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M5s e Giannuli: "Una messa a punto sui miei rapporti con il Movimento"

Come prevedevo, il post precedente, in cui comunicavo la mia “discesa dal carro del vincitore”, il M5s, ha provocato, tanto sul blog quanto sui social, una folla di commenti che meritano qualche puntualizzazione. Ovviamente, non risponderò a tutti anche perché diversi non meritano alcuna risposta.

Ai “forzati della tastiera”, ai “tifosi da Movimento”, a quelli che straparlano senza neppure aver letto più del titolo, a quelli che trinciano giudizi senza motivarli ecc non vale la pena di dir nulla: i cretini sono un fenomeno naturale come la pioggia d’inverno ed il caldo d’estate, inutile prendersela con quello che non può esser mutato. Veniamo alle cose serie ed, ovviamente, risponderò per punti.

Innanzitutto c’è chi ha parlato di “abiura”: quale abiura? Questo è un concetto religioso che appartiene alla storia dell’Inquisizione, io sono laico e non ho chiese cui render conto delle mie scelte. Peraltro bastava leggere le prime righe del pezzo per capire che non mi dichiaravo affatto pentito di aver costeggiato il M5s dal 2014 ad oggi, anzi, riconoscevo i due meriti obiettivi che non possono essergli negati (aver fatto saltare in aria il Pd –e, con esso, il falso bipolarismo ed aver evitato la nascita di una Alba Dorata italiana) per capire che ritengo positiva questa parte della mia esperienza. Ma registro un mutamento di pelle del M5s su cui mi esprimo.

Qualche altro, con molto acume (e quanto acume!) rileva che io dal carro non potevo scendere non essendone mai salito, e cioè non avendo mai aderito al movimento (cosa che, peraltro, ho sempre dichiarato apertamente e puntigliosamente): quando indichi la luna c’è sempre uno che guarda il dito. Le metafore non vanno mai prese alla lettera, ricordiamolo.

In effetti io non ho mai aderito al M5s (che scoperta!), ma questo non significa che non abbia avuto con esso qualche rapporto. Lenin usava una espressione che calza molto bene in questo caso: sono stato un “compagno di strada” che ha collaborato, sostenuto, votato il movimento e questo mi pare difficile nasconderlo o negarlo. Ora prendo atto che le strade si dividono: io continuo per la mia strada ma il movimento sta facendo una evidente svolta.

Un chiarimento devo darlo a proposito del mio giudizio sul carattere di destra di questa svolta.

Contrariamente a quello che molti nel M5s pensano, le categorie di destra e di sinistra non sono affatto superate ed hanno ancora una utilità per capirsi (a patto di aver letto qualche libro). Destra e sinistra non hanno sempre lo stesso significato, capiamoci, per cui in una certa epoca destra indicava una caratterizzazione fascista, nazionalista o conservatrice, mentre oggi questo è un significato residuale. Oggi la destra si caratterizza essenzialmente in quanto neoliberista e mi pare che ci siano segni evidenti di svolta del M5s in questo senso. La stessa incredibile svolta in senso europeista e filo euro non sarebbe comprensibile se non in questo quadro concettuale, così come buona parte delle “ricette” economiche proposte si caratterizzano in questo senso.

A proposito: per un equivoco rivelatore della scarsa conoscenza delle cose di cui si parla, spesso si indica il “reddito di cittadinanza” come una proposta di sinistra che, appunto, smentirebbe questa svolta del M5s a destra. Ebbene, vale la pena di ricordare che l’inventore di questa ricetta è stato Milton Friedman, il caposcuola del neo liberismo che non mi risulta sia mai stato lontanamente di sinistra. Questo non vuol dire necessariamente che si tratti di una idea sbagliata (come peraltro io penso nel merito), ma semplicemente che è del tutto improprio etichettarla come di sinistra (vedete che le categorie di destra e di sinistra servono ancora?).

Il secondo campo in cui si registra una svolta del M5s è quello delle concezioni costituzionali: di legge elettorale proporzionale proprio non si parla più e già da tempo si è fatta strada una simpatia per i sistemi maggioritari, così come si avverte una netta propensione per concezioni presidenzialiste ed esecutivo-centriche che sono classiche idee costituzionali di destra (sapete: le idee hanno una storia ed il mondo non è nato con il M5s).

Questo poi trova il suo completamento nelle soluzioni date alle regole interne che sono un perfetto pendant del presidenzialismo costituzionale, così come lo statuto del Pd voluto da Renzi era del tutto funzionale alla sua riforma della Costituzione che andava appunto nel senso di una forte centralità del governo e si armonizzava con l’Italicum che era un sistema elettorale maggioritario: sapete, non è che se certe cose le dice Renzi sono di destra e se le dice Di Maio diventano neutre ed auspicabili, sono sempre cose di destra.

Tutto questo si affianca ad un punctum dolens di sempre: la politica sull’immigrazione di fatto indistinguibile da quella della Lega.

Dunque, mi pare ce ne sia abbastanza per motivare la mia affermazione. Alcuni dicono che tutto questo era chiaro sin dall’inizio, anzi da prima ancora, da quando Grillo era in fasce e che io sono più o meno un imbecille a non aver capito subito quello che loro, nella propria genialità, avevano capito dal primo istante. Se così fosse non ci sarebbe alcuna svolta, mentre mi pare di aver indicato più punti in cui essa c’è stata. Ma, mi dice qualcuno, anche questa svolta era iscritta nelle cose ed era facile prevedere che sarebbe andata così. Io faccio l’umile mestiere dell’analista e mi baso su dati concreti per ragionarci su, non ho le palle di vetro che hanno altri e rilevo che in tutta una prima fase, il movimento era un miscuglio di componenti di destra e di sinistra e poteva evolvere sia in un senso che nell’altro.

Certamente, l’atteggiamento isterico della sinistra (e mi spiace dire di quella a sinistra del Pd più che del Pd stesso) non ha aiutato ed ha spinto ulteriormente verso destra il M5s. Le aperture odierne di Leu mi pare arrivino un po’ fredde, e la verità è che la sinistra non sopportava proprio l’esistenza stessa di qualcosa del M5s che, per di più, si permetteva di avere successi elettorali che essa non era mai stata capace di cogliere. Può far male ma va detto.

All’opposto, altri mi rimproverano un giudizio troppo frettoloso: “Ma se non abbiamo neanche iniziato a vedere cosa possono e vogliono fare!!!”

Per la verità alcuni fatti sono già accaduti. Ad esempio il cambio di regole interne. Certo nel M5s la democrazia non si è mai sprecata e chi avesse la bontà di sfogliare le pagine di questo blogv edrebbe che non ho aspettato questo momento per criticare certi aspetti di vita interna, però qui si è fatto molto di più elaborando un modello a uomo forte che tutto decide e mi pare difficile non vederlo. Poi anche sulle ricette economiche non è che non si capisca dove vogliono andare a parare.

D’altro canto io non ho dichiarato guerra al M5s verso il quale, pur allontanandomi, non nutro inimicizia, per cui quando prenderà posizioni come quella del ripristino dell’art 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori non potrò che plaudire, ma quando avrà uscite, come quella della Giannetakis che propone misure, in materia di immigrazione e terrorismo, poco rispettose dei principi del garantismo penale, non potrò che essere contrario. Volta per volta vediamo, come si conviene a chi voglia commentare la politica da analisti indipendente (e mi pare d’averlo sempre fatto).

Ho paura che per molti la svolta sia solo quella di piazzare persone oneste al posto di quelle che c’erano prima a prescindere dalla linea politica. Io do volentieri atto al M5s di essere (ancora) immune dalla corruzione, ma in politica l’onestà non è tutto e la linea politica è più importante dell’onestà.

Scusate ma io la penso ancora in questo modo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.50) 10 aprile 2018 19:47

    Replicanti >

    L’attuale Grosse Koalition tedesca ha visto all’origine (settembre 2017) una SPD che, persi in consensi 3 punti %, sceglieva di stare alla “opposizione” per ritrovare il rapporto con operai e emarginati.

    Trascorsi 5 mesi (marzo 2018) M SCHULZ ha ottenuto dalla A Merkel dei Ministeri chiave ed un programma dove “si riconosce la mano dei socialdemocratici”.


    Veniamo in Italia.

    Il PD, a matrice Renziana, è arrivato terzo e per ora ha deciso di starsene alla “opposizione”. Preso atto delle differenze di fondo, appare evidente che l’incontro tra M5S e la Lega ha ben poche possibilità di riuscita. Si prospetta altresì che qualunque futuro tipo di governo dovrà trovare termini e contenuti che “convincano” il PD a farne parte.

    In sintesi.

    Viste le analogie dei due casi non c’è proprio bisogno di pensare a delle “geniali” strategie partorite dalla fulgida mente di un M RENZI, quale autentico leader capace di rilanciare il partito.


    Meglio convincersi che una Democrazia “sana” non si nutre delle millanterie di Primi Super Cives interessati a …

  • Di pv21 (---.---.---.50) 11 aprile 2018 20:05

    Postilla > Nessuno nasce “profeta”.

    Voglio comunque ricordare che hanno diversi mesi dei miei post in cui “pronostico” che a M Renzi basta “avere le chiavi” di un partito (ex democristiani + socialdemocratici) che possa puntare fino ad un 15% di consensi. 

    Ecco intanto un bel Congresso. per la nomina del Segretario, dove sa di detenere la maggioranza di quasi i 2/3.

    Saluti.  

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