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Luigi Nicotra

Già legale d'azienda, ora pensionato, amo la storia e coltivo una sana passione civile che mi induce a mettere per iscritto le mie riflessioni su temi d'attualità politica e di costume. Come disse un giorno Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria....e tale è rimasta!

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  • Primo articolo mercoledì 11 Novembre 2010
  • Moderatore da giovedì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 22 marzo 2011 14:19

    Mi domando perchè quella che fino a ieri era un intervento giusto e sacrosanto a sostegno dei rivoltosi libici, contro le nefandezze di un dittatore spietato come Gheddafi, sia diventata improvvisamente una guerra immonda, " degli avvoltoi ", come si titola il suo articolo, marielouise. Solo perchè un tomawack è stato lanciato contro il bunker del satrapo? In tutta franchezza: che male sarebbe poi stato? Un tiranno psicopatico in meno sulla faccia della terra, è una luce di speranza in più per l’umanità.
    Il petrolio e il gas sono dietro questo intervento? Può darsi. Ma anche quì: dove sta lo scandalo? Il mondo occidentale ne ha molto bisogno, ancor di più ora che l’energia prodotta con il nucleare viene fortemente contestata. Sarebbe una gran cosa se, dall’appoggio ai rivoltosi, si riuscissero a prendere i due proverbiali piccioni con una fava, vale a dire un po’ di democrazia e di benessere per quelle popolazioni oppresse che dei proventi del petrolio hanno visto fin qui solo le briciole e dei vantaggiosi contratti per gli approvvigionamenti energetici.
    Inutile,poi, fare della dietrologia sulle preventive manovre finalizzate all’intervento. E’ infatti fin troppo ovvio che queste azioni debbano essre preparate per tempo e che la ricognizione preventiva sul campo ne è sempre una condizione indispensabile.
    Quanto alla Lgea Araba, siamo in presenza di un enorme sfoggio di ipocrisia. Prima chiede a gran voce che l’occidente organizzi la No Fly Zone, poi dice che l’operazione è stata attuata oltre i limiti. Quali? Boh. Pensavano che gli aerei e i loro piloti andassero a bloccare i cieli libici, senza smantellare le difese a terra? Volevano che ci immolassimo come capretti sull’altare della loro e solo loro convenienza politica?
    Vero è, concordo con lei, che il nostro Paese non ci fa una gran bella figura: prima bacia le mani a voscienza Gheddafi e poi gli manda i Tornado sulla testa. Ma da questo c’è solo da augurarsi che la somma delle contraddizioni del governo Berlusconi e della sua politica avventurosa su tutti i fronti, quello interno e quello estero, ne segnino finalmente il declino. D’altro canto, solo madornali errori e clamorose debacles potranno comportare la caduta del monarca Silvio, perchè se stiamo ad aspettare la presa di coscienza degli italiani.....campa cavallo.
    Cordialmente.
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 11 marzo 2011 19:13

    Se non ti pesa correre il rischio " strabismo " a causa dei 3 PC da tenere in contemporanea sotto controllo, prosegui pure, Le tue considerazioni ed osservazioni sono sempre interessanti ed argute. Ritornerò anch’io quanto prima sull’argomento.
    Cordialmente,
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 11 marzo 2011 11:02

    Premesso che io non sono un ingegnere " energetico " ma solo una persona che si informa e si documenta con energia, mi permetto, per ora, un solo quesito a Gianluca che invita a non straparlare se non si è esperti nel settore, ragionamento in base al quale dovrebbero tacere tutti coloro che: 1) non hanno una laurea ad hoc; 2) non hanno lavorato a Caorso; non arrivano da Chernobil; non aderiscono a Greenpeace, Lega Ambiente, Verdi, WWF e, già che ci siamo, ai boy scouts: ma tutti i firmatari del documento in premessa di questo thread sono una manica di perfetti idioti o hanno qualche titolo ed un tantino di competenze scientifiche da far valere? Grazie.
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 10 marzo 2011 15:18

    Ciao, Paolo. Vero, concordo pienamente. Vorrei rammentare ciò che ha detto l’ex direttore di Greenpeace, il " pentito " Stephen Tindale: " È stata come una conversione religiosa. Essere contro il nucleare era il primo comandamento di un ambientalista, ma mi sono reso conto che l’energia atomica è meglio dei cambiamenti climatici ". Si veda al riguardo il suo intevrneo apparso sul Sole24Ore del 27 aprile 2010. Non sarà perché il risparmio energetico e le energie rinnovabili verosimilmente da soli non basterebbero?
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 9 marzo 2011 15:24

    Le sue rilfessioni, egregio xxx.xxx.xxx.143, sono molto interessanti e molto c’è di vero in esse. Ma questo, a mio avviso, non sposta i termini della questione sulla grandezza di fondo dell’epopea risorgimentale e della conquista dell’unità del Paese, nonostante tutti i limiti, le brutture e le ralizzazioni incompiute o mai conseguite.
    Due dati di fatto ed altrettanti meriti da attribuire all’unità del Paese:
    1) l’Italia non ebbe la rivoluzione industriale che ebbero altri paesi europei, in primis la Gran Bretagna, fra la fine del 18° e l’inzio del 19° sec., vale a dire quel processo evolutivo da un sistema economico fondamentalmente agricolo ed artigianale ad uno industriale moderno caratterizzato dall’uso di macchinari, azionati da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove, per l’epoca, fonti energetiche come, ad es., il carbone. Processo che necessitò, oltre che di favorevoli condizioni di mercato ( il passaggio da un’agricoltura di mera sussistenza ad una finalizzata al profitto ), geografiche ( essere da sempre al centro delle grandi rotte commerciali ), anche di un quadro poitico/iistituzionale consolidato e, quindi, in grado di assecondare e favorire detto processo. Questo avveniva nel Regno Unito. Ebbene, credo che solo grazie all’unificazione nazionale si potè realizzare lo sviluppo industriale italiano. Fu infatti negli ultimi vent’anni del secolo 19° che l’Italia ebbe la sua peculiare rivoluzione industriale nel campo produttivo e delle trasformazioni strutturali diventando, ancorché con grandi difficoltà, un Paese industriale. Tali trasformazioni comportò, da una parte, la creazione di grandi complessi industriali, specie nel nord Italia. Dall’altra, il centro-sud divenne sbocco commerciale dei prodotti e serbatoio di mano d’opera. Furono fenomeni che si stabilizzarono proprio in quel periodo.
    2) L’Italia non ebbe neppure la riforma protestante, vale a dire quel movimento religioso, nato nel 16° secolo, ben prima quindi dell’unità d’Italia, che nato col fine del rinnovamento spirituale della Chiesa e del recupero del rigore morale, ebbe rivoluzionari risvolti politici che contrassegnarono lo sviluppo, oltrre che religioso, culturale economico e politico delle nazioni nelle quali prese piede. La riforma protestante, come noto, fu fortemente avversata dalla Chiesa di Roma la quale vide in essa lo spettro della fine del proprio potere temporale. L’Italia, la propria riforma " protestante " la conseguì grazie ai movimenti risorgimentali ed all’unità del Paese, ottenuta sull’apporto ideale del liberalismo laico, talora anticlericale, grazie al quale vennero sconfitti il Papa Re ed il suo potere temporale.
    Credo che questi due meriti del Risorgimento siano indubitabili. Che poi la storia d’Italia si sia sviluppata sommando conquiste a contraddizioni sociali, politiche e culturali/religiose,mi permetto di dire che questo concerne quell’uso strumentale, di cui parlavo nel mio articolo e del quale rimango convinto, che si è fatto del Risorgimento a seconda delle convenienze polticihe.
    LN

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