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 Home page > Tribuna Libera > Moriremo tutti democristiani

Moriremo tutti democristiani

È stato democristiano, liberale, ma ora facilmente diventerà democratico e poi, chissà, magari presto popolare, per poi tornare democristiano, poco prima di morire. Perché in Italia è un po' questo che si intende per "regole dell'alternanza": alternare le vesti, saltimbancare da uno scranno ad un altro, sempre con la speranza che la seggiola resti ben incollata nel tragitto.

La politica priva di morale, rigore, idee e, sopratutto, la politica degli impuniti, tiene banco su ogni rete, ogni giornale, ogni media, ogni giorno. Da troppi giorni. Per troppo tempo.

"Ogni popolo ha il governo che merita" si suole dire. E forse è un po' vero. Non è che questi signori che tentano maldestramente di governare noi senza dare un minimo di governo a loro stessi ed al proprio agire, arrvano da Marte. Sono italiani, come noi. E credono tutti di essere nel giusto. Come noi.

Ma ci deve essere il momento in cui qualcosa scatta dentro una "brava persona" e la tramuta in un puro perbenista, senza altra occupazione che la salvaguardia del proprio interesse personale, alla ricerca di un salvacondotto pur che sia, dove il minore dei mali è cambiare casacca. Le scene tristi di queste ultime ore parlano chiaro. Anzi: gridano e denunciano la pochezza di una classe politica che ha superato se stessa. In peggio, purtoppo.

Perché da tutti i fronti, non uno escluso, si è veramente percepito che l'interesse di tutto questo ennesimo stallo di non riforme, di impunità, di indecenza avesse per contraltare il bene supremo che ogni persona "deputata" a rappresentare il popolo alla Camera (perché questo dovrebbe essere il senso della carica) fosse la tutela di un Paese in ginocchio. Mentre da ogni fronte era sin troppo chiaro che l'interesse sottostante fossa la propria personale salvaguardia. Un agire in autotutela, come si usa dire in diritto amministrativo, di cui i politicanti si sono impossessati in ogni senso. 

E così i figli timorosi tradiscono il padre (ma, sia chiaro, lo fanno per il suo bene!), i fratelli si rinnegano tra loro, i presidenti con le mani in pasta tentano ancora di passare per vittime innocenti, le larghe intese si sciolgono, salvo poi rifondarne di larghissime.

E lui è semprè lì. L'onorevole dell'ultimora, che striscia, salta, regala, abbraccia, canta e piange. Possibilmente davanti ale telecamere. Tutto per un giro di giostra in più. Uno solo, poi a nanna.

D'altronde, moriremo tutti democristiani. Tanto vale stare pronti.

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