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Le due piazze: la protesta e la borsa

Da una parte i lavoratori, i pensionati ed i sindacati dall’altra gli investitori, i risparmiatori, gli speculatori e gli operatori finanziari. Da un lato la piazza dello sciopero generale dall’altra piazza affari. I suoi picchi ed i suoi ribassi. Sono questi i due poli tra cui è schiacciata l’Italia dell’autunno 2011.

Una piazza della protesta si mostrerà oggi, in tutta la sua complessita’ chiedendo tutele, cercando di non perdere i diritti acquisiti, invocando un sistema incentrato sul rispetto delle prerogative della persona e dell’universo che gli gravita intorno. L’altra piazza, la borsa, che ieri perdeva il 5%, vuole credibilità, richiede una visione globale, più razionale e pragmatica, chiede certezze, vuole un sistema sicuro che sappia garantire guadagni e capitali.

Gli italiani si trovano tra l’incudine dello sciopero ed il martello dei mercati che tartassano il nostro paese con una crisi di fiducia che va avanti da molti mesi. 

Il governo, ormai ampiamente deleggittimanto, procede solamente per forza di ineriza . E’ senza bussola ed ha come unico scopo quello di mantenere il proprio idolo alla guida dell’esecutivo. Deve dare al più presto (come chiede il Capo dello Stato) delle risposte ai due ambienti sociali, uno virtuale l’altro più concreto che dominano la scena di questo periodo di intensa anormalità.

Sono giornate segnate da contrasti e da interessi contrapposti, eppure queste due entità apparentemente distanti per sembianze ed interessi - i mercati finanziari ed il lavoro - possono convergere e quindi competere su un unico fattore che rappresenta anche la risposta alla crisi. Questo elemento si chiama: crescita.

Quando le parti sociali, ed i mercati, coordinati da un esecutivo serio e credibile, supportato da una classe dirigente adeguta alla gravità della crisi, sapranno ritrovarsi in un modello di sviluppo che abbia come cardini da un parte una seria politica di crescita e dall’altra un’equa tutela della persona che non sconfini nel privileggio, la fine del tunnel potrà essere intravista.

Un governo però che nel corso della legislatura ha varato ben 13 manovre finanziarie, la prima di esse approvata (con vanto) in un tempo record di 9 minuti per un totale di 138 miliardi di euro, senza alcun successo e senza aver impostato una rotta da seguire in campo economico come può essere ritenuto credibile?

La piazza virtuale finanziaria e quella composta da persone vere ed indignate chiedono solo una cosa: risposte. Non propaganda, non illusioni.

E’ tempo che chi ha detto bugie, ed ha operato per lacerare la coesione sociale, faccia un passo indietro, facendo in modo che le due piazze si parlino. Bisogna trovare la forza e l’energia di ripartire sotto un nobile compromesso.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.127) 6 settembre 2011 21:17

    Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi (W. Shakespeare)




  • Di pv21 (---.---.---.186) 7 settembre 2011 00:13

    Quantunque ...

    Bossi non vuol sentir parlare di pensioni e Berlusconi è del tutto allergico alla “patrimoniale”.
    Ecco allora le ulteriori “misure” di credibilità ed efficacia auspicate da Napolitano, Bce, ...
    Adeguamento ai tempi del pubblico impiego per il pensionamento delle donne nel settore privato e contributo di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 300mila euro.

    Da notare.
    La modifica pensionistica entrerà in vigore dal 2014.
    Il gettito atteso dal contributo (deducibile) chiesto ai super ricchi sarà di circa 200 milioni nel 2013.
    Sono quindi scelte inconsistenti rispetto ai “numeri” di una manovra da 50 miliardi e non hanno effetto sulla crescita.

    Ci sarà ancora tempo per un’altra manovra?
    Basta contare sulla “fiducia” di una casta di Primi Super Cives attenta a …

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