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Lettera al Premier dopo "Porta a Porta". Non siamo tutti delle escort!

Lettera al presidente dopo la puntata di Porta a Porta.

Signor presidente,
alla fine non ho potuto resistere alla tentazione di assistere alla messa che ha deciso di far officiare, a danno di altre trasmissioni, dal suo curato prediletto. Non mi sarei mai perdonato l’errore di non poter godere della maestosità produttiva del suo salmodiarsi, del peregrinare convinto a forza di proclami e stilemi che sembrano non reggere più. Sembra non reggere più il suo fisico, il suo spirito da venditore incosciente, e mai ci saremmo permessi il lusso di non poter prender parte, muti, al suo ennesimo spettacolo di battaglia. Pronti, poi, a telegrafarlo.

L’abbiamo scorta, la sua pervicacia. L’immane fatica procurata dallo sforzo fatale, il corpo di reni e il bluff di chi in mano ha picche. Da giocatore consumato. Potrà non crederci, ma nel suo descrivere le case, gli arredamenti, le funzionalità delle abitazioni che ha inaugurato (invero non frutto dell’operosità sua né del governo che rappresenta), ho avuto, netta, la sensazione di ricevere un trattamento simile a quello che pare, secondo alcune testimonianze, riservare alle donne che hanno avuto tanta grazia da intrattenerla durante alcune serate. Non le ripetute amenità in fatto di politica, non il suo disturbato sproloquiare su ciò che chiama comunismo, non il suo spernacchiare la libertà d’espressione, né le minacce ad avversari e stampa, tantomeno i defunti e gli sfollati coi quali ha cercato di rinvigorire la sua immagine corrotta – non mi sognerei neppure di parlarne, io.

E infatti. Le spiego. Nella puntata di Porta a Porta alla quale ho avuto la sventura – cercata, niente scuse – di assistere, l’ho vista descrivere le suppellettili delle abitazioni col fare anonimo di chi non immagina neppure ciò di cui sta parlando, e facendolo col piglio di chi, affaccendato e appena reduce dall’onere, se ne è occupato fino a poco prima. E così il piano cottura delle cucine viene definito anti-sdrucciolo, il frigorifero il meglio su piazza della meglio azienda, l’ultimo modello, italiano. Le colonne a dispersione d’energia, nelle fondamenta, dei pratici box auto. Sono pronto, quindi, a spiegarle la ragione del titolo: nel vederla armeggiare con gli umili utensili di stirpe terrena l’ho scorta in imbarazzo, di quell’imbarazzo che certi venditori non possono concedersi. E dunque: alla mente, come ipertesto, m’è parsa limpida e concreta l’immagine di lei che spiega, passo passo, i fotogrammi del video che pare ama mostrare a talune ragazze presso le sue abitazioni. Lì c’è Bush, quello è un incontro importante, quella è una cosa storica, qui do la mano a un presidente, ecco qui, qui siamo al G8. Dovete sapere che il G8 in realtà è qualcosa di molto più esteso, ormai, e che è destinato a diventare G14, G20. Ecco, io sono l’unico ad averlo presieduto 3 volte. Chi ascolta ignora, chi parla scopa – nel senso di altrettanto, ma i doppi sensi sono ammessi.

L’eccezione, signor presidente, è questa: le donne che annuivano, e intonavano l’inno che lei stesso ha scritto in omaggio alla sua persona, erano molto probabilmente retribuite acchè le sue libidini, di sesso e onnipotenza, potessero trovare sollievo. Il succo (qui niente allusioni) col quale le abbeverava proveniva con tutta probabilità da un paio di tasche, nongià dalle sue parole. Ecco: lei a spiegare e vendere, sul palcoscenico da una vita da mercante che non ha mai rimpianto semplicemente per il suo continuo esercitarla. Ha venduto la sua immagine a quelle signore perchè il suo ego potesse goderne, così come ha cercato, in questa esibizione, di smerciare la mesta chimera di un’emergenza non più insoluta. Noi no, qui è la falla: il malinconico digradare della sua parabola politica e personale l’ha rinchiusa nello scatolo di un’auto-rassucarzione che indora con le sue tre o quattro certezze e che zelanti guardaspalle rafforzano, quando necessario, con annuimenti e applausi finti dai megafoni (sì, perchè sono convinto che lei non sapesse, ma è successo anche questo).

Ci rende tutti mediocri, ci assottiglia a una banda di considerazioni sacrosante ma modeste, che ci sentiamo in dovere di esprimere. E allora se la cerca, e le propongo la banalità di quest’immagine: uomo morente che all’arrestarsi della sua corsa guarda dalla finestra, compiaciuto e triste. Grammofono che gracchia, a decibel strazianti, la canzone della sua vita. E magari balla. Non so, può persino pensare a Little Tony che nella pubblicità dell’integratore viene pescato in soffitta tra poster e vecchi dischi. Senza però essere cosciente dei problemi di cuore. Mediocri prostitute.

Noi no: ha cercato e cerca di spacciare da una vita la sua linea guida, funzionante impalcatura con la quale ha occultato i benefici di cui hanno goduto i suoi affari privati per sua espressa volontà. A noi resta il peggior governo della storia repubblicana, un paese da costruire davvero, al quale è impossibile apporre la targa della protezione civile. No, non siamo delle escort accondiscendenti e discinte, pronte a bere dalla sua artefatta figura forte e sapiente. E purtoppo potrebbe mai rendersi conto che di certo, per questa duratura prestazione anale, a pagare il conto saremo noi. Il che ci distingue dalle sue donnicciole.
U’

Commenti all'articolo

  • Di Bruzio (---.---.---.58) 16 settembre 2009 15:51

    Che peccato, il popolo italiano si è perso Cicchitto col suo ghigno che al risultato dello share a favore del premier avrebbe detto cose del tipo "questa è la prova ghe gli idaliani apprezzano la politica di Berlusconi a dispetto dei comunisti bla bla bla bla" ..
    ma invece no, abbiamo avuto rispetto dei morti abruzzesi e anche per noi stessi, il troppo e troppo, Basta Berlusconi, basta non se ne può più, Vespa e Berlusconi, l’antitesi del ragionamento e della civiltà.
    Il paese è nei guai seri e mentre la Marcegaglia si pettina la rossa chioma allo specchio i cassintegrati resistono, i licenziati senza cassa integrazione sputano sangue , quelli che lavorano si sentono presi per il culo...

    Ma fateci il piacere, io non vedo la tv, ma ben venga Gabriel Garko e anche Miss Italia ma basta Berlusconi che fa il suo sciacallaggio a L’Aquila

  • Di L’89 (---.---.---.17) 16 settembre 2009 16:30
    L'89

    Il post sul nostro sito a riscosso inaspettato successo. Da qui l’iniziativa.

    DIFFONDI IL BANNER SUL TUO BLOG E SU FB! >> NON SIAMO TUTTI DELLE ESCORT! >> http://lottantanove.wordpress.com/2009/09/15/non-siamo-tutti-delle-escort/ U’
  • Di Virginia Visani (---.---.---.53) 16 settembre 2009 16:37
    Virginia Visani

    Peccato L’89 che tu non ti firmi con nome e cognome. Avrei volto complimentarmi con te in persona per qesto articolo-editoriale che definire "bello" è troppo poco.
    Troppo poco perché lì dentro c’è tutta la passione e lo sdegno per un’incazzatura che stavolta non vuole rimanere soltanto tale, bensì vuole coinvolgere e sollecitare gli italiani dal torpore in cui sembrano caduti.
    Non direi che Garko e Miss Italia siano meglio del Porta a Porta di ieri, né vorrei che d’ora in poi venissero programmate trasmissioni soltanto di quel genere.
    L’anno scorso La7 ha fatto unn ottimo servizio con la sua informazione e i suoi talkshow non disdegnando cose più leggere e di intrattenimento, sempre però intelligenti. Mi piacerebbe che le altre due concorrenti facessero altrettanto.

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.113) 16 settembre 2009 18:43
    Paolo Praolini

    Dobbiamo tenere ancora duro e digerire queste forzature mediatiche ignobili.
    Non ho segito la trasmissione per scelta, ma l’articolo mi conferma quanto mi sarei aspettato, visto il preambolo nazionale.
    Sicuramente guarderò Floris domani! Non perdetevelo.
    L’articolo mi è piaciuto molto!


  • Di kthrcds (---.---.---.217) 16 settembre 2009 19:54

    Complimenti all’autore.

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 16 settembre 2009 20:24

     eppure e’ proprio grazie ad una di queste "donnicciole", e al suo coraggio di parlare, che e’ venuto fuori lo scandalo di puttanopoli.
     mi pare che tra le righe di questo pezzo vi sia un fondo, magari inconsapevole, di veteromaschilismo, che proprio non mi piace. ma forse e’ solo la vis polemica che ha preso la mano dell’autore...

     ma il punto e’ un’altro.

    siamo in sotto un regime, un regime sotto moltissimi punti di vista, e la tv, ovvero il fondamentale lavaggio del cervello che sostiene il regime, agisce indisturbata.
     programmi e canali, film e notiziari, spot e approfondimenti: e’ tutto lavaggio del cervello e quando vedo che ancora tanti cascano nel tranello del: "e’ meglio questo programma" oppure "questo programma e’ diverso", mi cadono proprio le braccia. il parco buoi, nel 2009, deve ancora capire. sic.

     La tv e’ tutta la stessa merda. non esistono programmi buoni, che fanno veramente riflettere e che danno le giuste informazioni, che rompono i coglioni ai veri potenti.
     Al limite ci sono le eccezioni come Anno Zero di Santoro o Report della Gabanelli e dei giornalisti che collaborano. Ma si tratta di eccezioni, pure eccezioni, mal tollerate dal duopolio (ora monopolio) del potere catodico.

     Il problema non e’ "quale programma".
    Il problema e’ che la tv e’ un medium verticale in cui il gregge di pecoroni catodicamente eterodiretti (in basso) si abbevera al lavaggio del cervello organizzato da chi sta in alto.
     La tv, in regime di oligopolio e’ sempre (sempre) LAVAGGIO DEL CERVELLO. Indipendentemente dai programmi, la cui millantata "diversita’ " e’ solo lo specchietto per le allodolole (il gregge di cui sopra).
     Se fossimo in democrazia programmi come AnnoZero sarebbero il livello minimo.
    Se l’italia non fosse un paese di cittadini-bovini telerincoglioniti programmi come Report sarebbero la normalita’.
     Invece essi spiccano, ma non per loro particolari meriti, ma per lo sfascio morale e culturale del panorama circostante.

     e mi fa ridere che questa pletora di giornalisti servi dei mainstream sabato prossimo si ricordi del regime e manifesti per la "liberta’ di stampa".
     I giornalisti italiani sono tra i piu’ servili del pianeta (a parte poche eccezioni), passano la vita a leccare culi su culi, da un direttore a un’inserzionista, su, su, fino ai politicanti e quando leccano bene anche ai politicanti il regime li fa direttori, e con stipendi da calciatori (!) sic.
     che questo gregge di manutengoli schiavi manifesti il 19 prossimo per la liberta’ e’ cosa che fa veramente ridere, se non fosse penosamente seria.

     dedico queste parole al giornalista eroe iracheno Mountazer Al Zaidi, oggi liberato, dopo essere stato arrestato per avere tirato le scarpe in faccia al criminale di guerra Bush.
     Lui si e’ fatto mesi di galera, torturato dal governo fantoccio delle "democrazie".
    I nostri "giornalisti" leccaculi fanno marchette (che chiamano "articoli") tra 5 stelle e vernissage di lusso e coi potenti ci vanno a letto. Mettendosi, loro si, a 90 ° ed essendo, sotto questo aspetto, molto peggio delle "donicciole" come la D’addario, che hanno sicuramente piu’ coraggio.

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