegherebbe lo spazzamento con relativa perdita dei ticket e dell’indennità di turno del 50% della paga base. Lo spazzamento che ha solo un costo e nessuna entrata va al Comune con una pressione che è la tassa sui cittadini senza alcuna prospettiva.

«Vengono mantenuti sui cittadini solo i costi e la parte ricca prenderà altre strade. Questo impedisce una gestione ordinaria e si puniscono i lavoratori del pubblico servizio».  

Ma non è solo un motivo personale a spingere in strada i lavoratori, la questione è ben più grave e coinvolgi tutti i campani.

In un documento di un mese fa, la Provincia ha stimato che Chiaiano e lo sversatoio Sari di Terzigno, nel Parco del Vesuvio, a questi ritmi di conferimento dei rifiuti, potranno essere utilizzate ancora per almeno un anno. Fonti diverse, interne ad Asia, ipotizzano che Terzigno sarà esaurita già a febbraio. E poi? Nuove discariche? O forse il Governo accelererà l’apertura del mega invaso previsto nella cava Vitello sempre nel Parco del Vesuvio?

Ma perchè infine, aprire una seconda società?

«Un’operazione— denuncia Vittorio D’Albero, della Fiadel — di pura ingegneria finanziaria. Asia è in difficoltà e non può essere ricapitalizzata. Cede un ramo d’azienda ad Asia 2, ricavandone 700-800 milioni che le consentiranno di andare avanti. Asia 2 dovrebbe ripagare col 15% della Tarsu il mutuo contratto per l’acquisto del ramo d’azienda. Peccato che la Tarsu, a fine anno, passerà alla Provincia». Infine, il corteo si concluderà in Prefettura «per denunciare i limiti di una legge dello Stato, quella che avrebbe dovuto sancire la fine dell’emergenza rifiuti in Campania, ma farà pagare ai cittadini e ai lavoratori il salatissimo conto degli anni dell’emergenza».

«La manifestazione - spiegano le OO.SS - partirà alle 9,30 dalla sede della Provincia di Napoli, a piazza Mazzini, protagonista della mancata formulazione di un piano industriale; per poi proseguire fino alla sede del Comune a piazza Municipio, fautore della frammentazione del ciclo dei rifiuti; fino alla sede della prefettura in piazza del Plebiscito, rappresentante del Governo a cui si deve il passaggio dall’emergenza rifiuti al caos con la legge 26 del 26 febbraio 2010. Andremo quindi - continuano - a Palazzo Salerno, sede del Sottosegretariato per l’emergenza rifiuti in Campania, tuttora responsabile di alcune fasi della gestione dell’emergenza».

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