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 Home page > Tribuna Libera > Lo stress lavorativo e il dogma dell’unità Europea

Lo stress lavorativo e il dogma dell’unità Europea

Nasce un’Europa unita apparentemente con finalità etico-sociali ma sostanzialmente economiche.

I suoi dogmi ispiratori sono il risparmio nel nome del massimo profitto, risparmio che si realizza attraverso la riduzione del numero dei dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, la riduzione delle spese di manutenzione e della creazione di nuove opere.

Nel nome di una sana e rigorosa, demagogica, riduzione degli sprechi l’uomo è trasformato in uno schiavo del profitto. Questa è la scala valoriale del sistema economico dell’attuale unità Europea. In questo terreno di coltura, nascono storie di dolore e disperazione.

Io anziano dipendente, cardiopatico, con pregressa miocardite reumatica, aritmia ad elevatissima incidenza, pregresso infarto inferiore, diabete ed ipertensione arteriosa, vedendo crescere il mio carico di lavoro, causato dal blocco delle assunzioni del personale collocato a riposo, sentendomi stressato e nel contempo lamentando dolore epigastrico ad irradiazione retrosternale e sottomandibolare, mi rivolgo alla Sorveglianza Sanitaria della mia Azienda che, disposti gli accertamenti del caso, mi giudica idoneo con limitazioni, quali l’esclusione dell’esposizione ad elevato carico psico-fisico, che segnala ai responsabili.

Il mio carico di lavoro sostanzialmente non si riduce per cui esprimo ai responsabili la paura che, continuando così, possa rischiare un secondo infarto.

A Gennaio 2019 torno dal medico competente chiedendo se possa fare qualcosa di più per aiutarmi ed egli mi risponde di avere già fatto tutto il possibile.

Avendo il timore di esagerare e di essere considerato un lavativo, continuo a lavorare strenuamente, anche se, a volte esprimo con rabbia le mie paure e perplessità relative al fatto che a mio parere il servizio andrebbe rafforzato con un incremento di personale.

Il 10 Agosto 2019 vengo colpito da un secondo infarto miocardico seguito da relativa angioplastica con applicazione di sei stents.

Sono tante, troppe le storie come questa e riconducibili, a mio avviso ed anche nel mio caso, non alle responsabilità del singolo, ma alle stesse premesse su cui si basa questa unità Europea.

La storia del mondo è ricca di errori e ripensamenti che hanno determinato il progresso: il dogma può bloccarlo. L’attuale Unione Europea sta affondando nei dogmi. E’ necessario rivedere una costruzione pensata per il secolo scorso: per questo i moderni europeisti non devono solo difendere l'Unione: devono cambiarla drasticamente.

Concludo con un dato economico tratto dal principale quotidiano della mia città: 861 Ditte hanno cessato l’attività, a Livorno, nel 2019 ( articolo pubblicato su “ Il Tirreno “ di Domenica 9 Febbraio 2020 ).

Roberto Angeli

 

 

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