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Marco Pannella è tornato a Teramo

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Loggia del Parlamento
Notte bianca del 2004: "Ballerine sul balcone della Sala Consiliare", in perfetto stile "Modello Teramo".

E penso che alcuni omaggi postumi puzzano di ipocrisia lontano un miglio... puzzano di ipocrisia lontano un miglio (Emma Bonino, 21 maggio 2016).

 Sono in tanti che tirano a campare immersi fino al collo in una società priva di stimoli. Chi si lascia comprare, chi lecca i culi e accetta mortificazioni pur di stare a galla. Chi dimentica di fare attenzione ai piedi che pesta; potrebbero essere attaccati al culo da baciare domani (Remember the toes that you step on today may be attached to the ass you will have to kiss tomorrow).

C'è chi ha votato Pannella per esprimere un malessere esistenziale, il dissenso nei confronti di una classe dirigente delineata e segnata dai Radicali con il tratto netto di una matita blu.

Ogni Dio ha il suo padrone. L'uomo si è impossessato del cielo e degli inferi per sbarrare con robusti lacci psicologici l'accesso al cospetto del sovrano.

La "chiave" accettata dal leader dei Radicali ha aperto un varco alla volta del dominatore. Un inganno. Marco Pannella avrebbe potuto imporre un cortese rifiuto, come molti altri nel mondo hanno fatto, nel perorare nobili cause; personaggi finanche troppo ricorrenti nella memoria collettiva, quanto il segno visivo di un Marlon Brando con la propria assenza agli Oscar del 1973, per protesta contro il trattamento degli indiani d'America nell'industria del cinema.

Non si ha il bisogno di accettare riconoscimenti da chi politicamente ha reso una comunità più triste, misera e culturalmente effimera. Per l'autore di bestseller, il norvegese Jo Nesbø, la malattia è un fattore relativo.

Siamo tutti malati, la questione è unicamente quale grado di funzionalità riusciamo a mantenere rispetto alle regole che la società ci impone per un comportamento corretto.

Negli irreversibili processi metamorfici si sono distinti molti teramani nel comporsi in marcate trasformazioni paragenetiche, in regimi di indicazione liberale e radicale, all'indomani della scomparsa di Marco Pannella.

Gli stessi cittadini della città di Teramo che nel 1990 bocciarono la candidatura del leader radicale preferendogli Antonio Gatti come sindaco. I cittadini teramani che hanno accettato di buon grado la deturpazione degli alvei del fiume Tordino promuovendo nel segreto delle urne il famigerato progetto “Lotto 0”.

Sempre quei cittadini che hanno dato l'ultimo saluto a Pannella in una domenica di maggio, all'interno della Sala Consiliare, dissimulati radicali per un giorno. Loggia antica, severa icona del “Modello Teramo”. Un modello funzionale così contraddistinto dal consigliere regionale di minoranza, Gianni Chiodi, nelle sue funzioni di primo cittadino. Nel 2004, l'attuale consigliere di minoranza inaugurò la prima “Notte Bianca” intuendo il successo dell'esibizione di due ballerine gambe all'aria sul balcone della “Loggia del Parlamento”.

Stanchezza che penetra l'anima nel vedere l'affabulatore accerchiato ed esibito come un trofeo internazionale da anonimi politici locali. L'onorevole Paolo Tancredi del NCD e il Sindaco Maurizio Brucchi, consegnano le chiavi della Città di Teramo a Giacinto Pannella, detto Marco.

Fatta la legge trovato l'ingaggio. Il cabaret dei politicanti alla teramana ha bisogno di impresari avveduti. Allo stesso modo della Repubblica Popolare democratica nord coreana, tanto cara ad Antonio Razzi, anche la Repubblica Popolare nord abruzzese si fa “li cazzi sua”.

Infatti e non a caso, il sindaco di Teramo ha dichiarato che non celebrerà mai le unioni gay. E l'Arcigay, senza indugi, in una nota passata ai quotidiani ha definito da “apartheid” la colta dialettica del sindaco di una piccola città di provincia assimilandola ai moti del 1969 di Stonewall, al grido di “We are everywhere!” (noi siamo ovunque), ai durissimi scontri con la polizia nei locali frequentati da gay. La segregazione razziale negli States.

Alla faccia della legge, appunto perché ogni Dio ha il suo padrone. La famiglia a volte è intesa alla maniera del marito che cornifica la moglie con la ventenne, salvo poi accorgersi di essere ingrassati come un maiale e tornare mesto al truogolo, a fare il buon padre di famiglia. Sta di fatto, nonostante il perbenismo, che una coppia alternativa, a prescindere dal sesso, non può convivere amorevolmente, crescere i propri figli, se non dichiaratamente “bollati” etero su carta vidimata.

Una situazione insostenibile che ratifica le valutazioni espresse dagli analisti politici, mettendo il sindaco in grave imbarazzo, costretto com’è a gestire una città con una giunta suicidatasi politicamente. Si sa che ogni Dio ha il suo padrone.

Brighter later, schiarite sul tardi, l'espressione usata dai meteorologi per anticipare il miglioramento delle condizioni climatiche. La speranza di una prossima serenità. Il primo cittadino batta i pugni sulla scrivania, se c'è ancora, evitando di riposizionarsi al centro di un artificio opportunista.

La risistemazione di un governo senza alcuna aggiudicazione a logiche di ripartizione e basandosi esclusivamente su oggettive competenze di cui non si possa mai eccepire. Niente interessi personali, nessuno che chieda, nessuno che pretenda posti e poltrone.

A queste immense cazzate articolate da politologi accorti non può mancare un luogo comune... multirazziale:

Governments change, but the music is the same. Cambiano i governi, ma la musica è sempre la stessa. Dio trova sempre un padrone.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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