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Marchionne: "Siamo in un mercato spietato. Termini Imerese non ha ragione di esistere"

Le dichiarazioni dell’ad Fiat non lasciano spazio ad alcun margine di trattativa, il destino del sito siciliano del Lingotto sembra adesso segnato, mentre i sindacati metalmeccanici annunciano manifestazioni e sit-in a cominciare da lunedì prossimo.

Tutti noi italiani abbiamo nei mesi scorsi tifato per la politica strategica di espansione trans-europea portata avanti dal numero uno della casa di automobili torinese, tutti noi abbiamo esultato per il raggiungimento dell’obiettivo Chrysler, e ci siamo rammaricati per l’esclusione del piano industriale per l’acquisizione della tedesca Opel.

Non possiamo che essere in sintonia con Marchionne quando si batte per la creazione di un gruppo industriale che, nel mondo, porterebbe ad una capacità produttiva pari a sette/otto milioni di autoveicoli; abbiamo sostenuto, senza remore, il suo operato capendo bene che dalla riuscita di tali operazioni anche l’Italia come nazione ne sarebbe uscita rafforzata, in un’ottica di lungo periodo.

Mai però ci siamo illusi di poter evitare sacrifici, soprattutto quando si chiede di farli fare sempre ai soliti, a coloro cioè che rischiano di perdere il posto nel nome di indicatori economici e di bilancio, sempre freddi e spietati.

Non possiamo, al contempo, non rammaricarci per il modo in cui queste notizie vengono diffuse, dette, comunicate, sempre "a margine" di qualche convegno a cui partecipano quelli che contano: mentre quelli che invece non contano vengono scaricati senza umanità, nell’assoluto disprezzo di qualunque dignità.

<<A Termini Imerese non c’è indotto, è un luogo stranissimo dove non c’è niente intorno. Noi non stampiamo a Termini e lì ci sono costi di logistica che sono enormi...D’altronde se faccio un centro di stampaggio in centro Italia posso fornire quattro stabilimenti. Siamo in un mercato spietato dove se la vettura non c’è perdo il cliente e poi la cosa si ripercuote sui ricambi.....>>. 

Adesso i nodi vengono al pettine, e possiamo dire quello che forse in cuor nostro sapevamo gia: il destino dei siti meridionali della Fiat era gia segnato in maniera indipendente dalla riuscita dell’operazione tedesca per la casa di Ruesselsheim.

E a quanto pare a temere non è solo il sito siciliano, ma anche quello di Pomigliano.

Nelle settimane passate non abbiamo affatto capito le parole dello stesso ad Fiat, quando ha criticato i costi imposti alle case produttrici di automobili dall’Unione Europea in merito alle disposizioni normative di tipo ambientale, che a detta dello stesso Marchionne, gravano sui bilanci societari per 45 miliardi di euro all’anno.



Ma come! Ci facciamo paladini dell’ambientalismo in America grazie alla nostra capacità di produrre veicoli a basso impatto ambientale, "costringiamo" i nord-americani a circolare in "cinquecento", incassiamo il plauso del Presidente Usa Barack Obama per la nostra capacità di ottimizzare le risorse disponibili, e poi ci lamentiamo delle norme dell’Unione che tutelano in primo luogo il nostro stato di salute, la quantità di polveri sottili che facciamo respirare ai nostri bambini?

Non è solo il mercato ad essere spietato, lo è anche questa politica economica dei nostri manager, fatta solo di retorica e di ipocrisia, di affarismo ed egoismo, di calcolo di convenienza ed opportunismo.

<<A Termini non c’è niente intorno...ci sono costi di logistica enormi>>

Questo lo sapevamo, caro Marchionne, e come noi lo sapeva anche Lei, e lo sapeva anche il nostro "UTILIZZATORE FINALE" che qualche giorno addietro ha detto di tifare per il "signor Fiat", convinto di riuscire a portare a buon fine l’accordo per Opel: forse infondendo anche a Lei un po’ di quel sano ottimismo col quale ci continua ad ammorbare da un anno a questa parte.

"Non c’è la convenienza a costruire centri di stampaggio in Sicilia": e per forza!

Nessuna azienda avrebbe la capacità di sostenere costi per l’indotto, con un sistema di trasporto assolutamente inesistente, privo di ferrovie e di autostrade, privo di collegamenti o di snodi logistici adeguati.

Allora perchè far pagare il costo di questa epocale inefficienza a duemila lavoratori, che significa duemila famiglie, sempre ai più deboli, a coloro che si fanno il "mazzo" sulle catene di montaggio, allora perche non chiedere conto a coloro che vanno sponsorizzando il Ponte sullo Stretto, a coloro che illudono e buttano fumo negli occhi ad una popolazione sempre più disinformata, e quindi vulnerabile?

Vada a Termini il Presidente del Consiglio adesso, a tappare la bocca a duemila operai che rischiano di perdere il proprio futuro, vada a Termini il nostro premier ad infondere ottimismo, vada a Termini il Cavaliere a dire che la crisi è tutta colpa della stampa disfattista, vada a Termini il nostro amante delle escort e dei festini a luce rosse a far capire alla gente che i loro principali problemi sono la privacy e le intercettazioni, vada a Termini a dire a duemila operai che il primo provvedimento, quello più urgente, del suo governo è stato il "Lodo Alfano", oppure ci mandi il loro corregionale, lo stesso ministro Guardasigilli, a dire che giustizia è fatta.

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 28 giugno 2009 19:54

     Gli operai di Termine Imnerese hanno diritto ad un posto di lavoro, un pò come lo dovrebbero avere e non lo hanno tutti gli italiani in età adulta. Il problema, però, che ha posto Marchionne è un altro ed è molto serio, secondo me.
     Produrre le macchine a Termine Imerese è molto irragionevole perchè quel territorio non ha un’industria meccanica che sosterrebbe ed aiuterebbe la produzione di automobili.
     L’aver localizzato in quel posto una fabbrica di auto fa parte di una vecchia e "criminale" politica che ha sempre scambiato lavoro precario per spesa pubblica, tanta spesa pubblica.
     Ora appaiono evidenti due cose sulle quali tutti, operai compresi e loro organizzazioni farebbero bene a riflettere.
     a) La spesa pubblica allegra è morta per sempre perchè il debito pubblico enorme non permette questa sciagurata pratica tanto cara agli italiani.
     b) C’è una crisi economica che costringe, e questa è un’opportunità, tutti i produttori a ridurre i costi ed aumentare i volumi. La Fiat è ben consapevole di tutto ciò e questo spiega il suo attivismo societario. Di macchine bisogna farne tante e farne nei territori vocati.
     Ora si può sostenere che Termini Imerese è un territorio vocato per l’automobile? Lasciamo stare.
     Concludendo i lavoratori di Termine devono mantenere un posto di lavoro ma devono disporsi ad accettare con ragionevolezza una conversione dell’attività produttiva che sia adatta al loro territorio e che abbia un senso industriale.
     Per esempio, forse in un territorio come quello ci potrebbe stare ben una centrale solare, tanto per dire una cosa. E’ evidente che la cosa va studiata e non improvvisata ma spero tanta che i problemi posti da Marchionne siano affrontati con ragionevolezza e disponbibilità dai lavoratori e dai sindacati senza ricorrere al massimalismo che è una vergogna nazionale.

  • Di LucaT (---.---.---.1) 28 giugno 2009 20:56

    che vi hanno riempito la testa di queste scemenze...
    il mercato dell’auto è cotto, decotto, finito. In Italia arranca a suon di soldi pubblici tra incentivi e casse integrazioni. L’Italia straripa di auto, straripano di auto le città, le autostrade, i marciapiedi, le vie, le piazze, vi sono auto ovunque utilizzare in bassissima percentuale. Sono auto ferme che costano una marea di soldi alle persone. Il mercato dell’auto in occidente è finito. Può solo regredire.
    Uno stato intelligente non finanzia i mercati che non crescono, cerca di riconvertirli in mercati che crescono, come quelli delle energie alternative che crescono con percentuali a due cifre.
    Mi dispiace per tutti quelli che credono nella fiat o nell’auto ma è un mercato morto in occidente e solo in oriente è in crescita. Ma con i nostri costi esportare in oriente è impossibile. Saranno invece loro presto ad esportare qui e occuparsi del rinnovamento del parco auto circolante. Per questo le nazioni intelligenti come StatI Uniti e Germania sono ben felici di liberarsi di industrie obsolete e noi, ignoranti, di zavorrarcene.

  • Di platinum (---.---.---.228) 28 giugno 2009 22:21

    salve io non sono uno che ami il PAPI(berlusconi)ma quanto cera al governo il signore mortadella(prodi)il suo governo a tagliato tutti i ponti per i lavori che si dovevano effetuare in sicilia abbiamo perso i gli acconti che PAPI aveva dato per il ponte strettodimessina non sie capito quanti miliardi abbiamo perso non facendo il ponte le auto stade il treno alta velocita quante occasine abbiamo perso naturalmente parlo da siciliano per cio lasciate perdere berlusca anche se va con le escort sono affari suoi visto e provato che li paga lui con i suoi soldi o offerti da altri prendetevela con dipietro o con prodi che anno tagliato i ponti e poi la fiat si vero che fa male a lasciare 2000 famiglie in mezzo alla strada ma non dare colpa alla destra e tuta colpa della sinistra che a fatto del male al sud. 

  • Di rino (---.---.---.123) 29 giugno 2009 08:03

    salve, sono un operaio di pomigliano,per meglio dire nola logistic (316) siamo molto vicini ai compagni di termini,ma voglio solo dire che senza l’unita’ dei lavoratori non si ottiene niente, destra sinistra non fanno niente per noi loro non sanno come si vive a 750 euro al mese in cassa e con la mente che tra poco dovrai dire ai tuoi figli che non hai nemmeno piu’ il lavoro...berlussconi, prodi, eccc solo promesse preelettorali e poi basta sono la vergona italiana !!!!!!!

    • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.35) 29 giugno 2009 10:23

      Non credo che l’amico ciliegia andrà a Termini Imerese,così come non si farà vedere a Pomigliano d’Arco: il fatto è che i problemi,che lui vada o non vada, rimangono e si aggravano sopratutto quando non c’è unione e coesione tra i lavoratori. Il fatto di dividere le persone, di metterle,nella realtà ,le une contro le altre, fa si che ci si accontenti della cassa integrazione, di pagamenti di stipendi arretrati, ma le prospettive vere e concrete, che cioè ti mostrano che ciò che produci viene venduto, è acquistato e pagato, non ci sono. In altri settori,come il mio che è l’arredamento, ci sono aziende che producono solo tre giorni la settimana, mentre anni fa avevano anche turni extra. E’ chiaro che senza adeguati progetti, andrà avanti un settore e gli altri resteranno indietro:ma così non c’è pace, si vive male, preoccupati che ciò che adesso vivono in Sicilia, domani lo vivrò io, o altri in altre realtà produttive.Anche se non serve e forse non saprete che cosa farvene, vi porto la mia solidarietà:sarà anche interessata, perchè se voi lavorate avrete soldi e potreste anche comprare mobili, e quindi qualcosa in un futuro potrebbe far riprendere le fabbriche con cui io lavoro, così come nel mio lavoro io ptrei aver bisogno,e se dio vuole sarà cosi, di un’auto nuova, e se fosse italiana e fatta in Italia, potrebbe essere Fiat o Alfa.In ogni caso parlando e dialogando possono venire fuori idee,anche perchè non è detto che voi non abbiate niente da dire o aggiungere a ciò che sindacati e partiti o governo hanno proposto.

  • Di tom (---.---.---.130) 29 giugno 2009 13:39

    Sono uno dei 2mila operai,purtroppo dopo tutti i soldi che si è FOTTUTA LA FIAT CON I SOLDI DELL’ITALIA CREANDO STABILIMENTI NEL MONDO,marPionne decide di chiudere.
    bravo !

    vediamo se ora qualche altra casa automobilistica voglia investire in Sicilia con uno stabilimento appetibile al centro del mediterraneo

    di sicuro ci guadagnerà !

  • Di vikio (---.---.---.50) 30 giugno 2009 14:57

    che ne pensate di poter dire alla Fiat che lo stabilimento è stato costruito con denaro pubblico in cambio di garanzia e tutela del posto di lavoro? che se la fiat non può più garantire e tutelare il lavoro non c’è bisogno di strapparsi i capelli. Che paghi lo stabilimento: affitto, danni irreversibili all’ambiente, etc.. soldi che restano ai dipendenti per tutelarli e garantire loro la possibilità di vivere decorosamente fino alla pensione. Lo stabilimento rimane di proprietà pubblica che può subito trovare, mediante gara, un acquirente oppure un gestore che sa fare le macchine. La tata indiana, la toyota, etc. Cioè la concorrenza fiat a livello mondiale. Così magari la fiat si scorda di poter pagare i suoi piani d’espansione con il denaro pubblico, come ha finora fatto e le è stato permesso di fare.
    Che ne pensate?

  • Di (---.---.---.132) 3 luglio 2009 14:50

    Morias, sono d’accordo affinchè lo stabilimento Fiat di Termini Imerese (PA) non chiuda, ma cosa c’entra Berlusconi? Ma siete, voi della sinistra estrema, dei poveri imbecilli (e mi limito)....Morias...ma va a morias ammazzato.....

    • Di morias (---.---.---.41) 3 luglio 2009 16:04

      Caro anonimo,

      Gli imbecilli sono quelli che non attribuiscono mai responsabilità a coloro che vedono come "idoli", e tu sei uno di quelli (e mi limito anch’io).
      Senza leggere attentamente l’articolo ti permetti di insultare. E sempre allo stesso modo del tuo "Padrone", dando dell’estremista di sinistra a coloro che invece hanno le facoltà intellettive per riflettere.

      Fiat si lamenta per l’impossibilità di creare sinergie tra i propri siti a causa dello stato degradato in cui versano i collegamenti dei trasporti, allora che senso ha costruire un’opera come il ponte sullo stretto quando intorno ad esso c’è il vuoto?

      Guarda un pò meno tv ed inizia ad usare la testa, se ancora appartieni agli esseri viventi, piuttosto che trasformarti in un inetto zombi, quale ti ha trasformato il tuo idolo.

    • Di (---.---.---.132) 3 luglio 2009 16:57

      L’hai scritte tu le parole qui sotto idiota, che caxxo c’entra il ponte testa di noglobal che non sei altro, vai a lavorare


      "Vada a Termini il Presidente del Consiglio adesso, a tappare la bocca a duemila operai che rischiano di perdere il proprio futuro, vada a Termini il nostro premier ad infondere ottimismo, vada a Termini il Cavaliere a dire che la crisi è tutta colpa della stampa disfattista, vada a Termini il nostro amante delle escort e dei festini a luce rosse a far capire alla gente che i loro principali problemi sono la privacy e le intercettazioni, vada a Termini a dire a duemila operai che il primo provvedimento, quello più urgente, del suo governo è stato il "Lodo Alfano", oppure ci mandi il loro corregionale, lo stesso ministro Guardasigilli, a dire che giustizia è fatta."

    • Di (---.---.---.212) 8 luglio 2009 13:18

      io sono un operaio di termini imerese qui non si discute di berlusconi e compagni qui si discute di operai e deve intervenire lo stato perchè lo stato deve dire alla fiat che prima di andare ad aprire stabilimenti all’estero deve garantire quelli in italia perchè qui la fiat ha fatto i suoi miliardi con la pelle dei lavoratori poi il governo dice aiutiamo il mezzoggiorno e poi che fà non impedisce la chiusura dello stabilimento di termini chiudento questo mattà sicilia sarà in ginocchio quindi che si passino una mano sulla coscienza e facciano le cose giuste

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