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Medici e infermieri dall’Albania per aiutare l’Italia: “Non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria”

Trenta persone, venti medici e dieci infermieri, sono stati inviati dall’Albania per aiutare l’Italia nella gestione dell’emergenza coronavirus. Un gesto che il presidente albanese, Edi Rama, ha voluto accompagnare con un discorso pubblico in lingua italiana. Il video del messaggio si è diffuso velocemente sul web ed è stato trasmesso dalle principali testate italiane, un messaggio di solidarietà e fratellanza tra due paesi, i cui legami trovano fondamento nella storia. 

“Questa missione umanitaria rappresenta un’azione di solidarietà del popolo albanese e delle sue istituzioni nei confronti dell’Italia e del popolo italiano – ha spiegato il presidente Rama a RaiNews24 – Non è soltanto un gesto di solidarietà, ma anche una dimostrazione della gratitudine che gli albanesi provano nei confronti dell’Italia e degli italiani per tutto ciò che hanno fatto, nella storia, per assisterci e sostenerci nei momenti di maggiore difficoltà per la nostra nazione, il nostro Paese e il nostro popolo. Il rapporto tra i nostri paesi è storicamente ben radicato e risale a molti secoli fa, quando molti albanesi furono costretti ad abbandonare la loro terra e insediarsi nelle zone centro-meridionali della penisola per sfuggire alle persecuzioni dell’impero ottomano”. 

Anche la situazione in Albania non è semplice, eppure ha scelto di intervenire in sostegno dell’Italia, “perché l’Italia è un po’ casa nostra” spiega Rama, che nel discorso ricorda: “Le nostre sorelle e fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati ed adottati a casa loro quando l’Abania bruciava di dolori immensi”. Il riferimento è alle comunità albanesi che si sono formate in Italia negli ultimi trent’anni a seguito dei flussi migratori dall’Europa dell’Est che hanno caratterizzato gli anni 90’ e 2000. Oggi gli albanesi sono tornati, con un volo speciale atterrato all’aeroporto di Verona, aperto in via straordinaria per l’occasione. Il personale sanitario prenderà posto in prima linea negli ospedali allestiti per l’emergenza a Brescia. 

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