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Kobane: le foto satellitari della battaglia

Alcune foto satellitari pubblicati sulla pagina online del Washington Post aiutano a capire cosa sta succedendo a Kobane, la città kurda del nord est della Siria, a ridosso del confine con la Turchia, che da settimane resiste all'assedio jihadista delle milizie dello Stato Islamico.

Molte delle immagini che hanno circolato fino ad oggi sui network e la carta stampata sono state realizzate dalla linea di confine con la Turchia e ritraggono le colonne di fumo e di fuoco che si alzano dalla città martoriata mentre i combattimenti proseguono, casa per casa, e l'aviazione americana tenta di colpire le postazioni dei miliziani dell'Isis.

Le immagini rese disponibili dal United Nations Institute for Training and Research e pubblicate sul WP offrono una prospettiva diversa e permettono di raccogliere informazioni più dettagliate sulla battaglia in corso. Lo stesso luogo è stato fotografato prima e dopo l'inizio del conflitto, per permettere di capire la differenza che la guerra ha impresso sul territorio. La prima serie di immagini risale al sei settembre, la seconda al 15 ottobre, dopo molti giorni di assedio.

Le due foto iniziali sono probabilmente le più impressionanti. La prima ritrae il confine tra Siria e Turchia, sgombero e desolato. La seconda inquadra la stessa porzione di terra, con le macchine dei profughi accalcate alla rinfusa lungo la linea di frontiera, nel disperato tentativo di allontanarsi dagli scontri, e i militari turchi che impediscono il passaggio.

Le immagini sequenti inquadrano dall'alto un campo profughi su territorio turco, dove hanno trovato riparo decine de migliaia di curdi in fuga. Molti hanno però hanno deciso di abbandonare la zona, anche a causa del comportamento ostile delle autorità turche, e si sono messi in cammino verso i territori autonomi del Kurdistan iracheno.

La terza coppia di foto ci riporta sul campo di battaglia. Il prima e il dopo descrivono una città che ha cambiato radicalmente la sua fisionomia, sfigurata dai combattimenti e dai colpi dell'artiglieria. Le case di un intero quartiere sono ormai semidistrutte, alcune ridotte in macerie, il fumo copre la gran parte dei tetti. Non si può escludere che parte dei danni sia stato causata dai bombardamenti della coalizione a guida statunitense.

la foto seguente non ha alcun doppio ma aiuta a comprendere le dinamiche dei combattimenti che si svolgono per le strade della città. Si intravede un posto di blocco, ai margini delle case, e si intuisce la totale totale assenza di traffico civile. Alcune linee bianche sovrapposte alla foto indicano gli edifici distrutti, quelli danneggiati seriamente ed i crateri da impatto provocati dalle bombe e dai mortai.

Le immagini successive mostrano due posti di blocco che controllano l'accesso alla città e alle zone di combattimento ed una postazione fortificata all'interno dell'abitato. In entrambi i casi non viene specificata la fazione di appartenenza.

Fino ad oggi i curdi, con l'aiuto dell'aviazione alleata, sono dunque riusciti a resistere agli attacchi degli jihadisti dell'IS, difendendo le zone abitate e le persone che ancora ci vivono. Come si desume dalle immagini, il prezzo in termini di distruzioni è stato elevato, ma se la città fosse caduta le conseguenze, per la popolazione, sarebbero state probabilmente catastrofiche.

La resistenza curda, a tratti eroica, ha smosso la solidarietà dell'opinione pubblica internazionale ed è riuscita a centrare un obiettivo indiretto ma fondamentale. Convincere Erdogan e l'esercito turco a lasciar passare le truppe del PKK oltre confine per dare manforte ai cugini siriani. La Turchia ha dato ieri il via libera, mentre gli aerei USA paracadutavano su Kobane rifornimenti di cibo, medicinali, armi e munizioni.

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