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Mal comune, mezzo guaio

Il dato italiano di produzione industriale di dicembre va a fare compagnia a quello tedesco e francese e, fuori dall’Eurozona, a quello del Regno Unito (eh, la sovranità monetaria!) nella pesante frenata della manifattura globale con cui si è concluso il 2015. Per fortuna il Tesoro italiano riesce sempre a vedere il bicchiere traboccante, soprattutto guardando nel retrovisore.

Come segnala Istat, a dicembre 2015 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,7% rispetto a novembre. Nel quarto trimestre la produzione è in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni sono stati 21 contro i 20 di dicembre 2014), l’indice è sceso in termini tendenziali dell’1,0%.

Sul mal comune, il dato italiano appare persino migliore di quello tedesco, francese e britannico di dicembre. Non è meraviglioso, tutto ciò? Nel caso italiano giova tuttavia ricordare che per il nostro paese questa è la seconda variazione mensile negativa consecutiva. Se siete ottimisti e/o piddini e/o esponenti del governo, potete aggrapparvi al fatto che l’andamento dell’indice corretto (così come quello dell’indice destagionalizzato) sembra influenzato negativamente dagli effetti di una festività (il secondo martedì di dicembre) sui giorni effettivamente lavorati. Quindi, allegri: il dato di gennaio ci regalerà un bel rimbalzone. Certo che, creando un bel ponte al mese, saremmo al riparo da brutte notizie, non trovate?

Il destino bipolare e baro ci ha regalato una variazione tendenziale (dicembre 2015 su dicembre 2014) di meno 1,1% ma una variazione sull’anno solare 2015 di +1%, e su quest’ultima il MEF e la vigile Stampa (con minuscola e maiuscola) hanno brindato al record. Attendiamo la prima stima del Pil del quarto trimestre 2015, dopodomani, sapendo che il contributo dell’industria alla crescita è stato negativo. Speriamo nei servizi, che la leggenda metropolitana vuole spinti dal possente vigore della domanda interna. Utile tuttavia sapere che, nel quarto trimestre 2015, la produzione di beni di consumo è calata dello 0,2% sul trimestre precedente, mentre la variazione della produzione di beni strumentali è stata dello 0,5%. Una ripresa vibrante e pressoché isolata dalle turbolenze globali, certo.

Continuate a pregate che Santa Fiat Chrysler ci preservi ma tenete presente che una parte rilevante della sua produzione in Italia è destinata all’export. Tutto ciò premesso, il premio “lancio del’Ansa” del giorno va a:

«Dopo quattro anni la produzione industriale torna finalmente a crescere. Davanti a questo dato incontrovertibile qualsiasi discussione o distinguo è del tutto inutile. L’Italia ha svoltato ed è tornata a guardare al futuro. Da parte nostra continueremo a sostenere la ripresa che, per quanto ancora debole, non può essere negata». Lo dice Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati Pd (Ansa, 10 febbraio 2016)

Inutile discutere, distinguere o anche solo analizzare, guardando alla realtà. Credere, obbedire, propagandare. E tuttavia:

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