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Marina Serafini

Dottore in filosofia e dottore in scienze della formazione, ho conseguito diversi master e corsi di specializzazione in comunicazione, formazione, selezione del personale e project management. Affascinata dal mondo del web marketing e dello storytelling management. Da anni impegnata nella gestione di Risorse Umane, in area didattica e nel problem solving aziendale. Mi piace dire qualcosa parlando di altro, mi piace parlare dell'uomo...
 

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  • Primo articolo venerdì 08 Agosto 2016
  • Moderatore da domenica 09 Settembre 2016
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Ultimi commenti

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 28 luglio 2022 10:17
    Marina Serafini

    Grazie a te.

    :)

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 13 giugno 2022 10:05
    Marina Serafini

    Carissima, mi sono permessa di commentare per esteso con un articolo che vedo già pubblicato (https://www.agoravox.it/L-estetica-della-vita.html).

    Un abbraccio e grazie, come sempre, per il suo lavoro.

    Marina

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 2 maggio 2022 17:52
    Marina Serafini

    Credo che prima di giustificare o accusare chi offre armi come strumento per costruire la pace – la contraddizione non passa inosservata – dovremmo chiederci chi guadagna e quanto nell’alimentare una guerra che sembra protrarsi oltre ogni concepibilità nell’era odierna. Come sempre, come in passato – e come sarà in futuro, ahinoi, gli interessi di mercato prevalgono su quelli dell’umanità: l’uomo non è mail il fine ma il mero strumento di interessi altri, Altri nel senso più ampio possibile. L’economia ha dismesso da tempo il suo valore primario, quello che tradurremmo come la “regola della casa”, ossia la ratio che garantisce il vantaggio della situazione dell’uomo. Ormai si alimentano guerre per guadagnare sulla vendita di strumenti di morte, per guadagnare su quanto rimane e quanto è da rimettere in piedi, su cosa sottrarre ai reduci a spese irrisorie. La nefandezza del genere umano si mostra nei tempi e non cambia. Le guerre sono ovunque e accadono di continuo, anche se i media non hanno vantaggio a mostrarcele tutte. Di altre, piuttosto, è meglio tacere, affinché l’attenzione del pubblico si concentri su altro. Ma queste son cose note.

    Io penso al mondo distrutto di ognuna di quelle persone: distruzione che avviene ogni giorno, mentre ci abituiamo a sentirle narrare in cantilena dai media. Siamo nel 2022, in una realtà sociale, culturale e tecnologica che non giustifica eventi del genere. Eppure accadono.

    Un caro saluto. Marina Serafini

  • Di Marina Serafini (---.---.---.4) 6 dicembre 2021 21:12
    Marina Serafini

    Timothy Morton, in un bellissimo libro dal titolo "Iperoggetti", ci dice che il mondo è morto. Morto per come pensavamo di conoscerlo prima di sperimentare questa epoca della incertezza che, in quanto tale, si manifesta essere l’epoca del risveglio. Il mondo assume, nella sua visione, il carattere di iperoggetto, ossia di qualcosa che ha una sua vita ed è continuamente intrecciato alla vita di altro. Anche ciò che riteniamo senza vita, in realtà dimostra di averne, perché tutto porta conseguenze su tutto, e di questo facciamo esperienza continuamente. Dunque un iperoggetto è qualcosa che rimanda a qualcosa a cui sempre si è rimandati, e per sua stessa natura non è conoscibile mai nella sua interezza. Come una moneta, ci dice Morton, ne possiamo cogliere un lato solo per volta. Il mondo quindi si dà sottraendosi, questo è il fatto, e oggi iniziamo davvero a percepirlo con un senso di disperazione che dovrebbe invece convergere in una nuova visione: i fatti accadono, indipendentemente dalla nostra volontà e capacità di comprenderli. L’informazione, pertanto, può essere mitologia, lo è, è uno dei nostri modi di raccontarci, uno dei modi che abbiamo per cogliere davanti allo specchio ciò che possiamo di questa nostra strana e confusa esistenza. E tale mitologia - a volte costruita in malafede, a volte in buona - è uno degli strumenti che ci consentono di agire insieme, di incontrarci, di cooperare e anche di farci del male. Perché noi uomini non siamo fatti per stare da soli e abbiamo bisogno di storia, e abbiamo bisogno di raccontarla per dare a noi stessi la certezza di esistere. Carissimo, è sempre un piacere incontrarla in ciò che scrive. Un saluto. Marina Serafini

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