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Molestie sessuali | La gogna mediatica non può sostituirsi allo stato di diritto

In questo periodo i media hanno fatta a gara per riportare le rivelazioni di VIP e attrici più o meno note che hanno cominciato a rivelare le molestie subite da personaggi noti ed influenti del mondo cinematografico. 
Ora la cosa si sta estendendo anche ad altri ambiti tanto da sembrare ormai fuori controllo. 
Fermo restando che è dalla notte dei tempi che personaggi di potere usano la loro posizione per imporre esperienze sessuali non desiderate alle donne che incontrano, questo atteggiamento è comunque da condannare in toto perché indegno di una società civile e si riduce ad una pratica barbara e spregevole.
Tuttavia, sono del parere che le vittime dovrebbero reagire contro simili abusi e soprusi rivolgendosi unicamente alla magistratura, perché in uno Stato di Diritto rimane la sola autorità deputata a stabilire la verità dei fatti e ad emettere delle sentenze di condanna nei confronti di chi si macchia di tali abominevoli reati.
Concordo sul fatto che le condanne in questo ambito sono davvero troppo lievi nel nostro paese e che la magistratura spesso e volentieri non opera pienamente in difesa delle vittime, specie quando i colpevoli sono personaggi potenti ed influenti, ma se si comincia a non più riconoscere tale autorità si corre il rischio di mettere una parola fine allo Stato di Diritto oltre il quale si prefigurerebbe una società tipo "Far West" in cui a vincere sarebbero sempre e comunque soltanto i più forti. 
E a farne le spese per prime in un tipo di società violenta e criminale di questo tipo, sarebbero proprio le donne vittime delle ingiustizie di cui sopra.
Anzi, tali comportamenti violenti nei loro confronti incrementerebbero sicuramente a dismisura.
Dare così tanto spazio ai tribunali mediatici su questo argomento è un preludio a questo genere di deriva, perché al contrario di quanto dovrebbe accadere nelle sedi giudiziarie preposte, non vi è l'onere della prova di quanto viene riportato e il tutto si riduce ad una sequela di dichiarazioni che servono sopratutto per aumentare l'audience delle emittenti radiotelevisive da una parte e le vendite delle riviste di gossip dall'altra.
Le sofferenze delle vittime vengono diffuse come autentici prodotti mediatici e strumentalizzate in modo vergognoso tanto da ledere ancor di più la dignità delle stesse.


Si arriva perfino ad interrompere le dichiarazioni delle persone coinvolte perché bisogna dare spazio alla pubblicità o perché deve parlare l'ennesimo specialista di turno.
Certo, ci sono sicuramente donne che sfruttano questo filone mediatico per tornare in auge e uomini che davvero hanno commesso i reati di cui vengono incolpati, ma la sede per parlarne e per stabilire responsabilità e verità non può essere quella simile ad una piazza in cui si procede al linciaggio virtuale dei colpevoli da parte dell'opinione pubblica.
La sofferenza merita comunque rispetto e non può in alcun modo venire mercificata perché quando un essere umano perde la dignità non gli resta proprio più nulla da difendere.
L'aspetto più brutto di tali vicende risiede nel fatto che vi sono migliaia di donne che vengono stuprate, picchiate o abusate ogni giorno negli appartamenti anonimi delle nostre città o sui luoghi di lavoro, nell'omertà delle famiglie, nel silenzio complice dei colleghi di lavoro e più in generale nell'indifferenza di vicini e parenti.
Le voci disperate di questi esseri umani non le accoglie nessun studio radiotelevisivo, né vengono mai scritte sulle riviste di gossip perché non rendono commercialmente, dato l'anonimato in cui sono costrette a vivere, quel silenzio imposto dalla legge del capitale in cui è degno di esistere soltanto ciò che rende.
Detto questo, invece di prendersela con l'operato non sempre limpido di certa magistratura e sulle carenze repressive riguardanti le molestie e lo stupro, sarebbe bello che i VIP vittime di tali reati si facessero portavoci di una battaglia civile per modificare la legislazione attualmente in vigore al fine di ridare giustizia e dignità a tutte le vittime di questi crimini bestiali, a cominciare proprio da coloro la cui voce non viene ascoltata da nessuno!

Yvan Rettore

 
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

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