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Le sorelle Macaluso: il film sulla "sorellanza" di Emma Dante

Film femminile, fatto dalla regista teatrale Emma Dante e dalle sue cinque protagoniste. Film sulla “sorellanza” è stato definito, ma è anche sulla vita: coi sogni dell'infanzia e dell'adolescenza, coi sogni perduti da adulte, i conflitti e i confronti tra queste sorelle, le delusioni e i drammi, l'invecchiare e poi andarsene. 

Resta la casa dove hanno vissuto, altra importante protagonista, coi segni del tempo, restano le colombe che queste ragazze allevavano nella colombaia sopra il loro appartamento, loro coinquiline leggiadre che volando ingentiliscono quel cielo. Ed è gentile o femminile tutta la parte iniziale, delicata, con la più piccola che dice alla sorella maggiore a cui è più legata e che più la protegge, sei bellissima, ricevendone un po' di rossetto e a volte un kinder, che lei ricambia con un bacio. E' osservativa e neutrale la macchina da presa che inquadra la casa e le vicende di queste ragazze poi donne e poi vecchie. E' anche film dei ricordi che Emma Dante certamente ha, compreso il Charleston, lo stabilimento balneare a Mondello dove da ragazza andava e dove le cinque ancora giovanissime vanno libere. Nulla si sa della loro nascita, dei genitori assenti, ma non è un vuoto, non importa o “non rileva” (si dice in avvocatese).

 

Le attrici sono 12 in tutto, a rappresentare dapprima le bambine poi fattesi grandi, se ne ricava uno straniamento, si fatica un pò a riconoscere quali bambine erano le adulte della seconda parte. La vita le ha contaminate, deturpate in qualche caso, cose che potevano essere e non sono state, rimpianti, con l'unica “presenza” pura che ancora appare della sorellina volata in cielo da piccola. Particolari i momenti che restano, devono essere anch'essi ricordi intimi dell'autrice, cose viste o vissute o anche solo immaginate: una di esse, la aspirante ballerina, che da ragazza era attratta da un'amica, i baci teneri delle due (mi aspetterai di nuovo stasera?), la sua danza libera in solitudine da adulta triste silenziosa e malata. Un'altra diventata anziana che sente la vita finire e butta via alla rinfusa libri e ricordi, come a riflettere che non ce ne facciamo nulla delle cose che amiamo tenere. Cosa resta? Le vicende vissute gioite o sofferte. La vita se ne va, è film pure di morte, una bara col montacarichi viene calata giù dal loro appartamento sotto la piccionaia, bara grigia con vista mare. Rifioriranno le gioie passate al vento caldo di un'altra estate, cadrà altra neve sui camposanti (dalla voce nostalgica di Battiato nel film) per queste meravigliose creature (questo invece è il rock benaugurante della Nannini).

 

Viene da pensare che l'opera teatrale che la Dante ha rappresentato delle Sorelle Macaluso sia ancora più introspettiva: nel film per necessità tutti gli elementi sono gettati o ricordati velocemente, in teatro sono forse più discussi ed in esso è possibile che i profili psicologici delle sorelle siano meglio delineati. Prevale un'aria cupa nelle scene all'interno della casa, ricettario di momenti passati, forse la stessa che restava da Via Castellana Bandiera, altro film della Dante che come le Macaluso vale la pena vedere ma che le due protagoniste fecero ricordare più nettamente.

 

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