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Letteratura internazionale: arriva la ’Squadra di Picchiatori’ di Jennifer Egan

Il 18 aprile sono stati resi noti i premi Pulitzer 2011, l'elenco completo ad esempio dal Washington Post.

A distanza di alcuni giorni sta facendo molto discutere il libro vincitore per la categoria 'Fiction': A visit from the Goon Squad di Jennifer Egan, prima edizione del giugno 2010 (attualmente in Italia circola la nona edizione del gennaio 2011) per Alfred A.Knopf, New York.

Il libro, i cui diritti sono stati acquistati da Minimum Fax, verrà pubblicato in italiano - stando al recente comunicato stampa della casa editrice - a novembre 2011.

Nell'attesa però, fuori Italia le storie della Egan di A visit from the Goon Squad si avviano verso la trasposizione televisione per una seria in corso di lavorazione per HBO.

Oltre i confini dello stivale ci si muove in fretta, anche se questo libro aveva fatto parlare di sé perfino in Italia, ad esempio su Vanity Fair, Irene Soave lo scorso 27 dicembre 2010 ha commentato la lista dei migliori dieci libri del 2010 pubblicata dal New York Times:

"Dalla cleptomane Sasha, assistente di un noto produttore, alle musiciste punk diciassettenni Jocelyn e Rhea, dall’impresario Bennie Salazar alla maga delle pr Dolly: una girandola di personaggi anima i capitoli di A Visit From the Goon Squad di Jennifer Egan questo libro sul mondo del rock, che si possono anche leggere come altrettanti racconti indipendenti (alcuni sono già apparsi sul New Yorker). Ma l’intreccio di tutte le storie, ambientate tra una Manhattan post 11 settembre, Los Angeles e Napoli e in un periodo che va dagli anni Settanta al 2020, diventa chiaro nei capitoli finali. Dove la scrittrice si «aiuta» anche con una presentazione in Power Point. È di prossima pubblicazione per minimum fax".

L'oggetto libro pubblicato dall'editore Alfred A.Knopf, New York, ha un sapore al tatto e alla vista a cui ormai ci siamo disabituati. L'uso di powerpoint dell'autrice sfogliando le pagine dal taglio asimmetrico è solo uno degli aspetti che saltano all'occhio immediatamente. Le asimmetrie del prodotto editoriale nudo e crudo rispetto alle contemporanee realtà italiane, lo fanno sembrare di provenienza temporalmente aliena, come averlo rintracciato su una vecchia bancarella in un paese sperduto di montagna anziché comprato con carta di credito su amazon e ricevuto in un paio di giorni con corriere espresso.

Sarà dunque interessante confrontare la traduzione italiana, le scelte anche editoriali della versione italiana di un libro a mio avviso molto oltre gli standard del mercato italiano con la consapevolezza della lungimiranza, in questo caso, di Minimum Fax come casa editrice col naso fuori i confini ma anche l'impossibilità di considerare un prodotto simile (non per scrittura bensì per struttura) anche solo lontanamente pubblicabile come opera dell'ingegno d'un autore del nostro Paese. Impossibilità non tanto per carenze d'invettive o capacità sperimentali degli autori nostrani, quanto per standard d'un mercato che guarda con estremo sospetto alle variazioni linguistiche non solo dal punto di vista stilistico quanto di estro ed ingegno artistico.

Per ora, aprile 2011, a tenerlo in mano nell'edizione Knopf, a sfogliarlo e leggerlo, si rischia l'impressione di stringere un altro mondo in molti sensi.

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You (Plural)

It's all still there: the pool with its blue and yellow tiles from Portugal, water laughing softly down a black stone wall. The house is the same, except quiet. The quiet makes no sense. Nerve gas? Overdose? Mass arrests? I wonder as we follow a maid through a curve of carpeted rooms, the pool blinking at us past every window. What else could have stopped the unstoppable parties?
But it's nothing like that. Twenty years have passed.
(inizio del capitolo cinque)

 

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Segnalo anche Clybourne Park di Bruce Norris, Pulitzer per la sezione 'Drama', edito da Nick Hern Books, London, in collaborazione con Royal Court Theatre, prima edizione del 2010.

Il libro è il copione teatrale della commedia di Norris, ma superato l'empasse tecnico, si entra facilmente nelle scene e nei dialoghi serrati.

Ne ha scritto sul Guardian, Afua Hirsch il 18 settembre 2010 ragionando lucidamente non solo sullo spettacolo ma anche sulle reazioni e le tematiche dell'opera di Norris:

(La battuta non è divertente se ridono solo i bianchi borghesi)
 
Una traduzione in italiano del pezzo di Hirsch qui .
 
 
STEVE. And you know something? If there's anyone here who's being marginalised by the tide of history - You don't exactly see me sitting in the White House, do you?
LINDSEY. Thank the Lord.
STEVE. But you don't see me wetting my pants and acting all offended
KATHY (to LINDSEY, as she packs her things). You know, I think maybe I'm done.
STEVE. No. You want to know what offends me? How about the neighbourhood the two of us are living in right now? Bunch of white suburban assholes still driving around with the yellow-ribbon magnets on their SUVs in support of some bullshit war. That's the kinda shit that offends me.
KEVIN. Why does that make them assholes?
Pause.
STEVE. Why does what?
KEVIN. Said assholes have yellow ribbons on their SU-
STEVE. I didn't say that.
KEVIN. Yeah, you did, you sai-
STEVE. I said with the magnet, not, you know, by virtue of.
KEVIN. So, it's not the magnet makes you the asshole?
(pag.107)

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