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Lo Stato sociale spiegato agli italiani

Alla base dei moderni stati di diritto, fondati sul criterio di uguaglianza sociale , troviamo il cosiddetto “Stato sociale”. Per Stato sociale, si intende un sistema basato su una serie di soluzioni – messe in atto dallo Stato – che hanno la finalità di rendere possibile a tutti gli effetti l’uguaglianza tra gli esseri umani, al fine di non creare quella che oggi viene definita forbice sociale o economica.

Attualmente, e da diversi anni, lo Stato sociale è stato soppiantato da uno Stato autoritario palese, che rende sì gli esseri umani uguali gli uni agli altri, ma in senso opposto: in special modo per ciò che concerne la classe media e la classe di cittadini in stato di povertà, si sta procedendo certamente verso un sistema di uguaglianza che, però, non ha effetti positivi quanto degenerativi dei diritti fondamentali e inalienabili che sono alla fonte dei sistemi a regime democratico. Si può giocare molto sul termine “uguaglianza sociale” se poi non si spiega alla popolazione che l’uguaglianza in senso positivo, presuppone sostegni che – invece – sono costantemente negati.

Nel nostro paese, così come in molte altre nazioni europee o extraeuropee, dall’avvento della crisi economica mondiale, non accade altro che lo sfaldamento distruttivo del fondamento del criterio di democrazia. Quando lo Stato sociale viene a mancare, ecco che si perde del tutto la manifestazione concreta del sistema a regime democratico.

I criteri contenuti nello Stato sociale sono, infatti, tutti quelli di cui oggi non abbiamo più alcuna garanzia: assistenza sanitaria, diritto all’istruzione, diritto alla pensione, assistenza agli invalidi, assistenza agli anziani, ma anche difesa dell’ambiente e sostegno economico ai disoccupati.

Ognuno di questi comparti sociali, sono stati resi inaccessibili alla popolazione.

Il diritto all’assistenza sanitaria è stato distrutto rendendo impossibile l’accesso alle cure, in favore del sistema sanitario privato, notoriamente in mano a molti esponenti della politica. Si vocifera che, le interminabili liste di attesa per effettuare una TAC, un Holter o altre tipologie di analisi strumentali, siano richieste proprio dai governi in carica che, in tal modo, agevolano la sanità privata.

Purtroppo, chi lavora nel sistema sanitario non accetta di render note queste aberrazioni. Le racconta, ma non ci mette la faccia. Di conseguenza, si può solo dire che “si vocifera che”…

Per ciò che riguarda il diritto all’istruzione, ecco che un altro fondamento delle nazioni a regime democratico e con un sistema di Stato sociale viene negato. I finanziamenti al comparto della scuola pubblica da anni risentono di tagli ai finanziamenti. Di contro, da anni viene generosamente foraggiato il comparto della scuola paritaria.

Già solo su queste due aberrazioni, possiamo parlare di sistema autoritario e non applicazione di due articoli fondamentali della nostra costituzione: l’art. 32 in materia di diritto alla salute e l’art. 34 sul diritto allo studio.

Per rendere maggiormente comprensibile il criterio di diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione, ecco di seguito cosa recitano i due articoli sopra citati:

Art. 32 Diritto alla salute

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Art. 34 La scuola è aperta a tuttiL'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Al di là della non applicazione dei due criteri sopra elencati, a suon di tagli ai finanziamenti dei relativi comparti, si noti come – oltretutto – sia bastata una riforma sanitaria che rende obbligatoria la vaccinazione multipla, per togliere qualsiasi dubbio sull’ipotetica applicazione di due diritti inalienabili e sanciti dalle carte internazionali sui diritti umani: negare l'accesso alla scuola ai bimbi non vaccinati, è incostituzionale. Lo dice la Costituzione, non è un'opinione personale. 

Proseguendo oltre nella non applicazione dei criteri relativi allo Stato sociale, non si può non sollevare la questione che concerne disabili e anziani. Inutile ripetere ciò che tutti osserviamo ogni giorno. I disabili subiscono quotidianamente la negazione quasi totale di ogni diritto, sia esso alle cure sia applicato alla cancellazione delle barriere architettoniche. Anzi: sembra proprio che il sistema in cui viviamo faccia di tutto per creare barriere architettoniche a chi è costretto su una sedia a rotelle o addirittura, allettato a vita.

E che dire della vita dei milioni di anziani che popolano il nostro paese, notoriamente tra quelli col più elevato indice di cittadini in età avanzata? Una larga fetta della popolazione over 65 è costretta a dover decidere se mangiare, pagare le bollette o curarsi. Privatamente, ovvio.

Se poi si riflette sulla condizione dei disoccupati, si potrebbe scrivere un saggio. I fortunati che hanno uno straccio di lavoro, non sempre hanno conseguentemente i diritti contenuti nel criterio stesso di “persona che lavora”. Salari al minimo storico, contratti che – anche se a tempo indeterminato – non garantiscono il futuro del lavoratore, a causa di nuove clausole rese possibili dalla recente introduzione delJobs Act.

Ogni giorno aumenta la percentuale di persone disoccupate e lo Stato non solo non le sostiene economicamente, ma anzi, attraverso un sistema fiscale impietoso e disumano, può distruggere per sempre l’esistenza di intere famiglie, imponendo loro di avere – come priorità assoluta – il pagamento di cartelle esattoriali piuttosto che la sopravvivenza. Si noti anche come, da anni, il sistema fiscale che si avvale di enti quali ad esempio Equitalia, sottometta i contribuenti al pagamento di cartelle che, spesso, non dovrebbero essere pagate.

Tutto ciò, in totale negazione di un altro articolo della nostra Costituzione: il 53, che recita:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

“In ragione della loro capacità contributiva” non in ragione di ciò che lo Stato impone alla popolazione senza badare alla reale capacità contributiva.

Basterebbe camminare con una copia della Costituzione italiana in tasca, da esibire a ogni richiesta aberrante, per ottenere giustizia. Se lo facessimo tutti, vivremmo in un sistema paese del tutto diverso da quello attuale.

Ciò che appare comunque inaccettabile, è che la popolazione – la maggior parte di essa – appare totalmente a digiuno per ciò che riguarda la conoscenza e la consapevolezza dei propri diritti inalienabili. In qualche modo l’ignoranza – ignorare i propri diritti – ha reso possibile la distruzione dello Stato sociale e la creazione di un vero regime dittatoriale, che non necessita di azioni plateali per affermarsi: basta la non applicazione della Costituzione e dei criteri che stabiliscono se uno stato è basato o meno sul criterio di Stato sociale e quindi assistenziale.

Attenzione poi a non cadere nella trappola della “crisi economica mondiale” che ormai è utilizzata dal mondo della politica per far ingoiare al popolo rospi sempre più grandi.

Se le ragioni fossero di origine economica, se le casse dello Stato fossero davvero vuote, non potrebbero esistere sprechi, malaffare, corruzione, agevolazioni, ruberie e tutto ciò che accade da decenni negli ambienti della politica. Invece, le casse dello Stato sono una risorsa ricchissima, alimentata dalle tasche di circa 45 milioni di contribuenti, che ogni anno versano circa 1000 miliardi di euro. Poi però, lo stato italiano spendaccione, ne spende di più, non certo per sostenere la popolazione, come è noto.

Hanno fottuto il popolo dando piccole dosi di veleno ogni giorno. Ciò non ha reso immuni dalla morte: ha reso possibile morire restando in vita. La peggiore condizione che si possa creare ai danni degli esseri umani.

Uscire da questa trappola sarebbe ancora possibile, ma senza coesione sociale, senza capacità critica collettiva, senza la conoscenza approfondita dei diritti inalienabili dei cittadini, non sarà possibile alcun tentativo di ribaltare una situazione che, è palese, sarà sempre peggiore. Un giorno, ne sono certa, ricorderemo con nostalgia questi giorni.

Diremo tutti: “Come si stava bene nel 2017, bei tempi”...Ma nessuno che pensi, oggi, a fare qualcosa di concreto per non doverlo nemmeno immaginare.

I metodi ci sono, manca la coesione sociale. E’ così che è andato a ramengo lo Stato sociale: per mancanza di cittadinanza coesa. Un abuso. Contro se stessi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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