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Marchionne a Repubblica "Manterrò la Fiat in Italia". Sicuri che avrebbe potuto fare il contrario?

La rinuncia al progetto Fabbrica Italia ha subito scatenato forti polemiche da parte di chi riteneva che i 20 miliardi di investimento promessi dalla Fiat fossero solo una mossa per far approvare riforme impopolari. Sergio Marchionne in un’intervista realizzata da Ezio Mauro per Repubblica ha ribadito che la Fiat non intende abbandonare l’Italia e che il mercato estero aiuterà semplicemente l’azienda a rimanere in piedi, aspettando la ripresa del mercato italiano ed europeo.

Gli scettici leggeranno in queste dichiarazione un messaggio ben più chiaro di quello della permanenza in Italia, ampiamente sottolineato dai titoli dei giornali. Perché mai la Fiat dovrebbe abbandonare l’Italia? Quale altro stato sarebbe pronto a concedergli i privilegi ricevuti nel bel Paese? Tra le righe si capisce che non solo la Fiat non intende fare nuovi investimenti in Italia, anche se alla relativa domanda di Mauro, Marchionne sostiene che "l’azienda ha investito circa un miliardo nella Maserati e 800 milioni a Pomigliano", ma che non sarà tra le aziende che guideranno l’Italia fuori dalla crisi.

Marchionne ribadisce di non essere “l’uomo nero”, richiama i politici affiché “ognuno faccia la sua parte”, afferma che l’azienda “sta accumulando perdite per 700 milioni di euro in Europa”. Alla fine arriva la notizia che tutti aspettavano con ansia: “Manterrò la Fiat in Italia”. Questo è vero, difficile sarebbe stato il contrario, ma dopo i contributi ricevuti dall’Italia, molti si aspettavano che arrivasse finalmente dalla Fiat un contributo all’Italia.

Sergio Marchionne, in poche righe di comunicato lei ha seminato il panico sul futuro della Fiat in Italia, poi se n'è andato in America senza spiegare niente. Qui ci si interroga sul destino di stabilimenti, famiglie, comunità di lavoro, città. Cosa sta succedendo, e che cosa ha in mente?
"Sta succedendo esattamente quello che avevamo detto alla Consob un anno fa. Ho dovuto ripeterlo perché attorno a Fabbrica Italia si stava montando una panna del tutto impropria, utilizzando il nome della Fiat per ragioni solo politiche: a destra e a sinistra, perché noi siamo comunque l'unica realtà industriale che può dare un senso allo sviluppo per questo Paese. Capisco tutto, ma quando vedo che veniamo usati come parafulmine, non ci sto, e preferisco dire la verità".

E qual è la verità, il blocco degli investimenti in Italia dando tutta la colpa alla crisi?
"No, questa è semplicemente una sciocchezza. Abbiamo appena investito circa un miliardo per la Maserati in Bertone (una fabbrica rilevata da noi nel 2009 che non aveva prodotto vetture dal 2006), altri 800 milioni per Pomigliano: le sembra poco?".

La sua verità, allora?
"Semplice. La Fiat sta accumulando perdite per 700 milioni in Europa, e sta reggendo a questa perdita con i successi al'estero, Stati Uniti e Paesi emergenti. Queste sono le uniche due cose che contano. Se vogliamo confrontarci dobbiamo partire da qui: non si scappa". 


La paura è che stia scappando lei, dottor Marchionne. Bassi investimenti in Italia, zero prodotti nuovi. Non è così che muore un'azienda che ha più di cent'anni di vita?
"Mi risponda lei: se la sentirebbe di investire in un mercato tramortito dalla crisi, se avesse la certezza non soltanto di non guadagnare un euro ma addirittura - badi bene - di non recuperare i soldi investiti? Con nuovi modelli lanciati oggi spareremmo nell'acqua: un bel risultato. E questa sarebbe una strategia manageriale responsabile nei confronti dell'azienda, dei lavoratori, degli azionisti e del Paese? Non scherziamo".

E come vede l'anno prossimo?
"Male, molto male. D'altra parte la gente non ha più potere d'acquisto, magari ha perso il lavoro, i risparmi se ne sono andati, non ha prospettive per il futuro. Ci rendiamo conto? L'auto nuova è proprio l'ultima cosa, non ci pensano nemmeno, si tengono la vecchia ben stretta. È un meccanismo che si può capire ".

È anche colpa degli incentivi, che hanno spinto a comprare senza necessità?

"Sono stati una droga, non c'è dubbio".

Ma ne avete beneficiato largamente anche voi, non ricorda?

"Ne abbiamo beneficiato tutti, noi, i francesi, i tedeschi. Ho sempre pensato che la droga avrebbe tramortito il mercato. Pensi che vendevamo un "Cubo" a metano a meno di 5 mila euro, 4.990: drogato al massimo".

Sono i famosi aiuti di Stato all'automobile, di cui oggi non dovreste dimenticarvi, non le pare?

"Già l'ultima volta ho detto di no. Vedevo crearsi una bolla che gonfiava d'aria i tubi del mercato, per poi farli saltare prima o poi. Semplicemente si posticipava una crisi, una difficoltà e un problema, invece di affrontarli" (L'intervista completa potete leggerla qui)

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.48) 18 settembre 2012 23:21

    Secondo me è difficile che lo faccia davvero di mantenere la FIAT in Italia o almeno di mantenerla col potenziale che aveva. Il punto è che un operaio serbo costa circa 350 euro al mese, uno cinese ne costerà anche meno come pure uno messicano o indiano....Anche Detroit per quanto negli USA è zona molto depressa (vedi report Gabanelli) e gli operai ora lì si devono accontentare di qualcosa come 8 dollari l’ ora. E noi quando andiamo a comprare l’ auto mica ci chiediamo se gli operai che l’ hanno fatta erano trattati bene oppure erano schiavi. E’ il sistema che funziona così e si chiama globalizzazione e prevede la libera circolazione di merci indipendentmente dalle condizioni di lavoro di chi le ha prodotte. Marchionne delocalizza in Serbia, ma anche Della Valle che lo critica delocalizza in Cina! Non ci sta bene che delocalizzino ? E allora bisogna mettere le dogane europee come dice Sartori (lo conosci?) e magari occorrerà pagare di più le cose affinchè siano fatte da lavoratori e non da schiavi. Sennò continuiamo così, cazzeggiamo sui problemi secondari e in capo a dieci anni avremo le condizioni di vita dei lavoratori cinesi.

  • Di (---.---.---.242) 18 settembre 2012 23:41

    ricordiamoci che il costo manodopera sulle autovetture incide dal 4 a l 7% del prezzo finale!!!!

    quindi il costo manodopera e’ solo marginale e ben recuperabile con produttivita’,professionalizzazione,...

    altri sono i costi e su altro devono investire ..vedi ricerca e sviluppo.

    Marchionne ci ha preso in Giro e La FIOM lo ha ben capito, mentre CISL,UIL e altri (vedi RENZI e CHIAMPARINO) si sono solo dimostrati degli opportunisti per le loro poltrone.

    questa vicenda faccia riflettere tutti su quale punto basso hanno raggiunto la politica e certi sindacalisti direi un po servili!! ma anche i lavoratori che hanno votato SI al loro referendum, e qui ha ragione Marchionne ...lo hanno voluto loro stessi!!

    Ora vediamo sto Governo se ha le palle come quello Francese o se e’ solo un’accrocchio di fumosi professorini(da noi mantenuti e strapagati da anni..)

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