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Ma sono proprio le Toghe Rosse i nemici di Berlusconi?

Come ci aspettavamo tutti, Berlusconi ed i suoi hanno attribuito la conferma della condanna alla solita cricca di giudici sovversivi che lo odiano. L’argomento è logoro ed è facile smontarlo: i magistrati della Cassazione non erano affatto di sinistra ed, anzi, ce ne era qualcuno non distante dal suo ambiente.

Insomma, è proprio sfortunato questo Cavaliere: c’è solo un piccolo gruppo di magistrati eversivi, ma li incontra tutti lui! In primo, secondo grado, Cassazione, sia per il processo Mills, che per quello Mediaset, o Ruby… Ma possibile che non gli capiti mai un magistrato normale? Ferrara parla di attentato alle libertà politiche (sempre da parte di una magistratura ideologizzata), Brunetta ripete ossessivamente “Ho paura…Ho paura!”: sembra Cocorito (Melopsittacus undulatus), la Santanchè lancia lo slogan: “Siamo tutti pregiudicati!”. Non ancora signora, un po’ di pazienza…

Il punto è che la gens berlusconia riduce tutto ad un complotto fra De Benedetti, il Pd e le “toghe rosse”. Ve l’immaginate Bersani ed Epifani che vanno alla Cassazione? Al massimo parlano con qualche usciere…

Le dinamiche sono molto più ampie e complesse e non sono solo italiane. Oddio, non credo che siano stati molti i magistrati, in tutta Italia, che abbiano pianto alla notizia della condanna definitiva e penso siano stati molti di più quelli che si sono messi a ballare. E’ ragionevole pensare che la maggioranza dei magistrati non ami affatto il Cavaliere ma, d’altra parte, sarebbe strano il contrario, date le caterve di insulti che Silvio gli scarica addosso e le sue proposte di “riforma” della giustizia. Ed è altrettanto ragionevole pensare che la maggioranza di essi voti per il Pd; ma non perché siano ideologicamente di sinistra (ammesso che il Pd lo sia), quanto per una reazione ai suoi attacchi.

Berlusconi si lamenta di aver avuto 41 processi da quando è sceso in politica, il che sarebbe il segno certo della persecuzione di cui è stato vittima. Può darsi, ma può anche darsi che sia il segno della frequenza con cui fa reati… Lui si difende dicendo che è stato assolto in tutti i processi (che però non cita mai e di cui, per circa la metà, non si ha notizia) salvo gli ultimi, dove sono prevalsi i giudici cattivi. Peccato che, sui 18 processi maggiori (quelli che si conoscono):

  • 6 si siano conclusi per prescrizione per le apposite leggi che abbreviavano i termini processuali (casi All Iberian, Lentini, Fininvest 1988-92, consolidato Fininvest, Lodo Mondadori, Mills)
  • 2 si sono conclusi con assoluzione perché il reato di cui era stato accusato (falso in bilancio) è stato appositamente depenalizzato (All Iberian 2, Sme 2)
  • 2 si sono conclusi in quanto il reato era estinto per amnistia (Terreni di Macherio e appartenenza alla P2)
  • 2 sono in attesa di appello e c’è condanna di primo grado (Ruby e Nastri Unipol)
  • 1 sia in fase istruttoria (compravendita di senatori)
  •  solo 4 sono le assoluzioni vere e proprie (Tangenti Gdf, Medusa cinema, Ame 1, Mediatrade).

Il che non è proprio il curriculum della “beata Imelda”, come direbbe Bergoglio.

Gli concediamo volentieri che buona parte dei reati di falso, evasione ed elusione fiscale, tangenti ecc potrebbero benissimo essere contestati a quasi tutti i grandi gruppi finanziari del nostro paese e verso i quali la magistratura si mostra assai più svogliata. Però, questo non dipende dal fatto che i grandi gruppi finanziari siano diventati improvvisamente di sinistra (ci mancherebbe!), ma dal fatto che, mentre fra il potere finanziario e la magistratura le relazioni sono decisamente ottime, lui è in pessimi rapporti con tutti e due.

Mi spiego meglio: il capitalismo tradizionale (quello dell’alleanza fra Cuccia e Agnelli, per intenderci) non ha mai digerito l’arrivo del Cavaliere sul palcoscenico. Per consuetudine, l’accesso al “salotto buono” del capitalismo italiano, Mediobanca, era riservato ai gruppi finanziari consolidati e non di prima generazione, ma, soprattutto, vi si accedeva su invito e con il consenso dei “soci anziani”.

Al contrario, Berlusconi ha sostanzialmente imposto la sua presenza con la potenza di fuoco finanziaria che gli veniva da affari assai chiacchierati. Il Cavaliere ha fatto anche un’altra cosa assolutamente indigesta: entrare in politica. Fra le norme della nostra costituzione non scritta – quella scritta è un’altra cosa – c’è quella per cui un grande finanziere non entra direttamente in politica, ed i primi ad esigerlo sono proprio tutti gli altri finanzieri.

Non per una qualche speciale sensibilità democratica (figurarsi!) ma perché un incarico di governo e peggio ancora di Presidente del Consiglio, assegna al vincitore un rapporto di forze eccessivo, per cui finisce per accaparrarsi tutti gli affari migliori.

E, infatti, il gruppo Mediaset, all’ingresso in politica del Cavaliere, aveva un buco pari a 1.000 miliardi (e fu salvato dal provvidenziale intervento del banchiere più contiguo alla politica, Cesare Geronzi), ora, dopo 20 anni di “discesa in campo” e quasi 10 da Presidente del Consiglio, Berlusconi ha fatto del suo gruppo il secondo o terzo polo finanziario del paese. Una realtà semplicemente intollerabile per i vecchi ed aristocratici membri del club, che iniziano a pensare al dopo-Berlusconi. Beninteso, non tanto al dopo-Cavaliere in politica, di cui gli importa relativamente poco, ma di quello in casa Mediaset, un impero troppo vasto, che non può restare così come è, ma deve essere spacchettato. E questo, anche perché nessuno può immaginare chi salti fuori alle spalle dei due patetici eredi Marina e Piersilvio (Putin? Tamim bin Hamad Al Thani? Messina Denaro? Fate voi). E qui anche le sentenze civili fanno la loro parte.

Peraltro i grandi gruppi finanziari godono di relazioni buone come non mai con l’apparato giudiziario per una serie di ragioni di cui ci occuperemo nel prossimo articolo.

Ed a questo occorre aggiungere che il nostro uomo dà ai suoi avversari abbondante materia per essere azzannato. Lasciamo perdere il caso della recente condanna, parliamo del caso Ruby: ma vi pare che uno che aveva già molti guai su quel terreno, non solo coinvolga nelle sue “cene eleganti” una minorenne, ma per di più, quando questa viene beccata per storie sue dalla polizia, si mette a telefonare personalmente in questura? O che venga fuori che una prostituta abbia il suo cellulare diretto e lo chiami in piena riunione internazionale? Sia sul piano penale che su quello politico ce n’è abbastanza per massacrarlo.

Dunque, vi pare che tutto questo possa essere ridotto al complotto delle toghe rosse? Direi che il Cavaliere ha nemici molto più potenti e feroci. Ma che uno di essi è proprio lui stesso con le sue incredibili fesserie. 

 

Foto: EPP/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.198) 12 agosto 2013 16:45

    ahahaha! Eh si! Ben detto signor Giannuli!

  • Di (---.---.---.71) 12 agosto 2013 19:44

    Avatar >

    Marina B. ha passato 47 anni con un “papi” di scorta. Presidente di Fininvest e Mondadori fa anche parte dei CDA di altre rinomate Società. Per Forbes è nona nella lista delle ereditiere più ricche del mondo.

    Poco si sa delle sue conoscenze ed esperienze in politica.
    Non è uno “svantaggio” visto che secondo alcuni sondaggisti la coalizione di centro destra, con Forza Italia guidata dalla figlia del Cavaliere, potrebbe arrivare a superare la soglia del 40% dei consensi elettorali.
    Come dire che Marina, a scatola chiusa, varrebbe il 20% in più dei voti attribuiti al suo “papi”.

    Quesito.
    Berlusconi si starà chiedendo come mai, dopo tanti sacrifici, il popolo di centro destra sembra preferirgli una “avatar”?
    Forse è solo Tutta Colpa di Carosello se anche in politica piovono gli spot …

  • Di (---.---.---.99) 13 agosto 2013 12:19

    Le "toghe rosse" (che ci sono eccome se ci sono) sono INVOLONTARIAMENTE i migliori amici di Berlusconi. Da 20 anni. Sernza di loro di Berlusconi ci saremmoo scordati perfino il nome ed al governo ci sarebbe la sx (da sola...). Ma non c’è medicina per certi tipi di malattie della mente. <<Due cose sono infinite. L’universo e la stupidità umana, e della prima non sono nemmeno sicuro>> (Einstein). Io sono un elettore di centro dx e ringrazio le toghe rosse, ma anche tutti gli elettori di sx che odiano B. e tifano per l,e toghe rosse, Magari ora basta, Perfino chi come me vota centro dx peferirebbe cambiare leader. Ma che ci vuoi fare?Se i magistrati e la sinistra insistono in questa tafazziana strategia a me, tutto sommato, va pure bene. Meglio vincere con un leader che non apprezzi che avere un leader che apprezzi, ma perdente. Per tanto: magistrati, sinistrorsi, lettori di Agoravox che odiano il Caimano: vi prego andate avanti così.... A me mi ci scappa perfino da ridere....



  • Di paolo (---.---.---.79) 16 agosto 2013 09:35

    Io però non avrei messo in relazione le "sfortune giudiziarie " di Silvio con ambienti finanziari ostili . Non credo che c’entri nulla .Anzi di sponde ne ha trovate a iosa .
    Attendo comunque il prossimo tuo articolo sulle relazioni tra imprenditoria (quella di origine certa) e gli ambienti giudiziari .

    Lui ,oltre al "buco nero finanziario " d’origine , di sopetta mafiosità , ha un percorso imprenditoriale totalmente diverso e i molti processi significano molto delinquere .In un paese normale la sua storia sarebbe finita nel giro di pochi anni come ospite nelle patrie galere e ci saremmo risparmiati vent’anni di follie.

    Per il resto totalmente d’accordo con te ,basti dire che il giudice Antonio Esposito ,quello sotto il fuoco mediatico dei lanzichenecchi , è lo stesso che lo ha assolto nel processo Mediatrade , sempre per frode fiscale .  
    La questione è che lui e i suoi sgherri hanno una lavagna dove sotto la voce "buoni " ci sono i giudici che lo assolvono ,lo prescrivono o si fanno corrompere( Metta ,Squillante... ) ,sotto la voce "cattivi " quelli che lo condannano . Capirai che fantasia !
    ciao

  • Di (---.---.---.25) 18 agosto 2013 19:27

    Berluscones >

    Nelle elezioni politiche il PdL, con 7,333 milioni di voti, ha raccolto il 15,6% dei consensi del corpo elettorale. Su questa base gli esiti della vicenda giudiziaria del suo leader sono assunti ad “interesse dell’intero paese”.

    Nell’interesse di tutto il paese non può in alcun modo essere limitata la “libertà” personale di Berlusconi, né venir “condizionata” la sua agibilità politica.
    C’è di più.
    Il governo in carica non ha futuro se tutti i Parlamentari che ne sostengono la fiducia non riconfermeranno la piena “dignità” del Cavaliere e la sua intatta “compatibilità” con le funzioni pubbliche.

    Ne consegue.
    Nel caso specifico, interesse di “tutto” il paese è che la giustizia venga disattesa e che la sentenza di condanna non trovi alcuna applicazione.
    Ancora.
    Verrebbe di fatto sancito il principio (di rilevanza costituzionale) secondo cui i membri del Parlamento potrebbero essere penalmente perseguiti solo se colti in flagranza di reato nell’atto di commettere un delitto punito con l’arresto.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce né remore, né limiti fino a …

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