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Milano, cambiare si può: ecco il programma di Pisapia

Sabato sera al teatro Dal Verme, sala strapiena e 500 persone fuori, il candidato sindaco del centrosinistra e la coalizione che lo appoggia hanno presentato la campagna elettorale per le Comunali del prossimo maggio. Una Milano “città aperta”, intercultuale, più accogliente, con nuove prospettive di lavoro e occasioni di partecipazione: tra proposte concrete e carica emotiva, l’impegno entra ora nel vivo.

Marzo alle porte, per Giuliano Pisapia arriva il momento di incominciare sul serio, di tirare le fila dell’attività svolta in questi mesi e di proporre ai cittadini, punto per punto, le sue idee per una Milano diversa: la sfida elettorale che lo contrappone all’attuale sindaco Letizia Moratti si avvicina in fretta. Stessa la sala, quella del teatro Dal Verme, dove si era conclusa lo scorso novembre - con Nichi Vendola testimonial d’eccezione - la corsa vittoriosa delle Primarie: ora però è tutt’altra storia. Non si tratta di convincere gli elettori del centrosinistra, bensì tutta quella parte di disillusi che al voto, amministrativo e politico, non ci crede più da tempo; oppure chi ha magari sempre votato, in passato, per l’altro schieramento. Impresa ardua, e la forte pressione indubbiamente la sente, Pisapia, in questa serata che ha il sapore di una ripartenza. Ringraziando gli oltre mille volontari che hanno dato il loro contributo, pratico e intellettuale, fin dalle prime fasi di elaborazione del programma, il candidato sindaco va quindi a esporne gli aspetti chiave. Un programma di 90 pagine scaturito “dal basso”, appunto, mettendo insieme i risultati di un grande workshop collettivo, condotto dagli undici tavoli tematici del progetto dell' “Officina per la città”.

Ed eccola, allora, questa metropoli tutta da costruire e ricostruire, all’insegna soprattutto di due parole: apertura e partecipazione. Tra gli impegni presi, al primo posto vi è quello “trasversale” di una costante presenza dell’amministrazione comunale dentro i problemi e le situazioni che riguardano la vita cittadina. Nella Milano che “si può” ci sarà inoltre un dialogo continuo tra culture, all’insegna della volontà di conoscenza reciproca; si ripenseranno luoghi di aggregazione, recuperando e condividendo spazi. Si lavorerà per la trasparenza nell’esercizio della funzione pubblica e per il progresso sociale, con la creazione di un registro delle unioni civili. E ancora: scuola pubblica potenziata, istituti aperti tutto il giorno, nuovi campus universitari; iniziative ed eventi, non necessariamente “grandi”, all'interno dei quartieri - non più considerati genericamente “periferie” - in stretta collaborazione con le associazioni che conoscono il territorio. Si preannunciano provvedimenti urgenti per migliorare la qualità dell’aria, potenziare i mezzi pubblici e farli funzionare tutta la notte, soluzioni immediate per migliorare la viabilità e decongestionare il traffico, domeniche a piedi tutto l’anno e non solo per affrontare l'emergenza smog. Nuove opportunità permetteranno di ridare dignità al lavoro, soprattutto dei giovani, mentre verranno create facilitazioni per la ricerca e l’affitto della casa. Nella città multietnica ci sarà libertà di culto con il via libera, appena possibile, alla realizzazione di una moschea. 

La coalizione che sostiene Pisapia è la più ampia degli ultimi 20 anni a Milano, va dal Pd alla lista Bonino-Pannella, passando per Italia dei Valori, Socialisti, Verdi, Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà: cosa davvero non scontata, questa, che potrà fare la differenza al voto.

Molti interventi, sul palco di questa convention inaugurale, lasciano spazio anche agli entusiasmi e alle emozioni, prima dell’impegno a 360° dei prossimi mesi. Del resto è anche un po’ una festa - al Dal Verme - dopo la tempesta della settimana scorsa, con le polemiche (in larga parte strumentali) sulla casa del Pat affittata, oltre vent’anni fa, dalla giornalista Cinzia Sasso, compagna di Pisapia. Nella sua presentazione introduttiva Massimo Cirri, dice: “Pisapia ci ha già regalato un’emozione politica, quella di avere un candidato”. E come dare torto a Cirri, ripensando, senza bisogno di fare nomi, alla scarsa convinzione degli aspiranti sindaci del centrosinistra negli ultimi anni? Forse ci sono davvero premesse nuove, questa volta è una partita da giocare. Ci pensa Piero Bassetti, nel suo realismo, a riportare la platea con i piedi per terra, ricordando l’imprescindibile necessità dei numeri: obiettivo è arrivare al 51% al secondo turno, convincendo gli indecisi (vicini al 40%) che “questa volta vale la pena”. Molto concreti anche gli interventi dei due ex candidati delle primarie, il professor Valerio Onida e Stefano Boeri, capolista del Partito Democratico alle Comunali; ha le idee chiare, l’architetto, che ad essere protagonista ancora non rinuncia, e parla di Expo, imprese, edilizia sociale, agricoltura di prossimità. Di tutt’altro genere è invece la testimonianza di Franco Bomprezzi, giornalista di “Vita”, impegnato nel sociale e in prima fila in questa campagna elettorale: toccante, il suo racconto delle difficoltà che affrontano ogni giorno, a Milano, le persone che come lui sono disabili; e l’augurio di poter contribuire, con Pisapia, a una città più attenta e solidale.

Colonna sonora della serata (insieme a Fossati, Gaber e Ricky Gianco che suona dal vivo pezzi del suo repertorio) sono le note di speranza di “Chiamami ancora Amore”: la canzone vincitrice del Festival di San Remo viene presentata da Roberto Vecchioni in un videomessaggio di convinto sostegno all’amico Giuliano, nel quale ripone grande fiducia di cambiamento. 

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