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Madri e figli, alla corte dei miracoli del boss

33 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata, all'alba di stamani, tra Boscoreale e Torre A. Francesco Casillo, 37 anni, a capo dell'organizzazione di spaccio, smantellata grazie alle indagini del pool antimafia di Napoli, coordinato dal Procuratore Aggiunto Rosario Cantelmo. Sullo sfondo, legami con i clan Aquino e Gionta e la copertura di soggetti corrotti, all'interno delle forze dell'ordine. Una brutta storia di criminalità, alle falde del vesuvio; una vicenda che vede madri in pellegrinaggio dal boss, in fila, per chiedergli imploranti, un posto da pusher o da vedetta, da assegnare al proprio figlio.

La dichiarazione di Rosario Cantelmo, aggiunto alla Dda napoletana, mi ha “ghiacciata” ieri mattina, al ripetersi del mio rito mattutino al profumo di caffè (chi mi conosce, sa perfettamente quanto questo rappresenti la richiesta più tormentata, per ogni barista al cui cospetto mi presenti), accompagnato dalla lettura del mio quotidiano storico: la Repubblica.

Pagina V: Cronaca, Napoli: "C’è una disparità di forze in campo non tollerabile, tra un’organizzazione che fattura fino a 25 mila euro al giorno e noi che stiamo elemosinando un po’ di straordinario per il personale amministrativo".

Un grido di dolore e profonda amarezza, quello del magistrato, raccolto da Antonio Di Costanzo, nel “pezzo” a 5 colonne. 

Ma cos’è successo?

I Carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno eseguito, all’alba, 33 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Claudia Picciotti, su richiesta dei pm Filippelli, Falcone e Di Mauro.

Un boss giovane, Francesco Casillo, a “capo” di un’organizzazione che faceva il verso alla piazza di spaccio più grande d’Europa: Scampìa.

Ma siamo a Boscoreale ed il quartiere è quello di “Piano Napoli”.

Ed è qui, che il giovane rampollo di camorra aveva fissato la sua dimora.

Kitsch, come solo nel gusto di un delinquente potrebbe essere; un piccolo villaggio Valtur con tanto di piscina, bar all’aperto, palme, lettini ed il buon Cristo benedicente, in bella mostra a bordo piscina.

Le manette ai polsi di Casillo sono scattate mentre, come dire... “era intento a saggiare personalmente la qualità del prodotto smerciato”, prima di accingersi al meritato riposo (e pensare che la sottoscritta non mette testa sul cuscino, se non dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua naturale, a temperatura ambiente); la droga era venduta al dettaglio come all’ingrosso – e si vocifera siano stati molti, gli acquirenti, tra gli “insospettabili” del capoluogo campano.

Francesco CasilloUn’organizzazione di spaccio, in pieno stile narcos, che poteva contare sui legami con gli uomini e le forze dei clan Aquino e Gionta, di Torre Annunziata (questi ultimi avevano offerto tutta la protezione del proprio “fuoco”, al momento opportuno) ed addirittura sulle coperture di soggetti corrotti tra le forze dell’ordine (su questo ultimo aspetto, le indagini sono ancora in corso).

Vero è, che ormai nulla più ci sorprende.

E che decine e decine di madri, imploranti, in fila, abbiano chiesto ed ottenuto colloquio con il piccolo boss (affidandosi al camorrista come ad una divinità): "Mio figlio è disoccupato, trovateci un posto", non dovrebbe fare alcuna impressione.

Eppure non si riesce ad essere cinici, davanti ad una notizia simile.

Queste donne offrivano i propri figli in qualità di pusher (compenso settimanale da 500 a 1000 euro), oppure nel più semplice ruolo - d’attenzione - del “palo” (“vedette”, evocando in tal modo il chiaro riferimento ad una guerra in atto - per un compenso di 200 euro a settimana), letteralmente “in pasto” alla camorra.

Un tempo, la saggezza materna (nel tentativo di sottrarre la progenie alle “tentazioni pericolose” che serpeggiano tra i vicoli, amicizie sporche e denaro facile), imponeva loro di proporre i propri figli in qualità di apprendisti, per “imparare un mestiere”; a bottega, presso un artigiano o commerciante. 

Oggi, evidentemente, al mutare della società, sono mutate anche le necessità (Vincent Cassel ci offre lezioni a tambur battente, in questi giorni – e dalla finestra più spaventosamente deprimente, dalla natura di elettrodomestico - sul diritto al lusso).

E forse anche i rapporti di affetto.

Care madri, nel rivolgervi alla camorra, spero l’abbiate fatto d’impeto, senza minimamente calcolare il rischio “Poggioreale”.

Perché da noi, a Napoli, assume un duplice significato.

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