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Mamma Africa

Approfitto della disponibilità di Agoravox per fare un po’ di chiarezza sul continente africano, dove ho vissuto per quasi dieci anni tra ex-Zaire, Costa d’Avorio, Ghana, Mali, Senegal, Liberia, Tunisia, Algeria, Marocco e Niger. Secondo la mia esperienza personale, l’informazione italiana e nel mondo su questa realtà, e purtroppo non solo, non è solo falsata ma è completamente inverosimile. Le fonti continuano ad essere quelle dei missionari e delle ong che operano in questa terra (o di inviati mordi e fuggi di grosse testate), che offrono spaccati di vita che, nella maggior parte dei casi, non corrispondono alla realtà africana, per non dire peggio. Le altre immagini che ce la descrivono sono quelle di chi arriva con i barconi della speranza e che noi continuiamo a voler respingere. (ilgorgon.blogspot.com)

Innanzitutto, quando si parla di Africa, così come si fa per gli altri Continenti, si parla di differenti nazioni, con differenti culture, etnie, lingue e religioni. Ogni nazione, anche se a noi sembrano tutte uguali, è diversa dall’altra. Per capirne il volto, come nel caso del Sudan di Bashir e del Darfur che è tanto alla moda, bisogna sapere di cosa si sta parlando. La realtà è diversa Paese per Paese e diversissima dal nostro punto di vista di vedere la realtà delle cose. La visione dei missionari o della maggior parte delle ong (organizzazioni non governative) non esprimono affatto questa realtà, perché la loro missione è ancora di evangelizzare e condizionare quella realtà (con aiuti minimi), già martoriata da secoli di colonialismo, schiavitù e depredazione da parte nostra delle loro materie prime e tante altre belle cose. Tra l’altro, alla popolazione, dei missionari e delle ong, così come delle faraoniche ed inutili organizzazioni internazionali, come l’Unicef e l’Onu per esempio, interessa poco e niente, purché ci sia qualche cosa da mangiare subito.


Queste persone, questi esseri umani, che a noi piace adottare a distanza ma che calpestiamo o respingiamo se sono troppo vicini a noi, hanno una loro cultura, una loro visione della vita, una loro organizzazione, e che ci piaccia o meno hanno lo stesso valore della nostra civiltà. Quindi, per poter parlare di un Paese o di una zona di questo Paese, bisogna sapere chi vive in questo Paese, che cosa fa, in che cosa crede, chi comanda, quali sono i suoi valori, che lingua parla e via dicendo. Altrimenti meglio stare zitti.

Ancora un esempio per il tanto famoso Darfur. Nel caso del Sudan e della condanna internazionale del presidente Bashir, forse bisognerebbe sapere che questa persona è stata fino a pochio anni fa solo una marionetta nelle mani di un religioso islamico, Al Turabi, (poi imprigionato e ora liberato per calmare gli islamici) che praticamente lo ha messo al potere solo se faceva quello che diceva lui, che controllava e controlla le masse sudanesi sotto la pressione religiosa, che si è sempre opposto ad un Sud del Sudan, dove da decenni va avanti una guerra con milizie filocristiane, di cui il maggior esponente, dopo un finto accordo, è stato fatto saltare in aria. Nel Darfur, poi, c’è un sacco di petrolio e ci sono, come in tutti gli altri Paesi africani, interessi internazionali per sfruttare e depredare queste povere terre e le loro popolazioni.

Ma in tutto questo baillame c’è la popolazione, fondalmente animista, povera sì ma che ha i suoi nuclei familiari, quasi sempre allargati e solidali, che vive la sua vita giorno per giorno, che ha una sua dignità, esattamente come noi che ogni giorno ci svegliamo la mattina per iniziare una nuova giornata. Anche questi esseri umani hanno le loro gioie e dolori, le loro nascite e morti, i loro riti, i loro amori, che non devono essere obbligatoriamente le nostre. E questo succede in tutti i Paesi del mondo. Se vogliamo conoscerli e parlarne (ma non come fa George Clooney o Brad Pitt e Angeline Jolie, con le loro iniziative strappalacrime per le folle del momento) iniziamo a considerare che non sono oggetti da circo, ma altri esseri umani da cui possiamo anche imparare, come per esempio la forza che hanno le donne africane, il loro orgoglio , la loro dignità, il loro tirare avanti in mezzo ad un mondo in cui noi soccomberemo quasi subito.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.130) 9 marzo 2009 14:00

    Non come fa Angelina Jolie, con le sue iniziative strappalacrime???
    Ma sai almeno di chi stai parlando??
    Vatti a leggere i suoi articoli e tutto quello che ha fatto da 9 anni a questa parte sul sito dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), di cui è ottima Ambasciatrice!
    Sotto, il link per informarsi prima di (s)parlare....

    http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/...

    • Di antonio brindisi (---.---.---.37) 9 marzo 2009 14:49

      Caro Anonimo, io so benissimo di cosa sto parlando. Conosco bene l’Africa e alcune delle sue genti, che amo molto, soprattutto le donne africane (di cui ho sposato una avendone 3 figli), che io credo che siano quanto di migliore e dignitoso possa esprimere una donna oggigiorno. Tra l’altro proveniamo da Lucy, una donna africana. Ho vissuto, come scritto nel preambolo del mio articolo, una diecina di anni nell’Africa sub-sahariana, quella che da noi viene definita la zona più povera e malata del mondo. Ho studiato due anni dai gesuiti a Kinshasa, capitale dell’attuale Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) e vissuto sette anni in Costa d’Avorio come giornalista e uomo d’affari. Mi creda, pur se apparentemente lodevoli, le iniziative di questi personaggi dello spettacolo sono solo specchietti per le allodole per far credere che facciamo qualcosa per questa gente, così come lo sono le ipocrite adozioni a distanza. Eppoi lo scopo del mio articolo è di far comprendere a noi, che ci crediamo depositari di cultura e civiltà, che anche in questi bellissimi posti esite una cultura, una civiltà e spesso una dignità migliore della nostra. (ilgorgon.blogspot.com)

    • Di (---.---.---.22) 9 marzo 2009 20:01

      Qui nessuno sta mettendo in discussione la sua conoscenza dell’Africa...Quel "Sai almeno di chi stai parlando" era solo ed esclusivamente riferito ad Angelina Jolie, che lei (le do del lei anch’io) ha, a mio parere, inserito nel suo articolo molto a sproposito, dimostrando di non conoscere affatto il personaggio...a me sembra alquanto ingeneroso definire "specchietti per le allodole" gli orfanotrofi, gli ospedali, le scuole che ha fatto costruire Angelina in Africa (e non solo) e non penso che li definiscano tali le migliaia di persone che in questo momento, anche grazie ad Angelina, vivono un po’ meglio la condizione di rifugiati in tante parti del mondo...dell’amore per l’Africa di Angelina e del grandissimo rispetto che nutre verso le sue meravigliose popolazioni non starò certo qui a sottolinearlo...per lei parlano i suoi scritti e soprattutto una bambina bellissima di nome Zahara, adottata (e non a distanza) dalla terra di Lucy, l’Etiopia...mi auguro solo che in queste ore abbia avuto modo di leggere gli scritti di Angelina che le ho segnalato ai link sopra e abbia compreso la carica umana di questa persona, che certo non si merita di essere citata come il negativo per l’Africa...tutto qui...e buona lettura!

    • Di antonio brindisi (---.---.---.69) 10 marzo 2009 07:49

      Vedo che lei ( o tu se preferisci) hai una visione del Continente africano tipico di noi occidentali. L’Africa, come cercavo di spiegare nel pezzo, non sono i bambini malati, affamati, che muiono, che ci fanno vedere nella nostra mal informata tv. L’Africa non è il bambino adottato da Angelina Jolie. Io, personalmente, combatto proprio questi stereotipi che mostrano questo tipo d’Africa, immagini non dignitose e figlie di una carità pelosa di noi occidentali. L’Africa e il suo popolo vanno conosciuti dal di dentro, perchè hanno una loro cultura e una loro dignità. Non sono quelle immagini che tutte le onlus fanno passare per chiedere soldi. Quelle immagini sono uno schiaffo alla loro realtà. E’ come quando l’Unione sovietica mostrava i barboni delle nostre stazioni per dimostrare cos’era il capitalismo. O viceversa. In Africa, ripeto, si vive come da noi: ci si alza la mattina, si va a lavorare, si va a scuola, si prepara da mangiare, si vive, si goisce e si muore, naturalmente con colori e lingue diverse dalle nostre. Poi, si può anche dare un aiuto, ma in silenzio: sarà solo una goccia in un mare che già esiste.

  • Di (---.---.---.130) 9 marzo 2009 14:15

    Sotto, il link per leggere le impressioni di Angelina sulla sua visita ai rifugiati in Sudan, visto che si parlava anche del Darfur...non mi sembra proprio del genere "strappalacrime", piuttosto è un resoconto serio e dettagliato, per giunta scritto nel 2004, quando il Darfur non andava ancora "di moda"...

    http://www.unhcr.org/help/HELP/439d...

    • Di antonio brindisi (---.---.---.69) 10 marzo 2009 08:00

      Sono andato a vedere. Per me rimangono operazioni di immagine e l’Africa è un’altra cosa che essere il riflesso dei nostri cliché occidentali. Diffido poi degli sponsor famosi inseriti nelle organizzazioni internazionali per gettare funo negli occhi in apparati che usano i tre quarti del denaro raccolto per sostenersi in lussuose ville e con stipendi faraonici, lasciando le briciole per le lodevoli iniziative sbandierate al vento e nelle tv disinformate. La realtà africana è un’altra cosa: vita, caldo, odori, costumi, cultura, danza, canto, vita sociale e familiare. Non bambini denutriti e seni svuotati dalla fame che aspettano la batwoman Angelina Jolie.

    • Di (---.---.---.179) 10 marzo 2009 14:01

      Quindi lei sta negando l’esistenza di bambini denutriti e seni svuotati dalla fame in Africa? E’ questo che sta dicendo?

    • Di (---.---.---.179) 10 marzo 2009 14:14

      Può anche non rispondere....era una domanda retorica, come piena di retorica vuota (la carità pelosa, gli sponsor, ecc ecc...) era la sua risposta...siamo su un’altra lunghezza d’onda, ha ragione lei...

    • Di antonio brindisi (---.---.---.113) 10 marzo 2009 15:37

      Io sto dicendo che quello è solo un aspetto di vicende particolari in alcune zone d’Africa, normalmente in guerra da decenni, o distrutte dalla nostra avidità di potenze ricche. La realtà africana, invece, è fatta di vita di tutti i giorni, come la nostra, con i suoi ritmi di normalità, tale e quali ai nostri nelle sue abitudine basilari come nascere, mangiare, lavorare, studiare, ballare, cantare e mangiare. Quello che appare nelle nostre tv, e che offenderebbe chiunque si vedesse descritto come un derelitto, sono immagini che non rappresentano la vita in Africa e la sua cultura, ma è una visione mediata, soprattutto dai missionari cattolici, e dalla disinformazione.

    • Di antonio brindisi (---.---.---.113) 10 marzo 2009 15:41

      Non è retorica ma vita vissuta. Non voglio per forza aver ragione, ma solo far capire a chi ha una conoscenza deformata dai nostri media e dalla nostra religione che la realtà africana è ben latro che un mordi e fuggi alla Veltroni o alla Angelina Jolie. Qui ci sono altri esseri umani come noi di cui bisogna rispettarne la dignità e vita. E noi occidentali non lo facciamo e, passando quelle immagini di fame, li offendiamo quotidianamente.

    • Di (---.---.---.38) 12 marzo 2009 14:57

      "Io sto dicendo che quello è solo un aspetto di vicende particolari in alcune zone d’Africa, normalmente in guerra da decenni..."

      Purtroppo per lei di questo si occupa l’Alto Commissariato per i Rifugiati e di questo si occupa Angelina Jolie...se lei pensa che per organizzare i campi profughi, ad esempio nel Darfur per accogliere 2 milioni, lo ripeto, 2 milioni di persone, non occorrano fondi, fornitori di cucine per i campi, di taniche d’acqua, di vestiario, di banchi scolastici, di libri e quaderni per fare studiare i bambini, di camputer per registrare queste persone che sono state private dei fondamentali dirittti umani, per primo la loro identità (Gli sponsor!!! Ommioddio!! I computer li rifornisce la Microsoft!!!! Che orrore!!!!), rimanga pure nelle sue convinzioni...Giustissimo sottolineare che l’Africa non è solo questo, ma inconcepibile criticare con i toni che usa lei chi si occupa di altri esseri umani che in questo momento, mi creda, non vivono i "ritmi di normalità, tale e quali ai nostri nelle sue abitudine basilari come nascere, mangiare, lavorare, studiare, ballare, cantare e mangiare"....


  • Di (---.---.---.123) 9 marzo 2009 14:29

    Ma con un articolo così bello e interessante, bisogna stare proprio a guardare il pelo!

  • Di mabo (---.---.---.159) 9 marzo 2009 16:48

    Articolo molto interessante, grazie.
    Un saluto.
    Mauro Bonaccorso

  • Di Vito (---.---.---.99) 9 marzo 2009 20:05

    Articolo molto interessante...complimenti...Vorrei porre all’attenzione un pezzo che i Modena City Ramblers
    hanno pubblicato nel loro ultimo album"Dopo il ungo inverno" che parla appunto dell’Africa....

    MAMA AFRICA
    La notte si confonde con il mare
    negli occhi la fatica dell’attesa
    sognare via lontano un’altra vita
    l’incontro all’orizzonte, al paradiso

    L’antico forte appare tra le roccie
    fantasma di un passato addormentato
    memorie di catena mai spezzate
    e di eterne schiavitù

    Stringimi, lasciami Mama Africa, Africa
    seguimi, chiamami Mama Africa, Africa

    Donami la forza della lava
    che ribolle nel tuo ventre violentato
    perché possa riposare nel mio cuore
    la rabbia che mi prende nel lasciarti andare via
    che un giorno questa rabbia sia coraggio
    sia radice e nuova linfa e resistenza
    e maturi questa antica sofferenza in rinata dignità

    Stringimi, lasciami Mama Africa, Africa
    Seguimi, chiamami Mama Africa, Africa

  • Di deadlynews (---.---.---.169) 10 marzo 2009 00:15

    perchè non utilizzare la tua esperienza vissuta per raccontare, descrivere più a fondo uno e uno solo di questi paesi, senza perdersi in considerazioni, permettimi, un pò banali e che non mi hanno lasciato nulla più di quanto già sapessi? Cioè, usiamole, queste parole, per smuovere gli animi, non le utilizziamo come riempimento per quei pochi spazi tra una pubblicità e un’altra... Senza rancore, spero di rileggere presto un bel resoconto, un bel reportage, che mi faccia comprendere un popolo... è difficile, certo, ma credo sia questo il compito di un giornalismo impegnato e serio...
    A presto

    • Di antonio brindisi (---.---.---.69) 10 marzo 2009 07:54

      Lo farò volentieri se ci sarà un’occasione legata all’attualità. E’ vero il mio è stato un discorso un po’ generale e forse a volte scontato. Ma se guardi il panorama informativo italiano sul Continente africano queste mie informazioni non sono poi così scontate.

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.247) 10 marzo 2009 12:44

    Questo articolo è bellissimo perchè fa venire voglia di scoprire la realtà africana.A dire il vero,sono curiosa già di mio e mi verrebbe da chiederle:come si vive li?Come potremmo vivere noi li?Cosa dovremmo assolutamente sapere della loro cultura e loro della nostra?Come si combatte ogni giorno li per vivere perchè se uno ci pensa anche noi combattiamo ogni giorno.In che cosa siamo uguali e in quante altre cose diversi?Come si impara a distanza una realtà se non la si vive con i propri occhi come fa lei?
    La prego,ci racconti il piu’ possibile.Magari iniziando da come sua moglie vive il suo essere donna perchè io qui in Italia non so come la vivo nè come potrei viverla se fossi in un altro paese.Come vi siete affiatati lei e sua moglie mediando ogni giorno tra due culture e soprattutto,come si può crescere percorrendo una strada del genere?
    Vorrei sapere tante tante cose anche molto diverse tra loro.
    Spero che davvero accolga la mia (come quella di altri)voglia di leggerla scrivendo altri pezzi politici,sociali,economici ma anche personali e sui diritti.
    Sarei proprio felice se potessi saperne di piu’ su questi temi ma non come al solito da coloro che parlano,scrivono e non vivono quindi lei sarebbe proprio il candidato ideale:)
    Saluti e grazie per l’articolo
    Gloria Esposito

    • Di antonio brindisi (---.---.---.113) 10 marzo 2009 15:48

      Cara Gloria, ti ringrazio per l’apprezzamento. Se avrò lo spazio e l’opportunità lo farò volentieri. Quello che posso dirti ora è che puoi saperne di più sulle cose che mi hai chiesto visitando il mio blog ilgorgon.blogspot.com, dove ci sono diverse esperienze africane da me raccontate, diverse mie foto e anche tante altre cose. Per le altre cose che mi chiedi ci vorrebbe troppo tempo per farlo ora brevemente. Magari ci risentiamo dopo che hai letto il mio blog. Un saluto.

  • Di Francesco Piccinini (---.---.---.123) 10 marzo 2009 17:09
    Francesco Piccinini

    Caro Antonio, non so bene perchè ti scrivo... Certamente per rignraziarti di questo bellissimo articolo ma anche perchè mi sono trovato sconquassato... Ho avuto anche io la fortuna di vivere in Africa e di cercare di comprenderne le diversità, enormi, anche all’interno dello stesso paese. Mi ha sopreso sedermi, oggi, e leggere questo articolo dopo un lungo periodo di assenza da AV, mi ha sorpreso per la sua "leggerezza" e per il fatto che ieri, mentre ero in metro, ho guardato una donna africana e mi è ritornata in mente la dignità di queste donne e, senza sapere perchè, ho detto: "voglio tornare lì"... Come se una voce da dentro l’avesse detto per me... 
    Davvero sono pensieri senza senso ma volevo ringraziarti in qualche modo.

  • Di valeria (---.---.---.114) 11 marzo 2009 11:23

    Bellissimo post.

  • Di Maria Betteghella (---.---.---.199) 14 marzo 2009 11:43

    Grazie di questo profondo articolo, appena l’ho letto non ho potuto non scriverne uno a mia volta.

    Condivido la sua posizione, e immagino che anche lei potrà ritrovarsi lei nelle mie parole.

    MI piacerebbe sapere cosa pensi tu, "Anonimo" della Jolie, del mio articolo. Se leggi questo commento, poi passa al mio articolo (Africa: perchè siamo arrivati a questo) e lasciami un parere, in fondo ho sentito di doverlo scrivere soprattutto per dialogare con te ed è a te che è dedicato.


    • Di (---.---.---.84) 14 marzo 2009 14:25

      "Nessuno mette in dubbio la necessità dell’operato delle ONG e degli operatori umanitari internazionali, la loro opera anzi ci ricorda un’umanità che i media hanno sradicato dal nostro sguardo."

      Commento qui il tuo articolo, Maria, che ho appena letto: sopra ho riportato le tue parole, che non fanno che rafforzare il perchè del mio intervento...leggendo l’articolo di Brindisi, la sua battutina su Angelina e soprattutto le risposte che mi ha dato, non mi sembra proprio che abbia la tua stessa visione sugli operatori umanitari....io, sai, sono molto più terra-terra di voi....quando si tratta di emergenze umanitarie, perchè di questo si tratta (la gestione di campi profughi con 180.000-200.000 persone, se tutto va bene) non vado a pensare a quale politica abbia portato a tutto questo, quale modello di sviluppo sarebbe più utile applicare, proprio non mi interessa...penso a come risolvere al più presto lo stato dei fatti, a far costruire i pozzi per l’acqua, le latrine, le strade, ad organizzare scuole e momenti di svago per i bambini...e se intuisco che un personaggio del mondo dello spettacolo come un’Angelina Jolie si avvicina genuinamente a queste problematiche, mossa da uno spirito di profonda umanità, non la additerei come esempio negativo, anzi, farei esattamente il contrario...se tu leggi i suoi diari (ti consiglio il suo libro "Notes from my travels", la raccolta dei suoi scritti sulle sue visite ai campi profughi in Sierra Leone e Tanzania, Cambogia, Pakistan ed Ecuador) alla fine quello che ti rimarrà più impresso delle parole di Angelina è il suo continuo rimarcare che si tratta, citando Brindisi, di "esseri umani da cui possiamo anche (moltissimo, direbbe Angelina) imparare, come per esempio la forza che hanno le donne africane, il loro orgoglio , la loro dignità, il loro tirare avanti in mezzo ad un mondo in cui noi soccomberemo quasi subito."...capisci allora che leggere queste parole per rafforzare un concetto in contrapposizione a quello che di tanto sbagliato per il popolo africano farebbe un’Angelina Jolie l’ho trovato quantomeno ridicolo....

  • Di davide (---.---.---.68) 12 aprile 2009 13:53

    E’ vero che i missionari danno dell’Africa un’immagine più legata alla missione che svolgono nei diversi paesi africani; bisogna però riconoscere il grande lavoro che svolgono i missionari combiniani in Italia per far conoscere, in modo professionale, quello che succede in questo continente; Mi riferisco al mensile "NIGRIZIA" che, in Italia, fa unanimità sulla professionalità e l’approfondimento delle informazioni che danno sul continente. Ora c’è anche una radio (www.afriradio.it), dove lavoranno anche gli africani, che, nello stesso modo, cerca di diffondere in Italia, tutti i giorni, quello che succede in Africa. 
    Seguiamo il loro esempio!

    • Di antonio brindisi (---.---.---.94) 12 aprile 2009 17:33

      Vedo che a distanza di tempo l’Africa interessa ancora. Rivedo ancora il nostro anonimo rilanciare il suo amore per angelina jolie. Per quanto riguarda i missionari, pur riconoscendogli qualche barlume di informazione, non sembra abbiano ben informato il Papa visto gli sgangherati interventi che ha fatto su diversi aspetti della vita degli africani. Insomma, vedo tanta disinformazione o informazione di parte su questi popoli. Non vedo poi una grande solidarietà quando arrivano qui da noi su dei barconi sgangherati o quando muoiono in mezzo al mare. Per il terremoto in abruzzo si sono mobilitati mari e monti, per i morti nel canale di sicilia solo scarni comunicati. Eppure 300 sono morti in abruzzo e 300 ne erano periti in mare. I sopravissuti, poi, vengono rinchiusi in dei lager. E’ inutile parlare di grandi campagne umanitarie quando non sappiamo nemmeno accogliere chi ha bisogno nel nostro paese. Mettere la jolie o sofia loren come specchietto per l’allodole non basta a capire nè a mettere in pace le nostre coscienze. Ci muoviamo sull’onda delle mode, condividiamo le briciole e siamo un poplo di egoisti e razzisti.

  • Di (---.---.---.93) 25 aprile 2009 14:41

    Angelina Jolie paragonata a Sofia Loren??????? Con tutto il rispetto per la Loren, mi creda, lo ribadisco, si è preso una grande cantonata su Angelina Jolie....lo ripeto, si informi meglio: più parla, più diventa ridicolo...

  • Di antonio brindisi (---.---.---.163) 28 aprile 2009 09:46

    Caro anonimo, credo che la tua amaliazione di Angelina Jolie parli da sola. Chi legge giudicherà chi casca nel ridicolo... .

    • Di (---.---.---.125) 1 maggio 2009 17:12

      Come saluto, le lascio l’ultimo articolo scritto da Angelina Jolie, pubblicato pochi giorni fa su Time...la scusi se questa volta non parla dell’Africa...parla della Cambogia...fra i tanti progetti che sta portando avanti in quella terra, le ricordo (perchè lei è informato di suo, quindi già lo sa, ma magari se n’è dimenticato) quello che riguarda alcuni villaggi nella regione di Samlaut...si calcola che almeno cinquemila persone stiano vivendo un po’ meglio grazie al progetto ideato e fortemente voluto da Angelina...le lascio anche il link, così ripassa un po’...http://www.mjpasia.org/about.htm



      Somaly Mam


      by Angelina Jolie

      Somaly Mam and Cambodia’s Khmer Rouge regime were born around the same time — when the U.S. began secretly carpet bombing her country. The bombed villages became fertile ground for the Khmer Rouge’s growth and Pol Pot’s revolution.

      By the time Mam was 5, the Khmer Rouge controlled Cambodia and had proceeded to kill 1.5 million people as Pol Pot implemented his radical form of communism. Torture, executions and forced labor were widespread. Families fled for safety, and massive internal displacement decimated Cambodian society in the years that followed.

      Against this backdrop, 12-year-old Mam was sold into sexual slavery by a man who posed as her grandfather. She eventually ended up in a Phnom Penh brothel, beginning a decade of horrific rape and torture. She describes this period of her life simply: "I was dead. I had no affection for anyone."

      Terror is the weapon of choice for those who hold women in sexual bondage. They depend on their victims’ being frozen with fear. Traffickers hope that with enough pain and degradation, women will simply accept their fate as inescapable.

      But Mam was able to escape. With the help of an aid worker from France, she fled Cambodia in 1993.

      The fact that she escaped makes her unique, but what makes her truly extraordinary is that she went back. While, understandably, most people would spend the rest of their lives quietly recovering from their wounds, Mam decided to confront the system that continues to victimize Cambodian girls.

      In 1996, Mam created a nonprofit organization called AFESIP (Agir pour les Femmes en Situation Précaire, or Acting for Women in Distressing Circumstances) that works with local law enforcement to raid brothels and reintegrate the trafficked women into society. It is estimated that between 1.2 million and 2 million people are currently being held as sex slaves around the world. Mam, now 38 or 39 (she does not know her birthday), has established a model for addressing this issue and has already helped more than 4,000 women escape the brothels.

      She has paid a terrible personal price for doing so, enduring death threats and assaults. In an effort to deter her work, brothel owners even kidnapped, drugged and raped Mam’s then 14-year-old daughter in 2006.

      Most people would have walked away. Mam continues to fight back so that others can be spared the pain she once suffered.

      Jolie, an Oscar-winning actress, is a goodwill ambassador for the U.N. High Commission for Refugees and co-chair of the Jolie-Pitt Foundation

       

  • Di (---.---.---.125) 1 maggio 2009 16:44

    Amaliazione? E che vuol dire?? Ah, forse capisco...tutti quegli "ex" sul suo profilo forse la dicono lunga....è meglio finirla qui...ho perso pure troppo tempo dietro a lei...evidentemente non sa neanche dove sta di casa la serietà professionale, che prima di tutto credo consista nell’essere informati di ciò che si parla, soprattutto se si fa un mestiere come il suo...

    • Di antonio brindisi (---.---.---.55) 2 maggio 2009 08:06

      Forse ha visto troppi film con la Jolie, che anche a me piace, cos’ come piaceva suo padre come attore. Lode alle sue iniziative. Le consiglio, comunque, per capire di cosa stiamo parlando di non leggere più ma andare direttamente in Africa. Poi capirà. Io ci ho vissuto stabilmente dieci anni (ex Zaire, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin, Liberia, Mali, Niger, Senegal, Algeria, Tunisia, Marocco, Burkina Faso). I nostri aiuti sono solo dei palliativi per situazioni spesso create dalla nostra società. Ripeto, spero per l’ultima volta, la realtà africana non è quella da noi percepita per dei touch and go per lenire la nostra sporca coscienza di depredatori. La realtà africana, la loro realtà, è un’altra cosa. La Jolie, pur meritoria, non vedo cosa c’entri.

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