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Lettera aperta alla città di Fiume/Rijeka: A Trieste e in Venezia Giulia si celebrerà l’occupazione nazionalista di Fiume

A Fiume, Rijeka, in Croazia, seppur timidamente e anche in vista del 2020,quando sarà capitale europea della cultura, si stanno facendo delle aperture al bilinguismo visivo a favore della minoranza autoctona italiana e recuperando anche quell'identità storica e culturale italiana che ha fatto parte della storia di Fiume, Rijeka, città simile a Trieste per la sua vivacità culturale e per il suo pluralismo. Forse a Fiume non sono però a conoscenza di cosa sta accadendo nella vicina Trieste.

 
Già da anni tra Ronchi e Monfalcone presso un monumento realizzato sul territorio di Monfalcone negli anni '60, c'è chi celebra la marcia di occupazione della città di Fiume,partita casualmente da Ronchi, ove, suo malgrado, è stata dedicata a D'Annunzio una via, la cittadinanza onoraria e anche il proprio toponimo, diventando Ronchi dei legionari, da Ronchi di Monfalcone,in omaggio ai legionari che occuparono Fiume il 12 settembre del 1919, il tutto in una cittadina che ha ricevuto la "bandiera d'onore del Consiglio d'Europa", e che vede "imposta" parte della propria storia ad un mero atto nazionalistico inconciliabile con i valori europeisti che si dicono voler celebrare e onorare, quanto accadrà nel capoluogo giuliano, del Friuli Venezia Giulia non è meno grave. Come emerge nella Deliberazione Giuntale n. 223 dd. 02.05.2019 del Comune di Trieste, richiamata poi con l'atto REG. DET. DIR. N. 1315 / 2019 si legge chiaramente che "considerato che quest'anno ricorre il centesimo anniversario dell'”Impresa di Fiume”, ribellione di alcuni reparti del Regio Esercito (circa 2.600 uomini tra fanteria e artiglieria) finalizzata a occupare la città adriatica di Fiume, contesa tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia; organizzata da un fronte politico a prevalenza nazionalista e guidata dal poeta Gabriele D'Annunzio, la spedizione raggiunse Fiume il 12 settembre 1919 proclamandone l'annessione al Regno d'Italia; preso atto della volontà del Comune di Trieste di celebrare tale anniversario promuovendo una mostra sulla figura artistica e umana di Gabriele D’Annunzio, Vate d’Italia, al fine di dare risalto ad una delle personalità più eminenti del primo Novecento, anche in considerazione della sua rilevanza nell’ambito degli avvenimenti legati alla Grande Guerra, che hanno inciso profondamente sull’identità del territorio regionale e triestino in particolare;è stata approvata la realizzazione della mostra ''Disobbedisco.
 
La rivoluzione di D'Annunzio a Fiume 1919 – 1920'' nell'ex Pescheria - Salone degli Incanti, tra luglio e novembre 2019". Per fare ciò è stata approvata la spesa complessiva di Euro 382.190,00. Nella bozza di presentazione della mostra si legge che "Si prevede che la parte esterna della struttura museale sia progettata come una vera e propria opera d'arte a ricordo del D'Annunzio eroe." E come si è appreso dalla stampa locale, dal Piccolo di Trieste nonchè da Radiocapodistria, in Piazza della Borsa di Trieste verrà anche realizzata una statua con D'Annunzio seduto su una panchina mentre legge un libro, per omaggiare, ovviamente l'occupazione della città di Fiume. Ora, come si legge nell'atto del Comune si riconosce chiaramente il connotato nazionalista di quella marcia, che a parere di chi ora scrive farà scivolare Fiume nelle redini del fascismo, occupazione che nel "natale di sangue" determinerà anche la morte di una sessantina di persone tra militari e civili, per non parlare dell'utilizzo dell'olio di ricino, dei comportamenti razzisti contro i croati che lo stesso D'Annunzio in alcuni suoi scritti passati definiva come "mandria di porci, schiaveria bastarda" a titolo esemplificativo. Concetti che saranno poi proprio del fascismo. Nell'atto del Comune, dunque, si legge anche che si vuole "celebrare" quell'anniversario che condurrà all'occupazione nazionalistica di "legionari" italiani della città di Fiume. Tutto ciò è a dir poco sconcertante. Ci si domanda se la città di Fiume è conoscenza di tutto ciò e se intende accettare come fatto normale che nella città di Trieste, o tra Ronchi e Monfalcone, dunque in territorio italiano, cioè Paese fondante l'Europa unita nella diversità, si celebri l'occupazione militarista, nazionalista come avvenuta nel 1919, di una città che non era italiana, ed oggi appartiene legittimamente alla Croazia.Voglio ricordare che nel 2017 l'Ambasciata croata in Italia così rispose ad una mia sollecitazione a prendere posizione sul fatto che tra Ronchi e Monfalcone si continua a "celebrare" l'occupazione di Fiume:
 Condividiamo la sua opinione che simili anniversari danneggiano l'atmosfera dei rapporti amichevoli tra i nostri due Paesi e che celebrarli incita sentimenti nazionalistici. L'ambasciata della Repubblica di Croazia a Roma, da parte sua, intraprenderà tutto il possibile nell'ambito delle proprie competenze, e apprezzeremmo altrettanto il suo ulteriore impegno nella questione. Siamo sicuri che lei, come stimato cittadino della Repubblica italiana, insieme ad altri suoi concittadini, può, più di tutti, contribuire al cambiamento di tale clima e alla ancora migliore costruzione dei rapporti di buon vicinato, in particolare nelle zone multietniche adiacenti ai confini
 
mb

Commenti all'articolo

  • Di Loco (---.---.---.77) 7 giugno 2019 11:00

    Gentile Marco, partendo dal presupposto sottinteso che il sindaco Dipiazza sia un fascista dell’ultima ora, io credo che lei abbia completamente frainteso l’esperienza fiumana di d’Annunzio, da come ha scritto questo articolo traspare chiaramente che un’idea oggettiva dell’impresa fiumana lei non la possiede. Forse per pigrizia o forse perchè documentato solo su fonti NON scientifiche e quindi corrotte si è fatto un’idea completamente sbagliata del carattere di questo episodio. Cominci prendendo in mano i libri di Renzo De Felice e di Claudia Salaris, poi si procuri l’ultimo libro di Giordano Bruno Guerri. Solo così il suo pregiudizio di impronta antifascista, quale io stesso mi reputo, potrà cambiare. Nel 1919-20 a Fiume c’erano tante persone che avevano subito il fascino nazionalistico dei discorsi dannunziani, prima durante la grande guerra e poi durante il famoso "Maggio radioso", e questo è assolutamente innegabile, ma prima di tutto il nazionalismo del 1919 non c’entra nulla con l’idea di nazionalismo che nel corso di questo nuovo millennio si è creata. Il nazionalismo dannunziano assomiglia più al patriottismo mazziniano ed è molto distante dall’idea di assolutismo nazionale poi plasmata e utilizzata ad hoc dalla propaganda fascista. Non dimentichiamoci mai che durante l’impresa fiumana uno dei maggiori protagonisti fu Alceste De Ambris, uno dei più famosi sindacalisti rivoluzionari nonché antifascista convinto. Per il vate de ambris scrisse una costituzione, La Carta del Carnaro, in assoluto anticipo sui tempi. In essa si contemplava già nel 1920 la libertà di culto ed espressione, il suffragio universale ed anche il divorzio. Per concludere oltre che ad esaltati fascisti come Mutti o Carli che a Fiume erano approdati in virtù di idee nazionalistiche nella città adriatica erano presenti alcuni degli esponenti più importanti del socialismo e della sinistra rivoluzionaria d’allora. L’esperienza fiumana fu un evento ESTREMAMENTE eterogeneo in cui confluirono in un sincretismo quasi religioso tutte le idee dell’epoca: sia da destra che da sinistra. Attaccare in questo stile Partito Democratico la città di Trieste perchè ha deciso di rendere omaggio a d’Annunzio mi sembra una cosa molto e ripeto molto ingenua e non fa altro che dimostrare purtroppo quello che io odio di più, ovvero che la sinistra italiana è diventata ignorante, apre bocca sapendo solo il 50% delle cose e questo mi fa molto male. Io prima di essere un antifascista convinto sono anche uno studioso di letteratura e storia e trovo imprescindibile, quando si parla di storia, che è una scienza a tutti gli effetti il documentarsi al massimo, il cercare fonti il più possibile oggettive. Smettiamola una volta per tutte di dare del fascista a d’Annunzio. Cominciamo ad aprire un pò di libri di storia e letteratura come si deve ed informiamoci perché ogni volta che d’Annunzio viene accostato al fascismo è quello il momento in cui il Duce vince. Strumentalizzare la figura del vate e tutto quello a cui da sempre il fascismo ha puntato. 

  • Di Loco (---.---.---.77) 10 giugno 2019 11:50

    Gentile Leandro,

    se l’autore dell’articolo riconoscesse veramente i fatti storici potrei anche essere d’accordo con lei, ma traspare chiaramente la mancanza di informazioni veritiere.

    Il "monumento" di d’Annunzio di cui stiamo parlando è una statua dell’artista Alessandro Verdi e sapete come si chiama? L’opera si intitola "Il solitario studioso" e avendo avuto modo di conoscere l’artista posso assicurarle che non è nelle più sue remote intenzioni quella di "celebrare l’impresa di Fiume" come il buon Marco scrive in questo articolo. Anzi l’opera vuole celebrare la figura di d’Annunzio poeta e artista schivo della vita e già inquadrato nel suo periodo al Vittoriale, periodo nel quale d’Annunzio si era già ritirato a vita privata. In aggiunta l’opera è stata fusa magistralmente da Verdi ed è un lavoro di scultura veramente degno di nota. La statua vuole celebrare il d’Annunzio POETA non il d’Annunzio conquistatore di città adriatiche ma come ho già fatto notare prima, forse è meglio documentarsi sulle cose prima di sparare a caso filippiche senza fondamenti storici in stile Partito Democratico. Informiamoci sulle cose. Non parliamo per sentito dire.

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