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 Home page > Attualità > Politica > Le ragioni profonde delle dimissioni di Cuperlo

Le ragioni profonde delle dimissioni di Cuperlo

Non poteva essere privo di conseguenze concrete lo scontro che si è verificato lunedì alla direzione del Pd tra il segretario Renzi e il presidente Cuperlo. E infatti il presidente (ormai ex) ha deciso di dimettersi.

Le dimissioni di Cuperlo sono una cristallina e tangibile espressione del malessere interno al Pd, causato da una gestione sempre più di stampo padronale. Una gestione che pare basarsi sempre di più sulla negazione, da parte dei vertici, delle libertà di opinione e di espressione, che hanno sempre contraddistinto le riunioni del Partito Democratico.

Una gestione del partito in cui non sono ammesse, anzi sono prontamente contrastate, le critiche, nemmeno (anzi, sarebbe meglio dire soprattutto) quelle costruttive e finalizzate alla ricerca di una più estesa armonia all’interno del partito.

Una gestione portata avanti, certo, dal segretario Renzi, ma - bisogna dirlo - appoggiata da tutti quelli che dichiarano continuamente di approvare i suoi metodi, senza nemmeno cercare il confronto e aprirsi alle opinioni altrui, il tutto all’insegna del cambiamento sbandierato da Renzi, certamente da tutti sperato, ma riguardo al quale sussistono ancora forti dubbi di possibile realizzazione, almeno per il momento. E tra questi “sostenitori” non mancano certo coloro che approvano e dicono sempre di sì con la speranza di ottenere un qualche posto nel nuovo Pd, confidando in un grande successo alle prossime elezioni politiche

Renzi risponde alla lettera di Cuperlo dicendo che le critiche devono essere accettate. Sì, è proprio il segretario a dirlo. Proprio lui che nel corso della direzione di lunedì si è scagliato con attacchi personali contro il suo presidente, il quale in modo pacato e per nulla scontroso o presuntuoso aveva precedentemente criticato la bozza delle legge elettorale e il modo di portare avanti il Pd, ribadendo la necessità di un confronto più profondo e democratico all’interno del partito.

Alcuni renziani hanno poi affermato che Cuperlo avesse mosso queste critiche per livore, per invidia, per rancore. Sembra una barzelletta, sembra una vignetta di Ellekappa, pensando al fatto che Cuperlo ha sempre fatto dell’impegno più sincero e della passione più profonda i pilastri del suo modo di pensare e fare politica.

Proseguendo su questa strada (melmosa, per nulla ben asfaltata e piena di buche), una cosa appare sempre più certa e sempre meno utopica. E cioè che Renzi, di questo passo, rischia seriamente di dover dire addio, alle prossime elezioni, ad una parte non irrilevante di voti di molti elettori di centrosinistra, e cioè quelli che non vedono di buon occhio questo modo di agire. Perché un leader dirige, non comanda

 

@giacomoscardua

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.254) 26 gennaio 2014 14:00

    Sono d’accordo con l’articolo del sig. Giacomo. Un partito che si chiama "democratico" e che stigmatizza gli avversari definendoli "partiti padronali", si comporta esattamente nello stesso modo. E quel che è peggio, come rilevato anche dall’autore, è che c’è un certo numero di persone che plaudono a questa trasformazione. Renzi le ha incantate? Va bene; ma dopo le parole devono venire i fatti, e i fatti dimostrano che le cose potrebbero andare molto peggio di quanto tutti sperassero. Renzi sta giocando il fuoco, e il non accorgersi di questo da parte di coloro che lo acclamano mi fa pensare più a stupidità e codardia che a buoni sentimenti.

    Cordiali saluti,

    qq-Gottardo

  • Di Giacomo Scardua (---.---.---.242) 26 gennaio 2014 11:42

    Caro anonimo,

    la ringrazio per le critiche, assai costruttive, che con garbo mi ha rivolto. Esse, a differenza di quelle offensive, aiutano a crescere. Mi sento quindi in dovere di rispondere alle sue osservazioni.
    Per definire le ragioni delle dimissioni ho impiegato l’aggettivo "profonde" non dal punto di vista storico, ma intendendo che esse debbono ritenersi abbastanza gravi e che devono far riflettere. Questo, ovviamente, è il mio personale punto di vista ed è giusto che vi siano persone che la pensano diversamente.
    Mi scuso se il titolo del mio articolo possa essere parso un po’ "ambiguo".
    Infine, la ringrazio per la lettura che mi ha suggerito, che immagino essere molto interessante e che senz’altro prenderò in considerazione. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.1) 26 gennaio 2014 10:32

    Non mi sembrano gran che "profonde" queste ragioni che adduci.

    Se vai alla ricerca delle ragioni profonde del contrasto tra due linee politiche, quella volta a costruire un vero partito democratico, privo delle scorie stataliste ereditate dal vecchio PCI, e una linea in continuità con "miti e tabù" ereditati dal comunismo italiano e da cattolicesimo sociale margheritino, è opportuno che ti guardi un po’ meglio la storia contemporanea italiana. A tal proposito ti suggerisco, senza spocchia, la lettura di "Storia d’Italia, dal 1861 al 2013" di Massimo Salvadori. Vi troverai ben argomentate le radici dei mali della politica italiana e delle gravi insufficienze della sinistra nei 153 anni di unità nazionale.

    • Di Giacomo Scardua (---.---.---.242) 26 gennaio 2014 11:42

      Caro anonimo,

      la ringrazio per le critiche, assai costruttive, che con garbo mi ha rivolto. Esse, a differenza di quelle offensive, aiutano a crescere. Mi sento quindi in dovere di rispondere alle sue osservazioni.
      Per definire le ragioni delle dimissioni ho impiegato l’aggettivo "profonde" non dal punto di vista storico, ma intendendo che esse debbono ritenersi abbastanza gravi e che devono far riflettere. Questo, ovviamente, è il mio personale punto di vista ed è giusto che vi siano persone che la pensano diversamente.
      Mi scuso se il titolo del mio articolo possa essere parso un po’ "ambiguo".
      Infine, la ringrazio per la lettura che mi ha suggerito, che immagino essere molto interessante e che senz’altro prenderò in considerazione. 
  • Di (---.---.---.254) 26 gennaio 2014 14:00

    Sono d’accordo con l’articolo del sig. Giacomo. Un partito che si chiama "democratico" e che stigmatizza gli avversari definendoli "partiti padronali", si comporta esattamente nello stesso modo. E quel che è peggio, come rilevato anche dall’autore, è che c’è un certo numero di persone che plaudono a questa trasformazione. Renzi le ha incantate? Va bene; ma dopo le parole devono venire i fatti, e i fatti dimostrano che le cose potrebbero andare molto peggio di quanto tutti sperassero. Renzi sta giocando il fuoco, e il non accorgersi di questo da parte di coloro che lo acclamano mi fa pensare più a stupidità e codardia che a buoni sentimenti.

    Cordiali saluti,

    qq-Gottardo

    • Di (---.---.---.91) 26 gennaio 2014 17:17

      Non sono stupido né codardo e tantomeno mi lascio incantare da Renzi. Ho votato candidati della sinistra ben peggiori di Renzi, da Occhetto a Bersani. La sinistra ha avuto due occasioni storiche per cambiare l’Italia e non le ha utilizzate. Avrebbero potuto recepire nel 1999 le indicazioni della Convenzione di Strasburgo per la lotta alla corruzione, ma D’Alema (1999/2000), Amato (2000/2001) e Prodi (2006/2008) non lo hanno fatto. Quest’ultimo avrebbe potuto annullare la ex-Cirielli (quella della prescrizione breve), il falso in bilancio e lo stesso "porcellum", ma non lo ha fatto. Avrebbero potuto fare la riforma della giustizia (che è in uno stato comatoso da dopo Tangentopoli) e non lo ha fatto. Avrebbero potuto fare riforme istituzionali ed economiche, avrebbero potuto risolvere il conflitto di interesse (che non riguarda solo Berlusconi), ma niente. Hanno fatto finta di fare la lotta a Berlusconi per poi accordarcisi in cambio di nulla. In un ventennio non hanno fatto altro che litigare tra loro per garantirsi la zuppa. Poi è arrivato Bersani che è il responsabile (non il solo ma il principale) della più grave sconfitta elettorale della sinistra italiana dai tempi di Togliatti nel ’48. Crolla il tuo avversario e chi vince? uno squinternato che si presenta per la prima volta e raccoglie il 25% dei voti.

      Ma quand’è che capite che questo gruppo di parassiti che si è insediato al comando del PD per un ventennio se ne deve andare, come avviene in tutti i paesi civili, dove i responsabili delle sconfitte vengono sostituiti da nuovi dirigenti.

      Ma di quale democrazia interna andate parlando? ma non vi accorgete che con i vostri tabù altro non fate che reggere il moccolo a dei parassiti politici?!!?

      Ho votato Renzi già alle primarie di coalizioni e continuerò a votarlo finché sosterrà la linea del rinnovamento e delle riforme se non dovesse più farlo voterò un altro.

  • Di (---.---.---.254) 26 gennaio 2014 21:33

    Salve, "91",

    stupidità e codardia le riferivo più a coloro dentro al partito che ai suoi elettori, come mi pare che sia lei.

    Che il PD abbia lavorato male, come lei ricorda, è cosa che non tutti riconoscono: lei sì però. E il punto è questo. Vero è che Renzi pare (pare) molto diverso da chi l’ha preceduto, ma la prima cosa che ha fatto è stata rimettere in carreggiata il Berlusca, dopo aver detto più volte "Berlusca game over". Ha fatto finora ne’ più ne’ meno di quello che hanno fatto quelli che l’hanno preceduto, da vent’anni a questa parte, come lei stesso denuncia.

    Sarebbe bello vedere una persona differente da Bersani, ma anche differente da Renzi! Invece no: arriva Fonzie e tutti applaudono, anche quando dice delle cose, si fa eleggere, e poi ne fa altre.

    Comunque, non è un problema mio (sono un grillino). Se fosse per me, dovrebbero andare a casa Renzi e una buona parte del PD. Ma Renzi per me è qualche cosa di più di un semplice avversario politico: incarna i mali della politica italiana, dove si crede che Superman possa salvarci. Non può, e poi Renzi non è Superman!

    Cordiali saluti,

    Gottardo

    • Di (---.---.---.209) 27 gennaio 2014 17:39

      Il problema è che Renzi vi fa terribilmente paura. Se la linea delle riforme dovesse procedere - come io spero - il vostro 21% di consensi si ridurrebbe rapidamente e seguireste la via di Guglielmo Giannini.

    • Di (---.---.---.72) 28 gennaio 2014 11:18

      Certo che Renzi mi fa paura. Tutti i deliquenti mi fanno paura. Già credevo di aver messo il Berlusca un po’ da parte, e adesso mi ritrovo Renzi che lo mette al centro della scena, e so che Berlusconi si fa pagare per questo. Chissà che cosa vuole in cambio? L’ebetino di Firenze non lo dice, ma lui è tranquillo perché non è roba sua. 

      Voi piddini dovreste smettere di adorare il PD a prescindere, perché con l’avvento di Renzi il PD non è più lo stesso di prima. O non vi piaceva prima (ma perché l’avete votato?) o non vi dovrebbe piacere adesso. Invece noto una coerenza inspiegabile... che è il problema di fondo.

      Sì - Renzi mi fa paura, ma penso che inciamperà presto. Si crede dio in terra ma non sa giocare col fuoco, non ha abbastanza esperienza. Lo divoreranno, e avremo tutti perso tempo. L’Italia non ha più tempo per giocare alle belle statuine. Abbiamo già visto Mario Monti fare la stessa fine: è arrivato che sembrava Superman e ora è un patetico che balbetta idiozie. Renzi ha la stessa visione bambinesca della politica, non sa che cosa lo aspetta. Ha preso un po’ di voti e ora gira tronfio come un tacchino.

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