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Lettera aperta al Presidente Sergio Mattarella. La giustizia del mondo dei pesci

"Il Paese ci chiede un'amministrazione della giustizia veloce per dar peso sempre maggiore alla sua autorevolezza": il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso al Plenum del CSM – Roma 08.06.2015.

Egregio Presidente Sergio Mattarella,

come Ella ha sottolineato nel Suo recente intervento al Consiglio Superiore della Magistratura, un sistema di legalità efficiente non può non tener conto anche del tempo che scorre. Pensare che siano possibili decisioni giuste dei giudici indipendentemente dal termine temporale che richiedono per la loro formulazione è errato. Nei ricordi di chi Le scrive anche un passo di Seneca, in cui la prontezza della applicazione delle pena ed il conseguente collegamento al reato commesso venivano definiti essenziali ai fini dell’efficacia della pena medesima.

Ridurre, però, le gravi discrasie del sistema di legalità del nostro Paese alla sola lunghezza dei processi è, forse, quanto meno inadeguato. Il vero problema è piuttosto quello dell’accesso del cittadino alla giustizia.

Possiamo dire che tutti i cittadini godono della stessa possibilità di accesso alla giustizia indipendentemente dalle loro disponibilità economiche, dal ceto sociale cui appartengono, dall’ambito familiare in cui vivono? Possiamo dire che il singolo privato cittadino abbia lo stesso accesso alla giustizia di una Istituzione, sia essa pubblica o privata? Non ci vuole una grande esperienza di vita per dire che non è affatto così.

Oggi il nostro sistema di legalità è abbastanza simile a quello fortemente temuto dagli antichi teorici indiani del diritto quando parlavano con disprezzo di quello che chiamavano matsyanyanyaya, ossia della “giustizia del mondo dei pesci”, caratterizzato dal fatto che il pesce più grosso si può tranquillamente mangiare quello più piccolo. Ed il ricco del Vangelo avrà certamente difficoltà nell’accedere al Regno dei Cieli, ma nell’accedere più semplicemente ai nostri Palazzi di Giustizia si ritrova oggi sempre di molto avvantaggiato. Ad esempio la banche nei loro contenziosi con la clientela facilmente riescono a portarsi dal torto alla ragione senza colpo ferire.

Con l’Illuminismo e con la Rivoluzione Francese anche in Italia, sia pure attraverso ritardi e difficoltà, è stato introdotto il processo penale napoleonico, basato su quattro pilastri: pubblicità, oralità, giuria e difesa tecnica. Negli altri riti oralità e giuria ben poco intervengono, ma la pubblicità e la difesa tecnica rimangono essenziali.

La domanda è: sono sempre rispettati i principi di pubblicità e di difesa tecnica nei nostri processi? La risposta è che le gravi e diffuse discrasie del nostro sistema di legalità sorgono essenzialmente proprio dal mancato rispetto di questi principi. Provare per credere.

Basta andare nella cancelleria di tribunale da comune cittadino e cercare di prendere visione degli atti di un qualsiasi processo. Basta cercare di conferire un mandato ad un legale, chiedendogli di aver comunicato preventivamente l’importo delle spese di giudizio vistato dall’Ordine degli Avvocati e dichiarandosi disponibile a fare solamente pagamenti tracciabili.

Signor Presidente Mattarella, più che di riforme, il nostro sistema di legalità abbisogna di rivoluzioni. E’ questo quel che oggi il cittadino pensa.

Foto: Wikimedia ("AstraeaVSH" by GearedBull at English Wikipedia. Licensed under CC BY 2.5 via Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/F...)

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