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M5S oramai ridotto a plagiare la guapparia in stile Mario Merola

Ricordate l’epopea della “guapparia” filmografica alla Mario Merola? A leggere le cronache delle attuali esibizioni grilline, sembra di rivivere le commedie meroliane, per quanto riviste e corrette (o scorrette?). Chi scrive dichiara la propria inadeguatezza in materia di “merolismo” dato che non ha mai investito nel corso della propria esistenza neppure un centesimo (in Lire o in Euro) per assistere a simili spettacoli, ma gli è capitato spesso di incappare involontariamente in scene delle citate performance filmografiche e teatrali diffuse dalle TV pubbliche quanto private subite nello spazio di tempo necessario per rintracciare il telecomando, andando di frequente a scovarlo dopo tempo nei più improbabili quanto impensati pertugi della stanza, pieghe del divano comprese, in cui era andato a celarsi prima di poter finalmente consentire il salutare cambio di canale.

Assistere alle registrazioni mandate in onda da tutti i TG circa le “regionarie” laziali, con seguito sul palco di Marino (nomen omen?), nelle quali veniva incoronata Roberta Lombardi candidata unica per la Regione Lazio, ricorda la tipica commedia meroliana dove i due nemici (nel caso in questione declinabile al femminile) si ritrovano a far pace con tanto di baci e abbracci pubblicamente elargiti al “loro” pubblico in platea. Roberta Lombardi e Virginia Raggi si offrono in una performance che nemmeno le più dotate attrici della commedia in stile “guapparia” sarebbero capaci di recitare.

 E allora eccolo, il capocomico del M5S, emulare il Mario Merola nei toni, nella gestualità, persino nel linguaggio, seppure con cadenza da carrugi anziché partenopea. Vuol dimostrare dal palco di essere sempre lui, Beppe Grillo, il padrone della compagnia teatrale denominata M5S, nonostante gli annunci di volersi fare da parte, appaiati a quelli che furono poco addietro di Renzi e recentemente persino dell’ispiratore di entrambi loro, quel Silvio Berlusconi dal quale ambedue hanno mutuato ipocrisia, sceneggiate, spettacolarità, mistificazione e quanto di negativo possa annidarsi nella politica italiana a cavallo degli ultimi due millenni.

Però (c’è sempre un però, anche nelle favole più scalcinate) qualche giorno dopo l’evento citato arriva una nuova tegola sul “Movimento”. La sindaca di Torino, quella Appendino proposta all’Italia intera quale esempio della “buona amministrazione” grillina, in bilanciamento alle miserevoli dimostrazioni della collega romana, si becca un ulteriore bell’avviso di garanzia rendendo così il M5S il partito, o movimento, con più indagati, in percentuale, di tutti gli altri partiti. Ora manca solo di assistere alla vibrante protesta dei reduci del PSI craxiano per vedere offuscato il loro primato in materia. Il leader in pectore Di Maio dichiara, senza provare un briciolo di vergogna, che il movimento è sotto attacco! Ma si sa, per i grillini, gli indagati degli altri sono già di per sé delinquenti, i loro sono innocenti sino a prova contraria. “Onestà, onestà! Per gli altri, mica per noi”.

L’odore di destra che aleggia in giro per l’Europa, e non solo, rischia di premiare proprio certa gente facendo sprofondare nella disperazione totale coloro che già oggi si ritrovano schiavi di un sistema economico-sociale tra i più iniqui della storia contemporanea. Vuol dire che assisteremo a un ulteriore arretramento della democrazia. Ma ciò non avverrà soltanto per le abilità della conservazione, sia essa mascherata sotto le mentite spoglie del renzismo, del grillismo o dichiaratamente espresse dalle destre. Una buona dose di responsabilità graverà anche su una sinistra incapace di elaborare una credibile proposta d’uscita dalla presunta complessità nella quale sembra ci si sia andati a infilare. Eppure, a leggere il fior fiore di economisti e filosofi contemporanei, la complessità non è poi tanto indecifrabile e le proposte concrete non mancano di certo. Basterebbe tradurle in qualcosa di politicamente fruibile per evitare di diventare ostaggi delle destre, camuffate o dichiarate che siano, con ciò che ne consegue.

Il buon Merola continuerà a recitare le sue commedie attraverso pellicole sempre più sbiadite nonostante il tentativo di Beppe Grillo di rivitalizzarne lo spirito. I neomelodici partenopei ringrazieranno entrambi gli artisti per aver conferito loro nuovo lustro attraverso le performance canore dal palco grillino. Però (c’è sempre un però, anche nelle favole più scalcinate) qualche “neomelodico” potrebbe persino aversene a male. Staremo a vedere.

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