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 Home page > Tribuna Libera > Le consultazioni di Grillo e la volontà del movimento

Le consultazioni di Grillo e la volontà del movimento

Se volessimo fare un bilancio delle consultazioni Grillo/Renzi, dobbiamo dire che esse sono state un'occasione perduta e un fatto controproducente per il MOV5S. Si poteva evidenziare il buon funzionamento della democrazia partecipativa, il ridimensionamento della politica leaderistica, la caratura propositiva del movimento e non è stato fatto. È stata invece legittimata la prevaricazione, è stata tradita la volontà dei votanti.

Le ragioni di Grillo, per rifiutare le consultazioni con Renzi sono note. Non si può dialogare con un soggetto che rappresenta quell'establishment che si vuole rovesciare. Ma a torto o a ragione, la base ha voluto le consultazioni, il confronto, anche lo scontro, con Renzi ma non la prevaricazione. Anche il match ha le sue regole ed esse vanno rispettate, almeno quelle della elementare correttezza che valgono nei confronti di chiunque, anche del peggior nemico.

Impedire all’avversario di parlare è un atteggiamento prevaricatorio, che costituisce un pessimo esempio, non consentito a chi ha la pretesa di introdurre un nuovo sistema e una nuova civiltà politica, e legittima quei comportamenti che hanno ridotto i talk in una gazzarra e indotto il movimento a non parteciparvi.

E dunque Grillo ha incontrato il presidente incaricato Matteo Renzi, non per volontà sua, ma per volontà del popolo. Una conferma della validità del meccanismo della democrazia partecipativa, e del principio che uno vale uno. Un meccanismo che consente alla base di bocciare le posizioni del leader, e di imporgli la sua volontà. E tutto ciò segna un punto importante per la democrazia diretta, che ridimensiona l'impronta leaderistica del movimento e assesta un duro colpo alla personificazione della politica.

Un grande atto di democrazia, che meritava di essere enfatizzato e non coperto da una coltre di silenzio e imbrattato da un atteggiamento prevaricatorio che confondeva le consultazioni con un match. Ma era il match con Renzi quello che interessava Grillo, quello che occupava i suoi pensieri, non era la politica del movimento. Ha pensato al suo avversario, e non al popolo, senza accorgersi che il popolo era il suo interlocutore, e non Renzi.

Poteva parlare agli operai licenziati e ai precari di reddito garantito, ai ricercatori e gli studenti di investimenti nella ricerca, agli industriali di politica industriale, insomma di politica concreta, e non di sogni, per parlare di proposte; di cose da fare, e non di insulti anche se meritati .

Ma questo, il comico genovese non lo ha capito. E cosi ha buttato al vento un’occasione per rovesciare il tavolo, per rappresentare il vero volto del MOV5S e non quello rappresentato dai media, gli impegni mantenuti, il lavoro fatto dai parlamentari e quello da fare. E tutto ciò ha soffocato sul nascere l’emergere della caratura propositiva del movimento, e la possibilità di smentire presso l'opinione pubblica la convinzione, indotta dai mass media, di un movimento solo di protesta e non di proposta.

Un bel risultato!

Commenti all'articolo

  • Di Ugo Di Girolamo (---.---.---.67) 22 febbraio 2014 16:05

    Che ci vuoi fare Grillo non è un politico fine come te, ma tu insisti a consigliarlo vedrai che prima o poi ti ascolterà e tutti saremo più felici e contenti. Cerca però di non fargli sapere che fino a pochi mesi fa te la intendevi con Bersani, il grande politico da te tanto ammirato e difeso (e forse anche da te consigliato)

  • Di (---.---.---.61) 22 febbraio 2014 23:28

    A me sembra invece che abbia mostrato il vero volto del M5S.


    Ha dimostrato chiaro e tondo che il voto del popolo del web è vincolante solo quando vuole lui e solo per gli altri. 

    E la base, in pieno delirio fanatico, ha decretato che è stato troppo buono e non avrebbe dovuto andarci, che non sempre quello che decide il popolo del web va assecondato. 

    Aleatorietà pura.
    • Di (---.---.---.54) 23 febbraio 2014 09:32

      Nessuna aleatorietà.

      Grillo ha rispettato ciò che è emerso dalla "base" (che schifo di termine), e ha ritenuto meglio andare lui, persona di esperienza, piuttosto che mandare allo sbaraglio gente troppo onesta e candida. 

      Vi sono state poi molte discussioni, ma alla fine risulta che non solo la base grillina ma pure altri (tra cui perfino militanti del PD) hanno capito e apprezzato l’attegiamento di Grillo; perché oltre al modo sono importanti anche i contenuti. Renzi sapeva già che cosa pensano i grillini di lui, ma dirglielo apertamente in faccia, senza sconti e infiocchettature, ha un grande valore. Bravo Grillo.

      Tutti coloro che s’infiammano alle esternazioni veementi di Grillo non fanno altro che denunciare la propria pochezza di visione, e quindi danno più importanza al linguaggio che ai contenuti. Piuttosto di criticare il modo, trovino una critica sui contenuti, ne guadagneremmo tutti.

    • Di (---.---.---.240) 23 febbraio 2014 11:34

      La pochezza è di chi si bea di quattro insulti assolutamente sterili verso il potere usando espressioni tipo "l’hai asfaltato!".


      Ma de che? Renzi sta lì, si frega le mani e se ne sbatte.

      Ma davvero pensate che serva a qualcosa dirne quattro al potente di turno, a parte far sfogare il popolino bue?

      Mi ricorda l’atteggiamento di chi gode alla notizia che il potente di turno è stato iscritto nel registro degli indagati o è sotto processo, giubila a vedere il suo nome comparire sui giornali, come se essere accusato di qualcosa significhi essere condannato per quel qualcosa...
      e poi dopo tre mesi neanche si ricorda che c’era un processo... del quale non conosce gli esiti, perché quelli non fanno notizia.

      La pochezza è di chi si contenta di vedere i potenti spernacchiati. Li si poteva mandare a casa e grazie anche alle strategie di Grillo stanno lì.

      Del resto, senza Renzi, Grillo che farebbe?
    • Di (---.---.---.240) 23 febbraio 2014 11:37

      Aggiungo, visto che parla di modi e contenuti, le consiglio di rileggere la fattoria degli animali di Orwell, quella con gli animali tutti uguali e alcuni più uguali di altri.


      Così capirà che i due pesi e due misure attuati da Grillo nei riguardi della recente consultazione web sono un problema di sostanza, non di forma.
  • Di (---.---.---.54) 23 febbraio 2014 13:12

    > Ma davvero pensate che serva a qualcosa dirne quattro al potente di turno?

    No, non serve a niente. Ma è un atto dovuto. Nella sostanza non cambia nulla ne’ da una parte ne’ dall’altra. Renzi continuerà a sciorinare programmi impossibili, e Grillo continuerà a insultare Renzi o chi altro al posto suo. Ma tra i due discorsi, chi è che dice le cose vere?

    > Del resto, senza Renzi, Grillo che farebbe?

    Con o senza Renzi, i grillini andranno alla guida di questo paese: è solo questione di tempo. Il governo di Renzi è solo l’ennesimo tentativo di una politica allo sbando, ma è un bluff fallito in partenza.

    > le consiglio di rileggere la fattoria degli animali di Orwell

    E io consiglio a lei di rileggersi attentamente 1984, tanto per restare in tema. Solo che in quel libro il partito unico vince mentre qui si sta sfaldando.

    • Di (---.---.---.208) 23 febbraio 2014 14:33

      Cambia invece. Perché la sua indignazione è stata sfogata e incanalata in qualcosa che non ha alcun frutto se non accrescere il potere personale della coppia Grillo/Casaleggio. Sarebbe meglio conservarla la rabbia, perché la rabbia è energia.


      Avete avuto il contentino. Contenti?

      Visto che parla di 1984, si rilegga il concetto di due minuti d’odio. Avete avuto la vostra dose e avete dimenticato che la razione di cioccolata è diminuita, presi dalla soddisfazione di non si capisce cosa. Oramai il popolo della rete non vale niente, lo ha stabilito Grillo due giorni fa. E’ ufficiale. Uno vale tutti. E se uno è contrario al volere di tutti, farà come vuole comunque e saranno i tutti ad accodarsi a lui. Buona lettura.
    • Di (---.---.---.208) 23 febbraio 2014 14:35

      Aggiungo: visto che parla di 1984, si ricordi che la guerra è pace.


      Perché il fine della guerra non è distruggere il nemico, ma mantenere lo status quo e tenere il popolino soggiogato.

      Tanto rumore per nulla: Grillo ha detto due parole a Renzi, siete tutti contenti perché il vostro valoroso guerriero lo ha asfaltato, ma Renzi resta al potere e Grillo ha il contraltare da combattere.

      L’anno scorso le cose potevano cambiare, ma Grillo non ha voluto. Perché la guerra è pace.

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