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 Home page > Attualità > Cultura > Le strade d’America, Corrida # 46

Le strade d’America, Corrida # 46

L’unico racconto pubblicato a puntate sulla rete che è un po’ come la vita: si sa quando e come inizia, ma non si sa mai bene dove vada a finire.

per chi si fosse perso qualcosa, eccovi la puntata precedente

L’unico racconto pubblicato a puntate sulla rete che è un po’ come la vita: si sa quando e come inizia, ma non si sa mai bene dove vada a finire.

per chi si fosse perso qualcosa, eccovi la puntata precedente

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Ninfa sbuffava soddisfazione tra le onde, sapendo di essere ormai vicina alla fine del tragitto, e schizzava dalla chiglia il pontile dimostrando fatica e gioia, o forse semplicemente cercando di coprire con un po’ di salmastro lo sporco e l’odore acre di una lunga reclusione.
Nessuno ballava più.

Si accompagnavano a braccetto sul pontile ansia e speranza, volteggiando in sguardi concentrati e disgustati da un odore nauseante. Le persone restavano per lo più immobili, addossate l’una all’altra.

Dall’interno delle pochissime cuccette i viaggiatori avevano iniziato a fuggire, cercando sul pontile un poco d’aria e di ossigeno.

Le famiglie facevano piccoli gruppi accalcati attorno agli schiamazzi dei bambini più piccoli, esausti e stremati da un viaggio senza fine e colmo di privazioni, i viaggiatori solitari si stringevano spalla a spalla ad osservare quello che credevano il punto esatto da cui sarebbe sbucata, all’improvviso, l’America.

Capivi chi tra loro era il più sognatore dai gomiti delle giacche. I gomiti più lisi appartenevano a quelli che avevano passato più tempo a sognare davanti al mare.

Stavo fissando uno di loro, che mi dava le spalle, di bassa statura, carnato scuro ed ormai sporco, sorriso e tempra di un infaticabile bambino.
Avrà avuto circa diciotto anni.

Si girò, vide che lo osservavo, e decise di abbandonare un poco il suo pulpito in mezzo al mare per avvicinarsi di passo in passo a me. La sua andatura stentata tradiva l’importanza della sua domanda, il suo sguardo era come inebetito, ubriaco di sogni e di ingenuità.

D’altro canto uno non sa davvero cosa aspettarsi da ciò che non ha mai visto.

Quando fu vicino si chinò, come a volermi confidare un segreto. Io fino a quel momento lo avevo osservato discretamente, come se in realtà non stessi guardando veramente lui; non volevo intimidirlo. Le sue labbra si aprirono, dimostrando la difficoltà nel rivelare il suo segreto.

Tu signore sei già stato in America, vero?

Sono nato là.

E’ vero, signore, che le strade sono lastricate d’oro?

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