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Maquillage ed estremismi

Il PD è riuscito a passare in un anno dal bersanismo del giaguaro al tiepido lettismo democristiano del tirare a campare. Per trasformarsi, ora, nel renzismo rampante. Il partito che ha governato con Berlusconi fino all'altro ieri, oggi ci farà assieme legge elettorale e riforme.

 
Renzi è il nuovo padrone del PD, dove l'opposizione interna rischia di rimanere una pura questione di facciata. Perfino Scalfari, che l'ha criticato, ora che Il Fatto Quotidiano gli sta facendo le pulci sui finanziamenti (da dove ha preso i soldi per la sua scalata), lo trova simpatico.
 
Il grande centro, che in questi anni ha preso un'attenzione sui giornali inversamente proporzionale ai voti che prendeva, si è sciolto. Casini torna a Canossa e B. sta macellando il vitello grasso (non a caso Toti è andato a dimagrire nella beauty farm). Lui che non rottama nessuno. Semplicemente gli mette il guinzaglio.
 
Il nuovo centrodestra è quello che è: un partito nato da una operazione politica, pronto a rientrare (anche lui) all'ovile. Lui, il leader vero, che oggi si mostra in tutta la sua anzianità, è ancora il mattatore di sempre. Come farà campagna elettorale dai domiciliari non è noto. Vedremo. Finché il governo darà l'idea di fare qualcosa, Renzi non ha interesse ad andare a votare: ma se la legge elettorale dovrebbe essere approvata a breve, cambia tutto.
 
Sembra tutto frenetico. Caotico: il caos in aula del M5S è stato bollato come eversivo. Squadristi e sfascisti. Non ci fosse stato, quanti avrebbero capito che alla Camera si stava votando un decreto del governo che è un favore alle banche? Che tutto l'attivismo del governo, le promesse, la luce in fondo al tunnel, è veramente troppo poco? Se gli eletti a 5 stelle sono come i fascisti che bloccano le aule, che dire di partiti che hanno permesso ad un manager pubblico, strapagato, di accumulare tutte queste cariche, in conflitto di interesse? È colpa del M5S (che pure ha grandi colpe di ingenuità politica e che ancora deve imparare come comportarsi nelle aule istituzionali) se i dossier Telecom, Fiat, Alitalia, Electrolux, Ilva, le bonifiche nella terra dei fuochi sono ancora aperti?
 
L'opposizione non deve bloccare le riforme del governo, dice Letta. E nemmeno deve permettersi di insultare nessuno, nemmeno deve permettersi toni del tipo chi non è con me è contro di me (in malafede). Da questo punto di vista Grillo, Renzi e Berlusconi hanno molto in comune. E tanto da imparare. Ci deve essere una terza via tra Renzusconi (e Alfano-Letta) e i boia-chi-molla grillini. Almeno lo spero...
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Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 3 febbraio 2014 14:05

    Nella trattazione manca l’unico atto di violenza e cioè la gomitata di Dambruoso alla Cittadina grillina Lupo.

    http://www.youtube.com/watch?v=hnZS...

    Il resto sono solo parole.

  • Di (---.---.---.29) 4 febbraio 2014 10:20

    Sig. Funicelli,

    "Grillo, Renzi e Berlusconi hanno molto in comune"

    Questa affermazione è come minimo superficiale e, a mio parere, totalmente falsa.
    Se lei sta parlando di insulti, allora mette sullo stesso piano il linguaggio colorito ma puntuale di Grillo con gli insulti del Berlusca alla magistratura e a buona parte del popolo italiano e gli insulti all’intelligenza posti in essere da Renzi con linguaggio rispettoso e fluente (e molto più pericoloso). E le ricordo che un insulto non è tale se dice la pura verità nel giusto contesto. Quando si paragona Napolitano a un boia (perché questo era: un paragone), si può ben capire che è un giudizio molto severo ma non un insulto. Quando si dà del puttaniere a Berlusconi, ancora, si dovrebbe tenere presente che è la semplice verità: che altro termine si dovrebbe usare per esprimere il concetto? Quando invece si tacciano i grillini di terrorismo, quello sì che un insulto bello e buono: falso, spropositato e fuori contesto.

    Cordiali saluti,
    Gottardo

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