• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Ma è vero che i carri armati sono vicini ai confini della Francia?

Ma è vero che i carri armati sono vicini ai confini della Francia?

Sì, è vero...

Avvenne nella notte del 10 giugno 1940 - proprio due giorni addietro, con i ben noti fatti in atto, è stato “celebrato” il 78° anniversario -, quando l’Italia del regime fascista aggredì la Francia, a “giochi militari” già fatti. Infatti, i nazisti avevano già distrutto l’esercito francese –, il 14 giugno venne occupata Parigi, il 25 dello stesso mese venne firmata la resa. Come dichiarato dal dittatore fascista servivano “alcune migliaia di morti” (di italiani) da mettere sulla bilancia della storia, per sedersi al tavolo della pace. Giusto per soddisfare la lussuria della guerra e i proclami della “razza eletta”.

Come si conviene tra “nobili sciabolatori” giorno 10 giugno 1940 alle ore 16.30 il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano convocò a Palazzo Chigi gli ambasciatori di Francia e Gran Bretagna, fu comunicata la dichiarazione di guerra. Poi, dopo l’intervento di Mussolini (ore 18) dal balcone di Piazza Venezia che proclamò al popolo italiano l’inizio della guerra, si accesero i motori dei carri armati che già stazionavano ai confini, nel sud della Francia. 

Il gioioso appetito fu accontentato, ci furono le sospirate “alcune migliaia di morti”. Da aggiungere ai francesi, militari e civili.

Poi, come è ben noto a tutte le persone che ritengono utile tenere viva la memoria, la farsa carnevalesca finì in orrenda tragedia, una vera e propria avventura omicida. L’Italia distrutta, centinaia di migliaia di vittime, la gran parte dei paesi europei – oltre la Francia – aggrediti e martoriati, fino alle lontane steppe dell’Unione Sovietica. Con il perverso contributo dell’Italia fascista che, non ancora soddisfatta, portò gli italiani a trucidare gli africani nel loro suolo natio, giusto per “aiutarli a casa loro”, in: Libia, Somalia, Eritrea, Etiopia. Solo la Lotta di Liberazione, condotta da centinaia di migliaia di uomini e donne, riscattò la Patria (e gli italiani) – nel frattempo invasa dai nazisti con la compiacenza attiva dei fascisti - che era stata vilipesa dalla dittatura, nell’eliminazione di tutte le libertà e nel largo uso della violenza.

Con grandissima fatica si costruì la nuova Patria, ampiamente condivisa. I pilastri fondativi sono rappresentati dalla Costituzione, con i valori di pace, riscatto sociale, giustizia, libertà, diritto di asilo, solidarietà ed accoglienza. Postulati che per molto tempo hanno caratterizzato la nuova Europa, ricostruita sulle enormi macerie distruttive prodotte scientemente dal nazifascismo.

Da diversi anni ormai le latenti contraddizioni sono esplose in maniera virulenta. Il potere liberista e finanziario è diventato predominante, con tutte le nefaste conseguenze sulla principale parte delle popolazioni costituite da lavoratori dipendenti e pensionati. Le destre – vecchie e nuove – con tutto il bagaglio nazionalista e razzista stanno prendendo il sopravvento, aizzando i poveri e gli sfruttati contro gli altri poveri di sembianze diverse. 

Oggi, i confini con la Francia sono tranquilli, non ci sono manovre militari in corso. A parte la similitudine della convocazione dell’ambasciatore, volano solo gli stracci, bagnati nel “cemento liquido”, che calano come staffilate sulle spalle degli afflitti profughi che cercano asilo, accoglienza e solidarietà, fuggendo da guerre, terrore, fame, desertificazioni ambientali, in gran parte procacciate dai nuovi imperialisti, gli stessi di ieri che ormai ravveduti agiscono in maniera più raffinata nello sfruttamento delle risorse altrui, a partire da quelle africane.

Loro, uomini, donne e bambini, sono le vere cavie indifese, in uso da parte di coloro che li utilizzano solamente per le loro propagande e i giochi di potere.

 

Foto: SLATE

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità