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Le armi nucleari nel mondo

16 luglio 1945, ore 5:30, Alamogordo. Una luce accecante illumina il deserto di Jornada del Muerto nel New Messico: è il Trinity Test, la prima esplosione nucleare della storia. Da allora, sono stati condotti più di 2.200 test nucleari, di cui almeno la metà in atmosfera o in mare. Fino al 1963, infatti, quando entrò in vigore il Partial Test Ban Treaty che consente solo test nucleari sotterranei, la maggior parte dei test atomici veniva condotta all’aperto per verificare l’effetto delle esplosioni e studiare il fallout radioattivo.

Dal 1945 alla fine della guerra fredda sono state prodotte più di 128.000 armi nucleari. All’entrata in vigore del Trattato di non proliferazione nucleare nel 1970, nel mondo c’erano più di 38.000 ordigni nucleari.

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Oggi, le ultime stime disponibili contano circa 17.000 testate nucleari, possedute dalle cinque potenze nucleari (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) e da altri quattro Paesi (India, Pakistan, Israele e Corea del Nord). Insomma siamo ancora lontani da un mondo senza armi nucleari.

Nonostante i diversi trattati e accordi per il disarmo, la proliferazione nucleare non si è fermata. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) oggi più di 40 Paesi nel mondo dispongono delle tecnologie e delle risorse economiche necessarie per dotarsi di un arsenale militare.

Ed è notizia di pochi giorni fa la minaccia della Russia di sospendere le ispezioni straniere ai suoi arsenali di armi nucleari in risposta alle pressioni degli Stati Uniti nell’ambito della crisi in Ucraina.

Di Laura Pulici

 

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