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Massoni, fascisti e affari. Perché sia Dell’Utri che Matacena fuggono in Libano?

Alcune indiscrezioni investigative sul caso Scajola e Matacena, come rivelano diversi organi d’informazione, fanno riferimento proprio ad una potente loggia massonica internazionale. Che sia l’Interdipco?

Il 3 dicembre 2005 fu inaugurata a Milano, in via Vittor Pisani 7, la direzione nazionale del neo-rifondato partito Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale. In tale occasione "erano presenti - scrive sull’Unità Vincenzo Vasile - il ministro Claudio Scajola e il deputato Amedeo Matacena".

Artefice di tale rifondazione è Gaetano Saya. La sua autobiografia è presente sul sito del suo partito "Nuovo MSI-Destra nazionale" corredata da foto e riproduzioni che lo ritraggono con i paramenti massonici e altre con divise varie. C'è poi una foto con dedica di Licio Gelli datata 5 giugno 1991 ("A Gaetano Saya, la verità ha un solo volto, quello dell'onestà verso gli altri e verso se stesso. Con stima e molta simpatia. Licio Gelli") e un'altra con Giovanni Spadolini, allora ministro della Difesa.

Gaetano Saya è nato a Messina nel 1956 ed è cresciuto dal nonno che aveva partecipato alla marcia su Roma, il quale, si legge, "gli aveva inculcato l'amore per la Patria". A 18 anni si arruola nel disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza. Ne esce, come egli stesso afferma, per entrare nei servizi segreti della Nato, "esperto di Ispeg (Informazioni, Sabotaggio, Propaganda e Guerriglia), controspionaggio e antiterrorismo", sembra con la raccomandazione dell'allora generale del Sismi e piduista Pietro Musumeci, da dove si congeda nel 1997. Nel 1975 è il generale Giuseppe Santovito, allora capo del Sismi e altro noto piduista, a iniziarlo in una loggia massonica riservata: da apprendista di primo grado in breve diviene Maestro Venerabile della sedicente Loggia "Divulgazione 1", a carattere internazionale.

Il primo dicembre 2002, a Milano, viene nominato Presidente onorario dell'UNFP (Unione nazionale Forze di Polizia) un fantomatico sindacato di polizia interforze. Nell'aprile 2004 fonda invece, col suo sodale Riccardo Sindoca (ex 007), il DSSA - "Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo - Interforze di Polizia in funzione antiterrorismo islamico", una sorta di Gladio per la quale la procura di Genova lo aveva arrestato ed inquisito nell’ambito delle indagini correlate alla morte in Iraq di Fabrizio Quattrocchi.

Le vicende inquietanti, massoniche, neofasciste e legate ad apparati dei servizi segreti di questi due personaggi sono note alla stampa.

Quel che si vuole qui delineare, o meglio ipotizzare, è il legame esistente con il Libano e cercare di rispondere alla domanda “perché sia Dell’Utri che Matacena fuggono in Libano?”.

Il 31 maggio 2013 il quotidiano d’informazione La Notizia pubblica un articolo dal titolo: “L’ombra dei mercenari dietro l’Esercito di Silvio”. Notizia ripresa e/o riportata anche da Dagospia. Proprio in quei giorni, infatti, sul sito web www.esercitodisilvio.it, fra gli aderenti al neonato movimento fondato da Simone Furlan figurava anche l’Interdipco, un organismo “che ha come obiettivo quello di diventare la più grande Organizzazione mondiale nel campo della Cooperazione, Sicurezza, Supporto e tutela dei Diritti Umani”, così come si leggeva nel loro sito internet, oscurato successivamente alla mia inchiesta pubblicata da AgoraVox, Megachip e Verità e Democrazia.

LEGGI L'INCHIESTA: L'INTERDIPCO E I MISTERI ITALIANI

Il logo dell’Interdipco sul sito dell’Esercito di Silvio scompare non appena si diffonde questa notizia. L’Interdipco, fra le varie attività che indicava nel sito, offriva anche “supporto alle polizie internazionali”. Fra i membri di questa organizzazione ci sono, fra gli altri, il Primo Ministro della Guinea-Bissau e il Ministro della Difesa libanese oltre che altri numerosi esponenti di rilievo e governativi dei due paesi. Segretario generale dell’Interdipco era tale Davide Cioccarelli e ne faceva parte, tramite la Resurgit, anche Salvatore Stefio noto alla cronaca quando nel 2004 in Iraq fu rapito insieme ad altri tre cittadini italiani da miliziani filo-al Qaeda. Una vicenda che si concluse tragicamente con l’uccisione sotto l’occhio di una telecamera di uno di loro, il siciliano Fabrizio Quattrocchi.

Tra i componenti degli organi direttivi, oltre al noto Stefio, figurano con tanto di nomi, cognomi e foto, personaggi di un certo rilievo, come ad esempio Duarte Barros Rui, Primo Ministro della Guinea-Bissau (paese noto per il rilevante traffico di armi e droga, guidato dopo il colpo di stato del 2012 da un governo di transizione). Così come partecipa Fayez Michel Ghosn, Ministro della Difesa della Repubblica libanese.

Tutti i personaggi dell'inchiesta, insieme a tanti altri, sembra facciano parte del cosiddetto Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace, fondato dall'ex usciere della locale Cassa artigiana Vittorio Busà, con sede a Palermo in via Marchese Roccaforte 10, e vicino alla Sport promotion, la rivista di arti marziali fondata a Milano da Giacomo Spartaco Bertoletti, socio di Roberto Gobbi all’Ibsa di Genova di cui faceva parte Fabrizio Quattrocchi prima della sua partenza per l'Iraq.

Il Parlamento mondiale di Busà, che aveva come vicepresidente FAP, non è propriamente una banda di matti, ma è un’organizzazione al centro delle indagini della magistratura (come ad esempio del pm Clemente) che indaga sullo stragismo, sulla mafia, sulla massoneria e sulla preordinata realizzazione di colpi di stato in paesi africani (come ad esempio la Guinea-Bissau?). P. è segretario generale Confederazione giudici tributari e giudici di pace, presiede l’Accademia Pontifica Tiberina e dirige l’organo d’informazione Tribuna finanziaria, con cui collaborano personaggi di rilievo come l’ex Ministro Vincenzo Scotti, ma, soprattutto, riunisce e collega tutti i personaggi della P3, le cricche di vario livello, parlamentari, politici e sottospecie di vario genere: Gargani, De Gregorio, Lavitola, Cosentino, etc (su tale filone sono numerose le inchieste giornalistiche di Rita Pennarola e le indagini di valenti magistrati).

Ciò che colpiva dell’Interdipco (di cui è ancora presente un profilo Facebook), della sua organizzazione e soprattutto dei suoi componenti, oltre che un profilo chiaramente massonico e paramilitare, era anche la rilevanza internazionale, con la presenza, tra i suoi i aderenti proprio di numerosi esponenti libanesi.

Alcune indiscrezioni investigative sul caso Scajola e Matacena, come rivelano diversi organi d’informazione, fanno riferimento proprio ad una potente loggia massonica internazionale. Che sia l’Interdipco?

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