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Migranti | Può l’Europa ignorare le torture in Libia? Il video che il Papa ha voluto vedere

Un video sulle atrocità nei lager dove sono rinchiusi i profughi. 

QUI LA RISPOSTA DI AVVENIRE DOPO CHE, PER LE FOTO, NON è STATO POSSIBILE TROVARE UN'ORIGINE. 

In rete potete trovare alcune immagini di un video, che è stato mostrato anche al Papa, realizzato di nascosto in uno dei campi profughi in Libia. Il video mostra i profughi che vengono letteralmente e barbaramente torturati. Col fuoco, con le fruste, sono legati a un palo o alle inferriate della finestra, per i piedi, e lasciati penzolare a tre a tre. Un orrore spaventoso. Si sentono i lamenti, le urla, si sentono i prigionieri che invocano i nomi dei loro parenti, si vedono i loro corpi contorcersi per il dolore. Vengono in mente i lager, anche se la storia dei lager è una storia del tutto diversa.

Vengono in mente i lager per l’abbondanza di sadismo e di ferocia degli aguzzini, che son guardie libiche, e per la condizione assolutamente non umana nella quale i profughi sono ridotti.

Da dove arrivano questi poveretti? Da molte nazioni africane. Alcune vessate dalle guerre, altre dalle dittature, altre dalla fame, dalla povertà, dalla carestia. Si erano messi in viaggio per cercare di arrivare in Europa, per sfuggire all’inferno e magari ricostruirsi una vita. In parte sono stati intercettati dai libici, in parte hanno preso il mare, per provare a sbarcare in Italia, ma sono stati respinti e rispediti in Libia.

Questo è avvenuto per tante ragioni, delle quali l’Italia e l’Europa non sono responsabili. Ma anche per una ragione che invece dipende da una responsabilità italiana ed europea: gli accordi diplomatici con la Libia per il trattenimento degli immigrati. In cambio di finanziamenti, di sostegno, di denaro, di strutture, di navi. Dopo aver visto questo filmato qualcuno può ancora pensare che sia legittimo fare accordi per il trattenimento di esseri umani in quelle condizioni? La Libia può essere considerata “porto sicuro”?

Non c’è nessunissima polemica politica da fare, stavolta. E’ inutile cercare responsabilità e lanciare proclami. Si tratta semplicemente di prendere atto di una situazione che è insopportabile, e intervenire. Quante volte ci è stato spiegato che l’Europa, o l’America, o l’Occidente dovevano entrare in guerra per fare rispettare i diritti umani? In Afghanistan, in Iran, in Siria, nella stessa Libia. Ecco, stavolta la questione dei diritti umani è sul tappeto ed è evidentemente urgentissima. E non c’è bisogno di entrare in guerra. Si tratta solo di cancellare o di ribaltare gli accordi con la Libia e organizzare dei corridoi umanitari per portare in salvo queste persone.

Oppure ottenere che i campi siano tolti al comando libico e affidati all’Onu. Non credo che esista nessuno, qui in Italia, che dubita del diritto di quelle persone a considerarsi profughi. E non vedo perché ci dovrebbero essere divisioni politiche. L’ideologia ora non c’entra niente. Né c’entrano gli schieramenti parlamentari. O la possibilità di migliorare o peggiorare la propria posizione elettorale. l’Italia, se è un paese serio e se è, come è sempre stata, una delle civiltà più avanzate del mondo, può solo ritrovarsi unita in questo frangente.

Sarebbe pura follia affidarsi ancora alla Libia per ridurre gli sbarchi da noi. Dopodiché possiamo discutere quanto vogliamo, e litigare, e dividerci, a azzuffarci su se la linea giusta sia quella di aumentare le strutture dell’accoglienza o quella dei respingimenti. Quello sul quale non credo possano esserci divisione è la certezza che in Libia non può essere più respinto nessuno. E che le migliaia di profughi che ora sono abbandonati nelle mani dei torturatori devono essere salvati e portati via da quei lager. Noi non sappiamo quanti sono, non sappiamo quanti già ne abbiano ammazzati, dopo averli torturati. E’ moplto probabile che si tratti di diverse migliaia di persone. Che sia stata già consumata una ecatombe.

E’ del tutto evidente che il problema non può essere solo italiano. E’ un problema gigantesco per l’Europa, per la sua civiltà, per la sua credibilità, per il suo futuro. L’Europa si porta appresso l’ombra vergognosa del secolo scorso, quando chiuse gli occhi sulle persecuzioni naziste e fasciste ai danni degli ebrei. Non può ripetere il peccato di omissione. Non c’entra niente qui se si è sovranisti o globalisti, leghisti o socialisti, se si sta con Orban o con Soros. E’ un problema di umanità e di diritti essenziali, e cioè un problema che riguarda tutti nello stesso modo.

Piero Sansonetti

da il dubbio

Commenti all'articolo

  • Di daria p (---.---.---.94) 29 agosto 2018 12:16
    Se quel signore torturato non avesse deciso di pagare dei delinquenti libici per fare il clandestino, mettendosi nelle loro mani, non gli sarebbe accaduto nulla.
    Quindi, caro Papa, ognuno stia a casa sua.
  • Di La misura è piena (---.---.---.96) 29 agosto 2018 22:46

    Bravi, continuate a diramare notizie false!

    https://www.agi.it/cronaca/foto_mig...

    Vergogna!

  • Di La misura è piena (---.---.---.96) 29 agosto 2018 22:49

    Tutte palle per continuare con questa favoletta dei richiedenti asilo fasulli. La dovete finire! Avete rubato già troppi soldi ai contribuenti italiani!

    • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 30 agosto 2018 09:46

      In quanto contribuente italiano, vorrei sapere quanto ci costa "l’hotel Libia" Sarebbe una botta di fortuna se ci costassero "solo" € 35,00 al dì, pensione completa, ma sarebbe comunque troppo se penso che per tenerli noi italiani, paghiamo a italiani: affitti, pensione in strutture ricettive, vitto sperando che le Cooperative comperino prodotti italiani, stipendi, altrimenti ci sarebbe più gente disoccupata. Insomma, se comunque devo pagare, preferisco che i miei soldi vadano agli italiani ....... forse sbaglio qualche cosa, sono sicuro che troverò uno che mi spiega bene, resto in trepidante attesa.

      Un Saluto
      Es.
  • Di La misura è piena (---.---.---.96) 29 agosto 2018 23:06

    Come volevasi dimostrare!

    http://m.ilgiornale.it/news/2018/08...

    • Di claudia (---.---.---.86) 31 agosto 2018 09:44

      In relazione a questa notizia delle precisazioni: 

      "Il Tribunale del Riesame di Milano ha correttamente applicato la Legge, annullando la misura cautelare della custodia in carcere e sostituendola con quella del divieto di dimora nel territorio del Comune di Milano, locus commissi delicti.
      Il cittadino del Gambia è stato tratto in arresto dalla Polizia Giudiziaria perché trovato in possesso - evidentemente per un uso non personale - di 5 pastiglie di sostanza stupefacente del tipo ecstasy.
      Fatto indubbiamente da qualificare di "lieve entità" ex Art. 73 comma 5 del D.P.R. n. 309/1990 (T.U. Stup.), così come modificato dal Decreto Legge n. 146/2013 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 10/2014.
      Per questi fatti di "lieve entità", il legislatore del 2014, ha ridotto la pena nel minimo e nel massimo (inizialmente era prevista la pena della reclusione da 1 a 5 anni mentre oggi quella da 6 mesi a 4 anni) determinando l’impossibilità di poter applicare misure pre-cautelari e cautelari di tipo custodiale (arresto obbligatorio in flagranza e custodia in carcere).
      Infatti, il Codice di Procedura Penale, all’Art. 280 c. 2, prevede che la misura cautelare personale della custodia in carcere possa essere applicata solo nel caso in cui la pena della reclusione non sia inferiore nel massimo a 5 anni (oppure quando l’indagato abbia trasgredito alle prescrizioni impostegli dall’Autorità Giudiziaria ex Art. 280 c. 3 c.p.p.). 
      Nemmeno praticabile, salvo rare ipotesi, è l’adozione della misura pre-cautelare dell’arresto obbligatorio in flagranza da parte della P.G. poiché l’Art. 380 c. 2 lett. h) c.p.p. esclude espressamente i delitti ex Art. 73 c. 5 del D.P.R. n. 309/1990. 
      Dunque, nella fattispecie, non c’è nulla di "anomalo", niente "roba da matti" come dice il Ministro Salvini.
      Il Giudice del riesame cautelare, decidendo sull’impugnazione proposta dal difensore dell’indagato, non ha fatto altro che applicare correttamente la Legge. 
      L’unica misura coercitiva, diversa dalla custodia cautelare, allo stato concretamente applicabile, era quella del divieto di dimora nel Comune di Milano ex Art. 283 c. 1 c.p.p., luogo ove il gambiano aveva commesso i fatti delittuosi per i quali si procede nei suoi confronti."
  • Di Cestamoapiàpelculo (---.---.---.174) 5 settembre 2018 22:18

    50 scheletrini sono scappati da dove erano stati ospitati. La conferma che ci state a raccontare solo delle palle. Non vi crediamo più, non siete persone serie.

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