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Le risposte sprezzanti all’Onu sui diritti umani non aiutano l’Italia

Come sappiamo, nel suo discorso al Consiglio Onu dei diritti umani, l’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, già presidente del Cile, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione in una decina di paesi.

Tra questi – insieme ad altri due paesi europei, Austria e Germania – c’era anche l’Italia, in cui risultano in aumento gli attacchi con movente razziale.

I dati a disposizione, tratti da fonti giornalistiche e da ricerche indipendenti, dicono che le cose stanno così.

Facendo riferimento ai primi nove mesi dell’anno (in cui hanno governato due opposte maggioranze), di attacchi del genere ve ne sono stati oltre 100, di cui due con esiti mortali. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il pestaggio di un rifugiato della Guinea, a Sassari.

Le reazioni di importanti esponenti del governo italiano sono state molto dure. Il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno Salvini ha minacciato di tagliare i finanziamenti alle Nazioni Unite: un atteggiamento che ricorda da vicino quello dell’amministrazione Usa nei confronti di organismi internazionali che, a giudizio del presidente Trump, non si comportano “come dovrebbero”.

Il ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi – a capo dunque del dicastero che rappresenta l’Italia nei rapporti internazionali – ha usato toni diversi ma la sostanza delle sue affermazioni non è meno grave: l’Alta commissaria Bachelet, fresca di nomina e dunque inesperta, avrebbe usato nei confronti dell’Italia “epiteti inappropriati”.

Giova ricordare che compito degli organismi internazionali sui diritti umani è di monitorare attraverso svariati strumenti, comprese le missioni, il rispetto dei diritti umani negli stati membri delle Nazioni UniteNon danno “lezioni” ma formulano raccomandazioni, cosa peraltro – e nessuno lo ha ricordato – regolarmente fatta nei confronti dell’Italia dalle diverse missioni di gruppi di esperti Onu sui diritti umani che negli ultimi anni hanno visitato il nostro paese. Compresa quella del Gruppo di esperti Onu sulla discriminazione nei confronti delle persone di origine africana, avvenuta nel 2015 sotto il governo Renzi, tornata a Ginevra assai preoccupata.

È dovere degli stati membri delle Nazioni Unite accogliere queste missioni, accettarne la competenza, avviare dialoghi costruttivi e fornire piena collaborazione.

Siamo nel 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Con quell’atto solenne gli stati si sono impegnati non solo a rispettare i diritti umani, ma anche a rendere conto alla comunità internazionale del modo in cui li rispettano.

L’idea che le Nazioni Unite si debbano “fare gli affari propri” non ha dunque alcun senso e sicuramente non accresce la credibilità internazionale dell’Italia: credibilità di cui, se vuole risolvere una serie di problemi che l’affliggono, il nostro paese ha un disperato bisogno.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Nicola Caiazza (---.---.---.47) 13 settembre 2018 17:56

    Spero che la signora Bachelet abbia parlato anche delle condizioni con cui sono maltrattati i Mapuche (popolazioni a cavallo tra il Cile e l’Argentina). Il signor Benetton é un primo responsabile della deportazione, uccisioni, repressione cui sono sottoposti i Mapuche. 

  • Di Truman Burbank (---.---.---.242) 14 settembre 2018 12:04
    Truman Burbank

    Ho qualche sospetto nei confronti dell’ONU, un’istituzione fatta per mantenere il potere dei vincitori della II Guerra mondiale sui perdenti e anche sugli altri. Mi resta difficile capire perchè i vincitori dovrebbero avere più ragione dei perdenti ed ancor di più capire perchè dopo oltre 70 anni dovremmo rispettare la legge dei vincitori.

    Anche l’architettura dell’ONU mi sembra molto strumentale, c’è un’Assemblea Generale (dove tutti gli Stati sono rappresentati) che non decide niente e un Consiglio di Sicurezza composto dai vincitori e pochi altri che decide tutto.

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