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Loro1 - in attesa dell’epilogo

Sarà stato un caso ma entrare al cinema di una città media alle 19 di un giovedì qualsiasi e trovarci 3 spettatori in tutto fa pensare che l'argomento non interessa più, non ci tocca: Lui, l'innominato innominabile, la brutta copia dell'italiano medio o la copia a cui l'italiano medio si è sempre ispirato non ci smuove più di tanto. Resta da chiedersi quale elettore (medio) gli ha prodotto il risultato del 14% alle ultime elezioni del 4/3/2018, forse un po' di suoi coetanei che pensano ai passati “successi”, gente che in lui si è identificata come in un campione che ha fatto della sua vita ciò che essi sognavano; o forse molti suoi feudatari interessati e dall'ometto beneficiati, che sperano di partecipare ancora un po' alle scorpacciate di cui hanno ricordo. Và detto che l'uomo del fare ,così si definisce il Tony Servillo che gli dà le sembianze esagerate grottesche e caricaturali, un po' di profitto lo ha arrecato: oltreché ai suoi feudatari e cortigiani ai tanti giornalisti scrittori e creatori di programmi mediatici che ne hanno scritto, per informarci o per compiacerlo. Insomma l'uomo del fare si è dato da fare e nemmeno a 82 anni puo' starsene con le mani in mano: con la scusa del Paese che amo vuole risultare presente, ricorda l'ex giovane sindaco di Firenze che gli tributò un viaggio ad Arcore e i tanti che non possono vivere senza stare in scena.

Per il resto il film sembra una continuazione de La grande Bellezza con qualche scena di Youth, il Jepp Gambardella attorniato da un mondo di comparse in cerca di carriera o comparsate – in tv o in politica - è sempre lì, lì nel mezzo (da Luciano Ligabue). Sorrentino non può fare a meno delle maschere, degli animali umani o reali di cui popola i suoi film: una rappresentazione grottesca della nostra italietta. Meraviglia il numero di comparse che lo popolano come in uno stadio, dove le avrà trovate? E in larga maggioranza ragazze e fustacchioni ben fatti, tutti a proporsi al drago pur di apparire e sopravvivere, e fu come allontanarsi un po' la pistola di un mattino (da Roberto Vecchioni), la pistola dell'oblìo (vedi l'igienista dentale Minetti o il fine dicitore Bondi, qui impersonato da Fabrizio Bentivoglio, o un “trota” o una Ruby qualsiasi). E per qualche chiappa di sedere femminile dev'essere stato un punto d'arrivo tatuarsi il faccione ghignante dell'idolo, per esporlo alla vista dell'utilizzatore finale di turno.

Un pizzico di umanità è dato da Riccardo Scamarcio, che dà voce e immagine a Gianpi Tarantini in attesa di conoscere “Lui” per sfondare nel mondo degli affari, e che si preoccupa dei risparmi che sta investendo in quell'impresa e che stanno per finire. Altro tocco umano è la comparsa nel film di Fabio Concato, che improvvisamente appare nel giardino di Villa Certosa in Sardegna (però, che bravo è stato il Belluscone imprenditore...e quante ville, anche rubate), e canta alla coppia B.-Lario Che domenica bestiale, la canzone del loro primo appuntamento, in attesa che il ciarpame senza pudore, di cui la “poveretta” si accorse solo dopo 26 anni di matrimonio, inondi le residenze private dell'ometto coi tacchi. La cosa avverrà prevedibilmente in Loro2 del quale l'andamento un pochino “sbadiglioso” di Loro1 fa pensare a un epilogo definitivo di quella vita che ha solo dato spettacolo furbo.

 

 

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